Ti stordiscono spiegandoti che il Sud…, ti finiscono svelandoti che il piccante… e tu, che non ti eri ancora ripreso dalla scoperta del peperoncino come condimento obbligatorio della pizza, puoi solo abbozzare. Che poi, considerare il peperoncino nazionale come determinante nella scala planetaria della pungenza fa un po’ ridere, quanto a percentuale di capsaicina per grammo edibile siamo decisamente lontani da mostriciattoli superdotati tipo l’Habanero americano, o peggio, il Naga Dorset britannico e il Bhut Jolokia, i peperoncini più piccanti del mondo, vere anestesie ambulanti difficilmente sostenibili anche dal più allenato dei calabresi da competizione.
Se proprio dobbiamo, almeno mettiamo sulla pizza solo i semini del peperoncino (proibita la buccia esterna) che insaporiscono e allo stesso tempo permettono di mangiarla senza trasformare ogni morso in uno sport estremo concluso dall’arrivo dei pompieri.
Lo spalmare ‘nduja e derivati sulla crosta dell’impasto rappresenta una visione intellettualmente così ardita da farmi sentire non all’altezza del dibattito, che abbandono sdegnato anche in presenza di creativi pezzi di polenta con tocco di salume fiammeggiante. Altrettanto ovviamente, banno con regolarità le pizzerie che schierano la famigerata “Picanta”, (variazioni: “Diavola”, “Diavolina”), una normale Margherita farcita con fette di salame piccante del diametro di un’astronave. Povero salame piccante, nato per accompagnarsi con pane fresco e mollica compatta, e ora scompostamente adagiato sulla pizza con tutti quanti i grassi fuori. Cose che andrebbero rubricate alla voce “come rovinare una cena nascondendo il gusto”.
Altra cosa è preparare un percorso di sapori che partendo dal meno piccante abitui gradualmente il palato, magari abbinando del vino o perché no della birra.
Oppure, come faccio spesso, trasformare il sugo al pomodoro in una pizzicante arrabbiata con l’intervento della cipolla di Tropea, meno invadente e sgraziata dell’aglio. Anche se lo so, a molti sembrerà un’eresia.
Riepilogando, condizione non negoziabile la gara a chi mangia più piccante, non siete quel tipo di mangiatore, vero? Basta con oli e creme corrosive tipo ‘nduja che coprono i sapori, vietate anche le fette di salame piccante in formato disco volante. Pollice alzato per l’abbinamento con vino e birra (piccante e bock, lager tedesca un filo forte, il mio preferito).
Che altro in questo catalogo della pizza “red hot chili peppers”?
[Crediti | Link: Wikipedia, immagine: Healthy Delicious]