Sta per tornare quella voglia di coccole e tepore, di legno affumicato nell’aria e di foglie che mutano da verdi a 50 sfumature di cannella. E, proprio a breve, il porridge sarà protagonista delle nostre colazioni in stile scozzese. O almeno, delle colazioni di chi considera autunno già il 1 settembre (come me). Di fatto il porridge è una preparazione molto semplice, tendenzialmente odiata o amata, ma ecco lasciate in sospeso il giudizio definitivo: aspettate di leggere i 6 errori da non fare nel prepararlo.
Non vi servirà chissà cosa, visto che il porridge altro non è che avena ammorbidita in acqua o altro, con l’aggiunta di x ingredienti a scelta… ma alcuni accorgimenti vi salveranno l’esperienza. Ecco come fare il porridge perfetto e senza errori.
Scegliere fiocchi d’avena non naturali
originario del Nord Europa e adottato da secoli in Scozia, il porridge esige – alla fine- una regola che davvero non i può prescindere: i fiocchi d’avena devono essere naturali e di ottima qualità. Pensate che, anticamente, i fiocchi erano spezzati grossolanamente e non usati interi come oggi, è una scelta personale, l’importante è che i fiocchi d’avena nn siano conditi né dolcificati. E che siano di ottima qualità. Non è difficile trovarne di eccellenti.
Ignorare i 2 metodi di preparazione
Il porridge può essere fatto con due metodi: cotto o “a freddo ovvero l’overnight oatmeal. Il porridge cotto può essere gustato sia caldo (come indica la ricetta originale) sia freddo, mentre l’overnight oatmeal è da gustare a freddo – non essendo prevista cottura.
Overnight oatmeal
Significa che i fiocchi d’avena sono lasciati macerare nel liquido per tutta la notte, senza fretta, senza interferire con il loro potere d’assorbimento. Insomma prepari alla sera, riponi in frigorifero, te lo gusti al mattino. A differenza del metodo con cottura – spiego tutto più avanti – il metodo overnight può essere eseguito aggiungendo sin da subito il latte o la bevanda vegetale.
Cottura sì, ma slow
La cottura va benissimo ovviamente, ma evitate i metodi veloci – spesso suggeriti sulle confezioni dei preparati, tra l’altro. Il porridge necessita di cura e amore, con un pizzico di pazienza. I fiocchi di avena sono un po’ come il riso Carnaroli: devono assorbire i liquidi piano piano, senza violenza e lenza lessarsi, per diventare cremosi.
Andare a caso con liquidi e proporzioni
Acqua e latte o bevanda vegetale sono le scelte classiche per fare il porridge. Una regola non scritta è di mixare qualsiasi bevanda voi scegliate con una parte di acqua, quindi latte vaccino o bevanda di riso/mandorla/ciò che volete con dell’acqua. Cercate di scegliere un latte vaccino poco grasso – parzialmente o totalmente scremato – e una bevanda vegetale senza addizioni di aromi o zuccheri.
Le proporzioni variano da ricetta a ricetta, la più popolare indica un rapporto 1:2 o 1:3. La proporzione varia per due motivi: quella 1:3 è più indicata per l’overnight oatmeal o per un porridge cotto più morbido. L’aspetto finale del porridge deve essere cremosa, quasi collosa, più morbida o più densa a seconda del gusto… pensate che in Scozia si faceva una proporzione leggermente ridotta, si lasciava asciugare il porridge in una vaschetta e poi si tagliava a pezzi da magiare come un fudge.
Cuocerlo direttamente nel latte
Un errore davvero molto comune è cuocere l’avena direttamente nel latte: questa scelta non solo appesantisce la consistenza del porridge, ma ne denatura anche il sapore e rovina le proprietà del latte. Cuocetelo, quindi, in acqua per aggiungere solo all’ultimo un po’ di latte o bevanda vegetale (se volete, a temperatura tiepida).
Zuccherarlo con (troppo) zucchero semolato
Il porridge scozzese originale prevedeva l’aggiunta di zucchero (e whisky…) ma il rischio è di metterne troppo e rendere l’esperienza davvero stucchevolissima.
In alternativa
Con il tempo, il porridge si è evoluto e a parere quasi universale è meglio insaporirlo con numerose alternative – non solo per una questione di salute, proprio per un sapore finale migliore: la banana, il miele, lo sciroppo di agave, lo sciroppo d’acero, nessun dolcificante.
Aggiungere la frutta secca in cottura
Molti preparati per porridge sono già conditi: frutta secca, cacao, semi. Evitate: cuocendosi in acqua, nessuno degli elementi che dovrebbe rimanere croccante rimarrebbe di fatto croccante. Preparate il vostro porridge senza aggiungere alcunché al di fuori di cacao e frutta disidratata (un classico? L’uvetta. Aggiungerla subito va bene così ha il tempo di reidratarsi), nel frattempo tostate in forno la frutta secca e i semi per aggiungeteli all’ultimo. In questo modo mandorle, nocciole, semi di zucca etc rimarranno belli croccanti e saporiti.