Io mi rendo conto che sono partigiano, che il Piemonte è la mia casa, che potrei non essere attendibile. Ma mi sento di dirlo: diamine, in queste settimane se avete occasione venite nelle Langhe.
Vi giuro su tutto quello che ho di più caro –in testa non so se mettere i miei figli o le acciughe al verde– che la primavera è la miglior stagione per venire nel cuneese. E non è intuitivo.
I più preferiscono l’autunno, sbagliando: a settembre-ottobre le cantine han da fare, e sostanzialmente se andate a visitarle gli rompete un po’ le scatole; a ottobre-novembre il tanto desiato tartufo si manifesta con difficoltà (se volete la trifola, sperando che non vada come nel 2017, dicembre è il mese giusto, così come è il mese del Bue Grasso).
Invece la primavera è perfetta.
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Fa fresco. Gli alberi sono in fiore. Il sole splende alto ma ancora non brucia. Gli ormoni di tutta la natura, compresi i nostri, si risvegliano. Gli orti finalmente cominciano a dare i propri frutti.
Ciao ciao cavolo –che ci hai accompagnato tutto l’inverno–, ora tocca a una varietà di profumi e sapori molto più ricca. E qui non parliamo di orti a capocchia, ma di quello di Enrico Crippa (un grande saluto ad Antonio Zaccardi, che dopo anni a Piazza Duomo è partito alla volta del Pashà di Conversano), di quello di Michelangelo Mammoliti del ristorante La Madernassa, e compagnia bella.
In primavera i viticoltori hanno tempo, e infatti da domani al primo maggio Alba si riempie di Vinum, per cui di degusteranno tutte le meraviglie del Piemonte in giro per la cittadina tra street food e innumerevoli iniziative (le trovate su Vinum Alba). In primavera le cantine aprono volentieri le proprie porte.
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In primavera è bello anche andarsene a zonzo per le stradine e le vigne che cominciano a ridestarsi, a cercarsi trattorie qua e là che servano insalata russa, tajarin, milanesi in carpione, acciughe al verde e carne cruda (ve ne darò conto nei prossimi giorni qui su Dissapore).
Insomma, mollate tutto, per una volta rinunciate a mari & e monti e venitevene in Langa (e in Roero, in Monferrato).
Se poi, invece, sceglierete Toscana, Marche o Sardegna, capirò: la primavera italiana è tutta una meraviglia.