Abbiamo parlato di gazpacho, rilanciato la paella, è arrivato il momento di affrontare la bevanda spagnola (ed estiva) per eccellenza: la sangria. Ovvero, quel mix delizioso di vino rosso e frutta che tutti abbiamo bevuto nelle feste fra amici o sagre di paese, e naturalmente in vacanza alle Baleari o in altre amene località della penisola iberica.
Lungi da me l’idea di essere depositaria della formula perfetta: come detto tante volte, le preparazioni in qualche modo tradizionali hanno un numero infinito di interpretazioni e credo sia legittimo che ognuno scelga quella che maggiormente si confà ai suoi gusti.
Ciò detto, quel che segue si riferisce, nei dettagli (ingredienti e dosi) alla mia ricetta della sangria. Ma le regole generali e gli errori da evitare sono da tenere sempre a mente, quale che sia la vostra sangria.
1. Prepararla al momento
Perché non sia solo un vino allungato con l’aranciata e mescolato con una macedonia, la sangria ha bisogno di riposo: solo così i diversi elementi si fondono, le spezie (sì, ci sono anche loro, vedi punto 2) sviluppano il loro aroma, la frutta si imbeve per bene.
La mia tecnica, sperimentata in tanti party d’estate con buon successo di pubblico, prevede che la frutta (sempre al punto 2), tagliata e condita, sia lasciata macerare 30 o anche 60 minuti in frigo prima di unire la parte liquida.
A questo primo riposo ne seguirà un altro, di una mezz’oretta almeno, perché il tutto componga una sinfonia di sapori e profumi.
2. Limitarsi con la frutta (e non mettere le spezie)
Ricordate la premessa? Nei dettagli, quella di cui parlo è la mia ricetta. Per la quale riunisco in una ciotola (o in una grande caraffa): una mela verde o gialla a tocchetti, un’arancia e un limone a fettine, un paio di pesche (prediligo le nettarine gialle) a spicchietti.
Questa è la base, ma perché porre limiti? Ci possono stare bene anche acini d’uva tagliati a metà e persino qualche fettina di frutta esotica, come papaya o mango. Di recente la mia preferita è come quella di queste foto, con i fragole e frutti di bosco.
A questa macedonia aggiungete una stecca di cannella a pezzi grossi e 2-3 chiodi di garofano: meglio ancora se li chiudete in un sacchetto di garza, da togliere prima di servire, in modo che rilascino aroma ma non si infilino, subdoli, fra le gengive dei vostri amici.
Una spolverata di zucchero (diciamo un cucchiaio), bianco o anche di canna, e – udite udite – un bicchierino o due (secondo il grado alcolico desiderato) di rum scuro, una mescolata e via, al riposo in frigorifero.
Nel frattempo, spremete tre o quattro arance. So bene che (come anche le mele) ora non sono di stagione, ma il risultato (per me) è sempre preferibile a un succo nel tetrapak. Se proprio non ne avete voglia, almeno sceglietene uno senza zucchero aggiunto.
3. Servirla a temperatura ambiente
Non c’è nulla di peggio di una sangria tiepida. Al contrario, ben fredda di frigo e ghiaccio va giù che è un piacere. Quindi, usate tutti ingredienti alla giusta temperatura: fredda la macedonia che ha riposato in frigo, così come la spremuta (o il succo) d’arancia, e freddo il vino rosso, che avrete riposto in fresco da qualche ora.
A proposito: con queste dosi, sufficienti per un aperitivo per 4-6 persone, ne occorre una bottiglia. Usate un vino giovane, non astringente, giustamente fruttato e profumato, senza lanciarvi nell’acquisto di etichette eccessivamente pregiate o costose, che non ne vale la pena.
Ricapitolando: dopo che la vostra frutta ha macerato in frigo, versate i due liquidi freddi, date una mescolata e fate riposare ancora un po’, sempre in frigo. Solo appena prima di servire, aggiungerete ghiaccio a volontà.
4. Pensare che non ubriachi
C’è il vino. C’è il liquore. Ed è un drink beverino che, grazie a zucchero, frutta e spezie, si ingolla volentieri invitando a riempire il bicchiere più volte.
Il risultato potete immaginarlo.
Quindi, bevete sangria con moderazione. Oppure, se temete di non riuscire a controllarvi, aumentate la quota analcolica, ovvero il succo d’arancia, magari limitandovi a un solo bicchierino di rum, la cui funzione principale è dare una sferzata aromatica, non (solo!) aumentare i gradi della bevanda.
5. Dimenticare i cucchiaini
La frutta della sangria, rimasta a lungo a galleggiare nella bevanda, è deliziosa. È un peccato che vada sprecata. Fornite gli amici di cucchiaini perché possano recuperare quella rimasta sul fondo del bicchiere, magari prima di versarsi il secondo giro.
Non male anche servire la sangria con le cannucce: io le trovo sempre un po’ cheap, ma sorseggiare un drink con frutta e cubetti di ghiaccio direttamente dal bicchiere può risultare antipatico.
Detto questo se, come è probabile, di frutta comunque ne avanzasse molta, invece di gettarla potete usarla come topping di un semplice gelato di crema, da servire a fine cena.
Che della sangria non si butta via niente.