Ha appena compiuto 20 anni, il Pumpkin spice latte di Starbucks: mix di caffè espresso e latte condito con un elucubratissimo equilibrio di aromi e spezie autunnali capace di ricordare la torta di zucca (la pumpkin pie, per l’appunto), istituzione negli Stati Uniti e non solo che da bevanda iconica del colosso di Seattle si è fatta sapore, letteralmente, nonché identitario insaporitore. Gamma di prodotti nei supermercati USA. La bevanda che si è fatta icona è curiosa fin dalle sue origini, ultimamente rispolverate da Insider attraverso le parole di Peter Dukes, padre del drink.
Giusto un paio di spoiler: il nome che ora ha fatto il giro del mondo era molto diverso inizialmente, e per trovare la quadra hanno davvero fatto indigestione di caffè e pumpkin pie. Non è autunno senza Pumpkin spice latte: la cozy season prende magicamente vita tra un sorso e l’altro, tra sentori di cannella e le prime camicie di flanella (già in agosto in realtà, con la versione fredda ovvero il Pumpkin cream cold brew).
Pumpkin spice latte: alle origini
Nel 2003 nasce il Pumpkin spice latte in un mondo dove la zucca era un sapore apprezzato e comune ma solamente ai fornelli, come purea e come farcia per la pie: di bevande alla zucca non v’era ancora traccia. Il team di Starbucks e dell’allora Liquid Lab ovvero lo spazio di ricerca presso la sede centrale di Seattle si mise a tavolino per cercare di eguagliare il successo natalizio del caffè alla menta piperita, del 2002. Puntarono immediatamente sull’autunno e sui sapori ad esso legati, e la zucca fu un lampo di genio di Peter Dukes: “si è discusso molto su quale sarebbe stato il sapore, e la zucca era in quel dibattito. Torna indietro di 20 anni, se camminavi lungo il corridoio della drogheria c’erano solo due cose che erano zucca: purea di zucca e guarnizione per torta di zucca. Non esisteva nient’altro là fuori. Non esistevano bevande alla zucca”.
Shot di espresso sopra la pumpkin pie
L’abbinamento zucca-caffè piacque subito al team, pur sapendo di dover faticare per trovare l’equilibrio giusto con tale combinazione. Pensarono bene, quindi, di partire dal fulcro della questione: versare l’espresso direttamente sulla pumpkin pie, e assaggiare. E godersi la magia (provare per credere).
La pumpkin pie ha la purea di zucca come protagonista, certo, ma l’insieme è dato anche dall’aggiunta di una parte grassa (svolta dal latte, nel caso del drink di Starbucks) e da alcune spezie ben precise. Racconta Dukes che “le spezie erano davvero importanti: la noce moscata, il cardamomo e la cannella svolgono tutti un ruolo importante nel far emergere la parte più buona dell’espresso“.
Il Pumpkin spice latte stava per essere chiamato in un altro modo
Si parlava di autunno, di spezie, di espresso: ecco perché il team di Starbucks prese a lungo in considerazione l’idea di chiamare il Pumpkin spice latte “Fall Harvest Latte“, per rendere omaggio alla stagione. In alternativa pensarono a “Pumpkin Brulée Latte“. In entrambi i casi, tuttavia, rimaneva sempre indietro qualcosa: non si capiva esattamente quali aromi aspettarsi bevendo una bevanda con un nome generico, per quanto romantico e appropriato per la fall season.
Ecco quindi l’idea vincente, ovvero la scelta per una descrizione meno suggestiva ma anche molto più fedele alle aspettative. Nel caffè troviamo spezie autunnali, aroma di zucca, latte: il nome Pumpkin spice latte si è rivelato ben più che azzeccato, ha dato vita a una nuova gamma di prodotti e di mode alimentari. Per la gioia di Peter Dukes: “L’autunno è il mio periodo dell’anno preferito. Adoro il modo in cui le foglie cambiano colore. È il momento in cui ritorni al tuo ritmo e alla tua routine e il Pumpkin Spice Latte aiuta a catturarlo un po’ in una tazza: mi fa sorridere“. E grazie tante Peter.