Nonostante la sua genesi, anatomicamente parlando, devo dire che l’uovo ha una forma perfetta. E se nessuna geometria ne ha ancora ricavato una formula, ognuno di noi sa istintivamente come romperne uno. Non a caso è opinione comune che l’uomo possa essere definito tale, prima che per il pollice opponibile, se in grado di cuocere un uovo fritto.
Lo step successivo è separare il tuorlo dall’albume, la solita altalena con i gusci ed è fatta.
Eppure esistono altri modi, più rapidi, per effettuare questa operazione.
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Senza dimenticare che quel passaggio incestuoso tra un guscio e l’altro aumenta le probabilità di contaminazione batterica e di rottura del prezioso tuorlo negli albumi. E ciao ciao meringa.
Le tecniche: tre modi per separare il tuorlo dall’albume
Indice di difficoltà: facile.
Requisiti fondamentali: un contenitore fondo, un piatto piano, una bottiglietta di plastica vuota.
Metodo n°1:
Il tuorlo d’uovo è molto meno fragile di quanto immaginiamo. Provate a rompere un uovo, versarlo nel palmo della mano e lasciare che l’albume scivoli via tra le dita (*eek!)
Metodo n°2:
Il più rapido a mio parere, molto utile quando abbiamo un numero considerevole di uova da separare. Basta romperle in un contenitore fondo, tuffare la mano e afferrare i tuorli, facendo ricadere l’albume su se stesso.
Metodo n°3:
Quello fico. Si rompono le uova in un piatto piano (in questo modo il tuorlo è più esposto)
e si “risucchiano” in una bottiglietta di plastica vuota, esercitando una leggera pressione su di essa.
Problem-solving.
Quante volte vi sarà capitato di far cadere accidentalmente un pezzo di guscio, di solito di pochi micron, nella ciotola degli albumi? Non sarà igienico ma.. provate a ripescarlo con un guscio, vi si attacherà come una calamita.