Pochi di noi possono scegliersi l’ultima cena. Forse, la cosa più sensata è godersi il cibo e la compagnia fino in fondo, visto che ogni pasto potrebbe essere l’ultimo. Pochi giorni fa, Keith Floyd, cuoco inglese celebre per la televisione, i libri, e per la frase: “Il cibo è vita, la vita è cibo, se non vi piace il mio approccio siete pronti per andare da McDonald’s”, è uscito dalla scena di questo mondo in modo coerente. Stroncato da un infarto dopo uno splendido pranzo a base di ostriche e pernici, bagnate da champagne e vini raffinati.
Tra i cibi più richiesti dai condannati a morte nelle carceri americane non compare la verdura. Le scelte più frequenti sono cheeseburger, bistecche, patate fritte e gelati.
L’ex Presidente francese François Mitterrand, che sapendo di dover morire aveva smesso di curarsi, si era organizzato per l’ultima sbafata. Due dozzine di ostriche, cappone in crema (ah! La Nouvelle Cuisine) e ortolani arrosto, gli uccelletti da mangiare in un boccone, ossa e becco compresi. (Mangiare ortolani è illegale).
Quanto a me, se potessi prevedere la mia ultima cena sceglierei champagne. Di sicuro ci sarebbero il mio piatto di pasta preferito (troppi al momento per dirne uno), il gelato alla crema di Vivoli (Firenze), poi non so… la scelta è infinita. In alternativa, chiederei allo chef Mauro Uliassi di pensarci lui.
E voi, cosa scegliereste per la vostra ultima cena? E se dovesse essere in un ristorante famoso, quale sarebbe?