Dai dai che sappiamo che anche a casa vostra, in questo periodo, vi trovate gusci di noce anche sotto al cuscino! Sì perché tutta la frutta secca ci accompagna sempre per tutto l’inverno… o meglio, ci accompagna in inverno in quanto contribuisce alla “magia” del Natale e alla giusta atmosfera, ma in realtà è disponibile tutto l’anno. Allora vediamo caso per caso cosa ci raccontano questi frutti, che frutta non sono.
In moltissimi includono nell’elite della frutta secca anche la frutta essiccata, confondendola ulteriormente con la frutta essiccata o disidratata: qui parleremo della frutta secca per antonomasia ovvero mandorle nocciole noci e compagnia bella. Dopo aver imparato come spellarla e come renderla farina, tocca a caratteristiche e curiosità.
Nocciole
In Italia abbiamo tra le nocciole migliori al mondo, e il 2020 almeno in questo settore è andato alla grande. Con le nocciole avete garanzia di dolcezza: stanno bene con cioccolato (ca va sans dire), miele, lievitati, formaggio tipo Grana o parmigiano stagionati, carni rosse e selvatiche.
Si chiamano “corus” in greco – da cui corylus in latino – perché ricordano un elmo nella forma, ma i romani le chiamavano anche “abellana“: si riferivano alla città di Avellino, che ha dato radice anche al nome francese ovvero “avelines“. I celti veneravano le nocciole in quanto convinti portassero alla saggezza, e conoscenza scientifica. Infine, è proprio un ramo di nocciolo che i rabdomanti usavano per scoprire acqua e tesori.
Noci
Le noci sono, insieme alle mandorle, tra gli ingredienti preferiti dai nutrizionisti: nel 99% delle diete è prevista una “manciata” di noci o mandorle come spuntino, o al mattino delle super gettonate ciotole con granola o acai bowl. Sarcasmo a parte, c’è un motivo per cui sono così tanto collegate ad un’alimentazione sana e bilanciata: completano, apportano grassi buoni e omega 3, sono caloriche e danno energia. Come nel caso delle nocciole, anche le noci sono super versatili nel dolce e nel salato, nel pane, con salumi e formaggi anche freschi, primi piatti e risotti. Per non parlare poi del nocino.
Si racconta che il noce sia presente su questo pianeta ben prima della comparsa dell’uomo, e i greci lo consideravano pianta profetica tant’è che le nocciole erano solitamente dei doni dedicati a re e regine. In greco si chiamavano “karya“, e fan riferimento alla principessa Caria di cui Dioniso era innamorato: le sorelle di lei fecero la spia al padre e Dioniso le trasformò in roccia, Caria morì di dolore ma lui la trasformò in noce in modo che potesse far frutti in eterno. Questo mito ha portato alla costruzione di un tempio e di due statue in legno di noce all’ingresso: raffigurano le sorelle di Caria, dette poi Cariatidi.
Noci pecan
Le noci pecan sono originarie del Nord America, e sono deliziose: l’aspetto del gheriglio ricorda quello della noce, ma sono più piccole, scure, più dolci e croccanti. Sono anche più caloriche. Fanno capolino soprattutto nei dolci anglosassoni: pumpkin pie, english carrot cake, muffin e cookies.
Se volete provarle, cimentatevi nei nostri biscotti con noci pecan e sciroppo d’acero.
Noci di macadamia
Australia, Queensland: ecco da dove viene la noce di macadamia, o noce del Queensland, e sono una “novità” che dalle nostre parti sta facendo innamorare tutti. Questo alimento è infatti estremamente calorico ma al contempo sinonimo di benessere e longevità: fosforo, calcio, vitamine A, B1 e b2, combatte i radicali liberi. Soprattutto, abbonda di un importante elemento che è quasi assente nella dieta mediterranea: l’acido palmitoleico.
Le noci di macadamia si presentano tondeggianti e leggermente più grosse delle nocciole, sono molto burrose e il loro sapore è delicato ma persistente.
Pistacchi
Sui pistacchi ci sarebbe da scrivere 100 articoli: raccontano di un prodotto eccellente italiano, di una terra fecondissima (anche per le mandorle, che vedremo a breve) ovvero Bronte e tutta la Sicilia – i cui pistacchi sono DOP dal 2009 – di una storia tradizionale culinaria mediterranea, di un frutto più antico di quanto si pensi, e versatilissimo nel dolce e nel salato. La regina di Saba ne andava matta, e sono talmente apprezzati nel corso di tutta la storia da essere chiamati anche oro verde.
I pistacchi sono calorici e dal sapore unico e inimitabile, nonché ricchi si magnesio, ferro e vitamine. In cucina, ove presenti, sono protagonisti: dalla chesecake, alla pasta, alle torte.
Mandorle
Croccante, torte regionali, ricette base, mousse, macarons… e lei, la granita di mandorle. Isabel Allende e Marquez raccontano molto spesso delle mandorle – nel loro realismo magico – collegandole alla bontà, al mistero e alla morte: se c’è odore di mandorle nell’aria allora è stato ucciso qualcuno con il cianuro, dato che questo frutto ne contiene in minima parte. Per essere precisi, ora ne contiene pochissimo ma nasce come frutto molto velenoso poi addomesticato dall’uomo.
La mandorla è anche simbolo femminile, presente nell’iconografia più recente; è usata anche nella cosmesi in quanto contiene oli preziosi ed emollienti. In cucina si usa in farina, intera, e soprattutto in forma liquida: il “latte” di mandorla è tra i più consumati.
Pinoli
Inseriamo anche i pinoli nell’elenco della frutta secca più amata: sapore di resina, piccoli e costosissimi – soggetti del famigerato mercato nero del pesto – re indiscusso di molte ricette regionali a partire da quelle liguri e dal castagnaccio toscano, tutto il mondo ce li invidia.
Si racconta fosse un frutto amato tantissimo da Bacco, e una popolazione indoeuropea produceva dal pino – di cui i pinoli son frutto – un vino. Sono terrestri dal Paleolitico, e anche per questo motivo collegati dai greci all’immortalità.
Anacardi
Rimarreste stupiti se vedeste come si presenta l’anacardo in natura: un cuore appeso ai rami della pianta… ed è proprio questo il significato del nome, che arriva dal portoghese ovvero “cuore verso l’alto”. Questo frutto è delizioso, più grosso di un’arachide – con cui spessissimo è confuso – ed è assolutamente delizioso tanto al naturale quanto tostato e salato. Con gli anacardi, calorici ma buoni al pari di noci e nocciole, potete fare secondi piatti e salse, pesti e dessert, insalate.
Udite udite, sono meno calorici tra i frutti secchi: meno di 600 kcal per 100 g. Ok ora potete avere capogiri, immaginando gli altri.
Arachidi
Ah, le arachidi: salate o naturali, noccioline stupende racchiuse in coppia in gusci particolari e che la Disney ha magistralmente collegato all’alimentazione degli elefanti (mi riferisco a Dumbo). Arachidi e caramello salato, arachidi e cioccolato, arachidi come cuore di confetti. L’arachide è collegata quasi solo – o meglio, di primo pensiero – a ricette peccaminose e caloriche ma si sottovalutano le sue proprietà.
In una dieta, infatti, sono ottima fonte di proteine – e smettiamola di demonizzare il burro di arachidi – mentre nei paesi orientali sono usate con carni e verdure e sapidissime salse. Fino a poco tempo fa erano collegate anche a qualcosa di non nostro, l’ennesima americanata (e questo termine è odioso): da oggi state sereni perché ci sono anche le arachidi italiane, se proprio vi faceva orrore assaggiare qualcosa di estero.