Faticano. Perdono. Non demordono. Fino a quando qualcuno s’innamora delle loro invenzioni, allora arrivano gli investimenti, in qualche caso milionari, e l’inevitabile campagna di crowfunding.
Sono gli startupper di casa nostra, ragazzi svegli che sanno innovare e, si spera, anche imporre le loro creature come vere aziende sul mercato.
Il 2015 ha fatto emergere il tanto di buono che si sta facendo in Italia. Le idee c’erano anche prima, da diversi mesi ormai sono arrivati gli investimenti, i fatturati, i margini, i dipendenti.
Per un anno tanto esplosivo serviva una lista, però non la solita lista, l’ennesima, delle migliori startup nostrane. Perché non partire dai numeri, ci siamo detti, in ossequio allo spirito pratico che anima gli startupper?
Bene, queste sono le 10 startup italiane del cibo che la redazione di Dissapore ha usato di più nel 2015. Le abbiamo suddivise secondo i modelli di business capaci di attirare attenzione e finanziamenti. Impagabile in contributo di Startup Italia.
ECOMMERCE
Cos’è: Qualcuno potrebbe obiettare che essendo nata nel 2011 non è più una startup, ma in genere le aziende innovative rientrano nella definizione sino al quinto anno di vita. Comunque, Cortilia è una online grocery, cioè un mercato online nel senso stretto del termine. Mette in comunicazione agricoltori locali e consumatori, una filiera cortissima. Fondata da Marco Porcaro, Antonio Perini e Sergio Nalin ha già ricevuto un finanziamento da 1,5 milioni di euro che è servito ad andare oltre le poche zone coperte dal servizio.
Come funziona: dopo aver aggregato i contadini in molti “mercati”, divisi per territorio, l’utente viene associato al mercato agricolo più vicino. Si può scegliere se acquistare a cassetta oppure selezionare singolarmente i prodotti. Disponibili abbonamenti. C’è anche l’app.
RICERCA RISTORANTI
Cos’è: una specie di custode delle tradizioni culinarie. Quante volte avete desiderato, da forestieri, che una persona del posto vi consigliasse un ristorante? Veloce, senza perdere tempo. L’idea è di quattro giovani toscani: Gianni, Tommaso, Emanuele, Andrea. Per il momento è attiva su Milano, Firenze e Roma.
Come funziona: tramite app, si inserisce la chiave di ricerca, ovvero il piatto che si desidera mangiare. Quindi, l’app cerca tutti i ristoranti dove il piatto si mangia meglio. Come vengono selezionati i ristoranti? Grazie alle raccomandazioni degli utenti stessi e con un’accurata selezione delle guide, cartacee e digitali.
Cos’é: tra le più importanti app di prenotazione ristoranti, stessa proprietà di TripAdvisor, è arrivata in Italia nel 2015 integrando due startup precedenti (Restopolis e MyTable). Usata spesso dal nostro Cacciatore di sconti.
Come funziona: il database è quello monstre di Tripadvisor. Si può prenotare, usufruire di punti bonus e di sconti speciali. Le recensioni lasciate su TheFork saranno controllate e potranno poi confluire su Tripadvisor, cercando di arginare il fenomeno delle false recensioni.
Cos’è: Zomato viene dall’India con una missione chiara: far sì che nessuno mangi male un’altra volta. Ha un team di 2000 persone che, ogni tre mesi, visita i luoghi all’interno del database per verificare che la qualità sia inalterata. Una ricerca ristoranti ampliata e molto più social. Fondatore Deepinder Goyal, country manager per l’Italia Guk Kym, già fondatore di Cibando (che Zomato ha acquistato).
Come funziona: Come detto, è molto più social, permettendo una particolare interazione tra il team del sito, i ristoratori e l’utente semplice che recensisce. Obiettivo è creare pareri oggettivi.
SOCIAL EATING
Gnammo
Cos’è: tra le prime a rapirci, la startup che ha vissuto qualche mese burrascoso a causa di ventilate norme restrittive sul social food, e che di conseguenza ha realizzato un proprio codice etico. Chiunque è gnammer: chiunque può ospitare in casa propria, chiunque può essere ospitato. Ed è così che si può cenare sia in calzini che in un palazzo del Settecento. Fondatori Gianluca Ranno, Cristiano Rigon e Walter Dabbico.
Come funziona: Lo gnammer ai fornelli, che non è per forza un professionista, crea un evento mettendo a disposizione i dettagli della cena. Ogni evento viene controllato dal team di Gnammo, ed entro 24 ore è sul sito. I dettagli sulla casa che ospiterà le cena vengono consegnati tramite mail soltanto a chi s’iscrive all’evento.
Cos’è: Fondata dal trio Rinita Vanjre Ravi, Inez Wihardjo e Giovanni Casinelli, a differenza degli altri social food si rivolge a un pubblico preciso, ovvero il turista che desidera mangiare nella casa di persone del posto, provando l’emozione di vivere come fanno loro.
Come funziona: il cibo etnico cattura sempre maggiore attenzione, e le esperienze sono varie, come il corso di paella a Barcellona o l’aperitivo in terrazza a Roma, dribblando bellamente le trappole per turisti.
ETICHETTE ALIMENTARI
Cos’è: Edoapp è diabolica. Grazie ad un algoritmo si propone di scoprire il grado di salubrità di un alimento, incrociando i dati in etichetta con quelli di importanti istituti di ricerca che risiedono nel suo database. Fondatore Luciano Venezia.
Come funziona: l’app permette la lettura del codice a barre dei prodotti confezionati. Ricorre a banche dati importanti, come ad esempio quella dell’Istituto Nazionale per la Nutrizione Umana. Fornisce parametri nutrizionali ulteriori rispetto a quelli indicati in etichetta.
Cos’è: è letteralmente lo Zorro dei cibi, il Robin Hood delle etichette. Smart Tag si pone l’obiettivo di smascherare i cibi mal conservati. E’ un segnalatore creato da un coordinamento tra la Bicocca di Milano, l’Imperial College di Londra e la testa del chimico Luca Beverina.
Come funziona: si appone una speciale etichetta incolore all’incarto del cibo. Se durante il trasporto, l’inserimento nello scaffale o nel banco frigo il cibo subisce mutamenti climatici che ne alterano lo stato di conservazione, l’etichetta cambia colore.
DELIVERY/CONSEGNA A DOMICILIO
Hellofood
Cos’è: nato dalle ceneri di Pizzabo, comprata dai tedeschi di Rocket Internet per 51 milioni di euro (un record), Hello Food si propone come food delivery completo. Mentre Pizzabo era solo pizza, e solo a Bologna, qui le città servite sono diverse e la scelta gastronomica ampia. I fortunati fondatori, che ora danno lavoro a 37 dipendenti con 28 anni di età media sono Livio Lifranchi e Christian Sarcuci.
Come funziona: Attraverso il sito o la app, si inserisce l’indirizzo, il locale o la pietanza desiderata. Punto forte della app è la velocità di conferma. Il tutto può avvenire davvero in una mezz’ora d’orologio, come testimonia la media di 5.000 ordini al giorno e 300 locali partner.
Cos’è: il canguro saltellante, approdato in Italia dai paesi anglofoni, si propone di portare il cibo in ogni casa e in ogni ufficio del mondo, con un tempo di consegna medio stimato a 32 minuti.
Come funziona: il database di Deliveroo è selezionato personalmente dal team del sito. Fatto l’ordine, roo-boy e roo-girl del sito “saltellano” immediatamente all’uscio di casa. Il pagamento avviene con carta sul sito, i contanti solo per la mancia.
[Crediti | Link: Startup Italia, Dissapore]