Adoro la Sicilia. Chi non la adora? Uno dei posti più belli, più buoni, più densi di mito e di cultura del mondo. Anzi, posso dirlo? IL più denso di mito e di cultura del mondo.
Eppure per secoli la potenza dell’isola –perché la Sicilia è prima di tutto potente– è stata tarpata da tutto un complesso di cose che ne tagliava le ali. Ma adesso, anno del signore 2018, la cappa afosa si sta sollevando e la Sicilia, diciamolo, vola.
Palermo non è mai stata così bella. Non negli ultimi trent’anni perlomeno. Mai così vivace, luminosa (sapete, vero, che la luce di Palermo è unica al mondo? È color dell’acciaio). Catania in splendida forma. Taormina. Ragusa. Agrigento.
E in questo rinascere la cucina ha un ruolo fondamentale.
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Non solo perché qui, grazie alla sedimentazione di culture gastronomiche diversissime tra loro (alla faccia di chi vuole proibire le cucine altre), c’è una storia unica, ma anche perché c’è una generazione di cuochi e imprenditori siciliani che hanno girato il mondo, hanno capito come funziona, e poi sono tornati alla loro terra.
Giuseppe Costa è un buon esempio: trentacinque anni, nato ad Alcamo –che (forse) diete i natali a Cielo d’Alcamo, quello di “Rosa fresca aulentissima”–, ha lavorato in Trentino, in Costiera e per anni da Carlo Cracco. Poi, dieci anni fa, venticinquenne, ha deciso di tornare a casa e di aprire un piccolissimo ristorantino: “Il Bavaglino” di Terrasini. “Eravamo in due, uno in cucina, uno in sala. Facevamo tutto, anche lavare pentole i piatti”, racconta Costa seduto al tavolo del ristorante che nel 2014 ha preso la stella Michelin e l’anno dopo è stato rinnovato.
Costa ha capito una cosa: che senza una rete attorno, un ristorante muore (che è un po’ l’idea delle Soste di Ulisse, l’associazione che riunisce i locali dell’isola). E dunque ha deciso di contribuire alla costruzione di quella rete. Questa sera, dunque, organizza TEN, una grande festa al vicino Sea Club. Si chiama TEN perché il Bavaglino fa dieci anni ma anche perché è l’acronimo di Terrasini Event Night, e magari si riproporrà negli anni a venire.
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Ci saranno dieci grandi cuochi: da Matteo Baronetto a Pino Cuttaia, da Accursio Craparo a Pietro D’Agostino, da Pasquale Palamaro a Valentino Palmisano, da Giovanni Santoro a Felice Sgarra, da Tony Lo Coco a Thierry Tostivint.
Dieci cuochi a Terrasini per sostenere una buona causa: il ricavato (per l’evento è richiesta una donazione di 100 euro, info sulla pagina Facebook o via Whatsapp al numero 347 8827465) andrà all’associazione Piera Cutino che ha creato il Campus di Ematologia per il malati di talassemia all’interno dell’ospedale Cervello di Palermo.
Di nuovo un’intuizione giusta: nell’isola i ristoranti possono trainare il resto, persino attirare l’attenzione sulla sanità.
Come ha risposto Terrasini? Bene. Tante aziende, tanti produttori di cibi e vini hanno supportato l’iniziativa, il bel polo museale di Palazzo d’Aumale ha aperto le porte, mostrando la propria stupefacente collezione di reperti etno-antropologici affiancati ad arte contemporanea.
Terrasini c’è. Il Bavaglino c’è. Lunga vita a TEN.
Questo nuovo momento d’oro della Sicilia è appena iniziato.