Se per tutto il resto del mondo questo è il periodo del “ne riparliamo dopo le ferie”, per il settore gastronomico è invece “ne riparliamo al Salone del Gusto”. L’edizione 2022 di Terra Madre – Salone del Gusto, il più grande evento internazionale dedicato al cibo buono, pulito e giusto, torna infatti a Torino dal 22 al 26 settembre, dopo una pausa post pandemica durata molto più del dovuto, vista la cadenza biennale della manifestazione di Slow Food.
Bisogna dunque tornare indietro al 2018 per ricordarsi l’ultima edizione in presenza dell’evento che riunisce migliaia di contadini e allevatori, delegati dei popoli indigeni e cuochi, migranti e giovani attivisti provenienti da 150 Paesi del mondo. Un’altra epoca, praticamente.
Non a caso, in questo prossimo Salone dell’era D.C. (Dopo Covid) c’è un misto di ansia e aspettativa. Si riuscirà a chiudere tutto (programma, eventi, allestimenti) in tempo, in un periodo in cui il Superbonus 110%, la guerra e la pandemia ci hanno abituato a ritardi cosmici pure quando dobbiamo cambiare un semplice rubinetto del bagno? La città e la comunità gastronomica tutta riusciranno a sentire lo stesso trasporto di sempre nei confronti di un evento che manca da sei anni?
In realtà, queste domande non fanno che aumentare la nostra curiosità e la nostra attesa per una manifestazione che non si può non amare, ora come non mai.
Ed ecco quindi una serie di motivi per cui aspettiamo l’edizione 2022 di Terra Madre Salone del Gusto facendo il countdown dei giorni che mancano.
Perché sarà all’aperto (e gratuita!)
Che bella, l’edizione di Terra Madre – Salone del gusto del 2016, quella all’aperto al Parco del Valentino. Una gigantesca festa cittadina, piena di colori, profumi, gente, prodotti, musica e tanto altro. Ai tempi le perplessità non mancarono: sì, bello, ma se piove? Sì, bello, ma il pubblico non pagante è davvero interessante per gli standisti? Sì, bello, ma come si fa a mettere in sicurezza uno spazio così grande? Tutto andò bene e, di certo, guardandosi indietro, quella fu l’edizione più straordinaria di sempre. Bellissimo dunque che si replichi in una forma così aperta e popolare (con la maggior parte degli spazi e degli appuntamenti a ingresso libero).
Perché sarà in una zona di Torino che in pochi conoscono
Parco Dora, per la maggior parte dei Torinesi, è poco più che una zona periferica. Invece questo spazio di architettura post industriale è un esempio incredibilmente interessante nel suo genere, e un patrimonio cittadino che merita di essere utilizzato per eventi di caratura internazionale come questo.
Perché sarà la prima dell’era Mukiibi
Cosa sarà Slow Food senza Carlin Petrini? L’annuncio dell’addio alla presidenza del fondatore dell’associazione del “buono, pulito e giusto” è arrivato, non casualmente, a pochissime settimane dalla nuova edizione del Salone del Gusto. È come se Petrini, lasciando il testimone al vicepresidente ugandese Edward Mukiibi, abbia voluto dire – con una dimostrazione di coerenza da cui la politica dovrebbe trarre spunto – che questo è il tempo, e il Salone, dei giovani.
Perché sarà giovane (promettono)
Così, questo sarà il primo Terra Madre – Salone del Gusto di Edward Mukiini, e gli occhi sono tutti puntati su di lui. Ma sarà anche, in maniera più ampia, il Salone dei giovani, che avranno spazio in molte delle attività proposte dalla manifestazione. In particolare, promettono, nell’area dedicata all’attivismo (una delle tre che si basano sui pilastri fondanti di Slow Food, le altre sono la biodiversità e l’educazione). Qui verranno proposti anche di “creative corners”, in cui i giovani avranno modo di esprimere in maniera creativa le loro idee.
Perché i Fridays for Future hanno cambiato tutto (come fece Slow Food)
I giovani, l’attivismo, oggi come ieri. Un tempo era Slow Food, che si era messa in testa di cambiare la nostra cultura del cibo. Ce l’ha fatta, così come ce la stanno facendo i Fridays for Future che, nonostante la giovane età media, hanno contribuito non poco a portare sotto i riflettori i problemi dell’ambiente e l’attualità e l’urgenza con cui devono essere risolti. Due facce della stessa medaglia, verrebbe da dire, che dimostrano come il movimento fondato da Carlin Petrini sia sempre stato proiettato nel futuro.
Per la storia di Andrea Cisterna Araya (e di Larissa Mies Bombardi, e di Corinna Hawkes)
Tanti, come sempre, gli appuntamenti interessantissimi già definiti nel programma della nuova edizione di Terra Madre Salone del Gusto. In particolare ve ne segnaliamo tre, tutti al femminile: l’incredibile storia della contadina e attivista cilena Andrea Cisterna Araya, che racconterà come sia riuscita a sconfiggere l’allevamento industriale più grande del Sudamerica. Quello con Larissa Mies Bombardi, docente e ricercatrice brasiliana in esilio in Belgio a causa delle denunce contenute nella sua pubblicazione Atlas Geografía del Uso de Plaguicidas en Brasil y Conexiones con la Unión Europea. E quella con Corinna Hawkes, una specie di leggenda per gli appassionati e gli studiosi di politiche alimentari, docente e direttrice del Centro per le politiche alimentari della City University di Londra.
Per il Mercato di Terra Madre
Gli incontri, sì. La didattica, è vero. Ma alla fine, la parte più divertente del Salone del Gusto è sempre e da sempre il Mercato di Terra Madre. Un insieme di profumi e colori di tutto il mondo come raramente se ne vedono, un’occasione unica per sperimentare, assaggiare, provare, curiosare tra le cucine di tutto il globo.