Dimenticate il Salone del Gusto (pardon, Terra Madre) così come lo conoscete: la tredicesima edizione della biennale di Slow Food, la principale manifestazione dedicata al cibo buono, pulito e giusto, sarà (quasi interamente) digitale, da ottobre 2020 ad aprile 2021.
Nessuna cinque giorni di assembramenti intorno a bancarelle di preziosi Presìdi Slow Food, niente Lingotto Fiere ghermita di delegati dai luoghi più dimenticati del mondo o conteggio finale di visitatori passati ai tornelli e biglietti stampati. Di necessità virtù, come si dice: Slow Food cambia radicalmente il format del suo evento più importante, trasformandolo, dopo 26 anni, in un evento diffuso, nel tempo e nello spazio.
Il tema: Our Food, Our Planet, “Our Future
La data di inizio è fissata per l’8 ottobre 2020, con un messaggio di Papa Francesco a tutte le comunità di Terra Madre nel mondo (!) e laboratori del gusto a partire dalla sede di Eataly a Lingotto; cinque giorni, fino al 12 ottobre, di appuntamenti fisici educativi e degustazioni, per salvaguardare il concetto di convivialità e degustazione per cui molti di noi conoscono il Salone del Gusto. Per quanto possibile, perché la nuova edizione sarà soprattutto virtuale, distribuita su sei mesi di interventi e confronti sul tema “Our Food, Our Planet, “Our Future”.
La disponibilità, l’accesso e l’utilizzo del cibo visti anche nella prospettiva della nuova emergenza sanitaria, che può rappresentare anche una straordinaria opportunità per aprire gli occhi e trovare soluzioni. La crisi climatica come argomento centrale, più che mai e, come sempre, la conservazione della biodiversità.
Un evento globale che terminerà il 21 aprile 2021 con il congresso mondiale di Slow Food, che auspica di “fare la differenza”, tra i tanti digitali a cui la pandemia ha dato vita (nel bene e nel male), attraverso una rete di associati forte come non mai, distribuita in 160 Paesi del mondo.
“Sarà il Terra Madre più grande di tutti i Terra Madre”, ha detto Carlin Petrini alla conferenza stampa di questa mattina, presso la Nuvola Lavazza di Torino, alla presenza di pochi distanziati giornalisti e della rappresentanza politica: il Presidente di regione Alberto Cirio e il sindaco di Torino Chiara Appendino. Poi ha aggiunto: “Non ci fermiamo agli alberghi pieni e ai costumi folkloristici”, prevenendo ogni discorso del prossimo futuro sui (mancati) introiti di un Salone del Gusto che, inevitabilmente, a differenza degli anni passati non farà la fortuna delle strutture di accoglienza piemontesi.
Il Salone del Gusto è ben altro e il fondatore di Slow Food evidenzia l’impatto che ha avuto, a livello globale, nel tempo. Oggi si contano 16.000 mercati contadini nel mondo, per esempio, ed è su quello che bisogna insistere, soprattutto adesso. “L’economia artigianale e agricola è quella che esce più schiava da questa pandemia, i supermercati quelli che ne escono vincitori. Noi abbiamo il dovere di occuparci di queste filiere, perché la distribuzione della qualità alimentare non può essere demandata solo alla GDO. Sogno che durante i sei mesi di Salone, quest’anno, vengano aperte nuove botteghe di vicinato”.
Poi, la possibilità di dare luce e voce a moltissimi progetti, di “raccogliere proposte, idee, soluzioni su come affrontare e superare fragilità”, spiega Serena Milano, segretaria generale della fondazione Slow Food per la Biodivesità: “Dobbiamo ridisegnare la geografia, imparando a parlare di terre alte, terre basse e terre d’acqua, permettendo a pescatori, contadini e pastori di ciascun ecosistema, in tutte le parti del mondo, di confrontarsi tra loro. E’ ora di vedere il mondo con occhi diversi, specialmente ora che la pandemia ha dimostrato quanto la diminuzione del consumismo metta in crisi la nostra economia“.
Le novità del Salone
I piccoli, tanti, eventi online e offline che saranno organizzati nell’ambito di Terra Madre potranno essere monitorati e prenotati sul sito ufficiale, costantemente aggiornato. Ma al di là di Food Talks (nuovo format in streaming video, della durata di 10 minuti, gli scrittori e filosofi, antropologi ed ecologisti protagonisti), progetti didattici nelle scuole e visite guidate virtuali per educare sulla produzione del cibo buono, pulito e giusto, la novità più rilevante sembra, al momento, l’inaugurazione di un e-commerce dei piccoli artigiani.
Una grande piattaforma per sostenere i produttori mettendo in comune una risorsa tecnologica importante: c’è da credere che in questo momento, anche alla luce di quanto detto da Carlin Petrini, ce ne sia bisogno.
Ci sarà anche un’area B2B permanente, luogo di incontro e confronto per produttori e distributori, con webinair dedicati a temi specifici, dal packaging sostenibile alle opportunità di finanziamento per l’agroalimentare.