Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop, titolo originale Fried green tomatoes at the Whistle Stop Cafe, è il meraviglioso romanzo di Fannie Flagg da cui hanno tratto un film che ha commosso un’intera generazione (Pomodori verdi fritti – alla fermata del treno). Le pagine regalano emozioni indelebili, così come la ricetta originale che le impavide Idgie e Ruth servono ogni giorno ai concittadini negli Stati Uniti del sud tra gli anni Trenta e Quaranta.
Nell’edizione inglese, per la verità, i pomodori verdi fritti sono suggeriti in due versioni: la prima è semplice e prevede solamente il frutto leggermente impanato e fritto in una sorta di strutto, la seconda prevede invece una panatura più spessa e ricca nonché una crema di latte da versare sui pomodori. Il romanzo italiano che ho io, invece, riporta solamente quest’ultima versione più elaborata. Comunque, alla base ci sono sempre loro: i pomodori verdi ovvero, acerbi – il che non significa non commestibili ma solo più aciduli e meno acquosi, e al contempo ricchissimi di vitamine. Sono tante le ricette in cui i pomodori sono protagonisti in una specifica varietà, e quelli verdi sembrano nati per trasformarsi come segue.
Pomodori verdi fritti semplici
Un misterioso omicidio impregna l’afosa atmosfera al Cafè di Whistle Stop e nessuno sa nulla. O tutti sanno tutto. Idgie e Ruth cuociono sulla griglia una strana carne tenerissima mai servita prima e, mentre il quotidiano bollettino della zona passa da bocca in bocca, si frigge e più non posso. Ecco la traduzione fedele della ricetta tratta dal romanzo: 1 pomodoro verde di media grandezza a persona, sale, pepe, farina bianca di mais, grasso di bacon. Taglia i pomodori a fette spesse circa 6 mm, condiscile con sale e pepe e quindi impana entrambi i lati con la farina di mais. In una padella capiente scalda abbastanza grasso di pancetta da coprire il fondo quindi friggi i pomodori fino a renderle color nocciola su entrambi i lati. Penserai di essere morto e andato in paradiso!
Voto finale: qualche difficoltà
Mi sono rimaste un paio di perplessità: ho trovato e usato farina bramata di mais bianco per polenta (quindi, piuttosto spessa), e come grasso di pancetta ho usato lo strutto – anche se credo che avrei dovuto friggere il bacon e riciclarne il fondo. Con lo strutto non è facilissimo friggere: vero è che ha un punto di fumo piuttosto alto ma lo è anche che quando sembra caldo a sufficienza è molto probabile che non lo sia. Ecco quindi le tre probabili ragioni per cui i pomodori verdi fritti siffatti non mi sono usciti come mi aspettavo – ovvero con poca panatura (d’altronde, si tratta di farina di mais pura su pomodori per natura asciutti), un po’ unti (per i miei gusti), poco sodi (riuscivo a tenere in mano la fetta fritta ma non senza difficoltà). Sapore, nonostante ciò? Buoni.
Pomodori verdi fritti con salsa al latte
Eccoci alla seconda versione, che non solo prevede una crema di latte ma anche una panatura fatta sia con pangrattato sia con uova. Come anticipato, questa ricetta di pomodori verdi fritti è l’unica inclusa nel romanzo tradotto in italiano (almeno, nell’edizione vecchiotta che ho io). Qui la traduzione di ingredienti e procedimento:
3 cucchiai di grasso di bacon (e uso ancora lo strutto), 4 pomodori verdi tagliati a fette di 1 cm di spessore, uova sbattute, briciole di pane secco (pangrattato), farina, latte, sale, pepe. Scalda il grasso di bacon in una padella pesante. Immergi i pomodori nelle uova, poi nelle briciole di pane. Friggili lentamente nel grasso fino a renderli dorati su entrambi i lati. Trasferisci i pomodori su un piatto. Per ogni cucchiaio di grasso lasciato nella padella amalgama bene 1 cucchiaio di farina, poi incorpora 1 tazza di latte caldo e cuoci fino a far addensare, mescolando continuamente. Aggiungi sale e pepe a tuo gradimento. Versa sui pomodori e servi tutto caldo. Eccoti il meglio.
E, io, eseguo fedelmente ma fino a un certo punto… perché la salsa non ho avuto il coraggio di farla: sarebbe stato strutto puro, parzialmente bruciato. Detto ciò, non so bene che differenza ci sia tra il bacon drippings precedentemente indicato e il bacon fat di questa versione (credo proprio che il primo sia il grasso rilasciato dal bacon sfrigolante, mentre quest’ultimo sia strutto), ma la mia interpretazione è riuscita.
Voto finale: abbiamo i vincitori, salsa a parte
Buonissimi davvero questi pomodori. Anche se personalmente mi alletta molto di più l’idea della precedente ricetta semplificata e “alleggerita” (ovvero senza uova e senza pangrattato ma solamente con farina di mais), impanare i pomodori con alcuni ingredienti in più regala un risultato oggettivamente migliore. Ed è più semplice farli, viste le perplessità che mi hanno accompagnata durante la prima versione. In ogni caso, porto a casa un bilancio positivo. Adoro questo genere di cose ed è stato suggestivo entrare così nel vivo di uno dei miei romanzi preferiti – feci lo stesso, d’altronde, con il ricettario ufficiale di Gilmore Girls.