Pasta alla Norma: 5 errori da non fare

Tutti gli errori da non fare per cucinare la pasta alla Norma, il piatto siculo con le melanzane, in modo perfetto, come ricetta autentica vuole.

Pasta alla Norma: 5 errori da non fare

Se per gli italiani la vita è una combinazione di pasta e magia, immaginiamo cosa sia per i catanesi la pasta alla Norma, il meraviglioso, profumatissimo, colorato primo piatto inventato nella città siciliana.

La pasta fa la sua parte sulle tavole dell’Isola, presentata in vari modi: pasta con le sarde (bucatini con finocchietto di montagna, uva passa e zafferano), con i mascolini (acciughe piccolissime), ca muddica (con filetti d’acciuga salata dissolti nell’olio bollente più mollica di pane abbrustolita) e –soprattutto in estate– con le verdure (broccoli, asparagi selvatici, melanzane, capperi e olive), tra le quali la più famosa è, appunto, la pasta alla Norma. Seguite questa guida agli errori da non fare e anche a voi riuscirete a cucinare una pasta alla Norma sinfonica, come solo i catanesi sanno fare.

1. Accontentarsi di una ricotta qualunque

ricotta

È l’ingrediente inviolabile, la cui scelta rafforza amicizie o divide per generazioni, crea caste e sub-caste, rimanda a visioni della vita inconciliabili tra loro.

Che sia di vacca, mista mucca-pecora o più rigorosamente di pecora, per la pasta alla norma la ricotta deve essere salata e stagionata per almeno due mesi se la si vuole spolverare con leggiadria su spaghetti o rigatoni.

I messinesi, dal canto loro, ci provano a spacciare come superiore la ricetta della pasta alla norma che prevede la ricotta infornata (prodotto tradizionale siciliano), decisamente più dolce della salata e più diffusa in riva allo Stretto. Però su questo fronte non c’è partita, anche perché il sapore pungente, ma non fastidioso, della ricotta salata si sposa a meraviglia con il dolce della salsa e il gusto fresco del basilico.

E soprattutto, il copyright della pasta alla Norma è decisamente catanese. Comunque, al netto dei campanilismi, scegliete senza esitazioni la ricotta salata. Il top arriva dai monti Nebrodi, dalle zone di San Fratello o Cesarò, ma non è facile da reperire.

2. Sbagliare il taglio delle melanzane

melanzane tagliate

A Catania, il delizioso ortaggio importato in Sicilia dagli arabi va fatto a fettine. Ogni deviazione dalla ricetta originale, come quella recente che per la pasta alla norma vuole le melanzane tagliate a cubetti prima della frittura in olio extra vergine di oliva, o peggio ancora circolari, va categoricamente ignorata.

Dev’essere fetta: e fetta sia!

Sulla scelta del tipo di melanzane i dubbi non esistono. Comprate quelle allungate, il cui sapore tende leggermente verso l’amaro.

Ragione per cui è consigliato salarle e farle riposare dentro un colapasta per mezz’ora. Eliminato l’amaro, non lavate le fette di melanzana. E se proprio dovete farlo, lavate le melanzane intere dopo averle sbucciate.

3. Infarinare le melanzane

Stabilito che le melanzane debbano essere fritte – in olio di arachidi (che ha un punto di fumo molto alto) a 175°C al massimo – va detta anche un’altra cosa: guai a infarinare le melanzane. Queste vanno fritte in purezza, per un lasso di tempo minimo e perché poi devono continuare la cottura anche insieme al sugo di pomodoro.

4. Cedere alla versione salutista con le melanzane grigliate

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Esistono sparute minoranze che provano sommessamente a sostenere come la pasta alla Norma sia deliziosa anche in versione “salutista”, ovvero con le melanzane grigliate invece che fritte, perché tanto sono deliziose in ogni foggia.

Vi risparmiamo i veri pensieri che attraversano la nostra mente in questo momento, ma se si è a dieta, non per forza bisogna mangiare una data pietanza.

E la pasta alla Norma non è roba da mannequin.

5. Portarla in tavola come un piatto qualunque

Norma grattugiata di ricotta salata

La pasta alla Norma nasce sulla tavola. Uniformatevi alle abitudini siciliane e farete un figurone. Servite la pasta condita soltanto con la salsa di pomodoro. Quando è lì, a tavola, fumante, aggiungete qualche cucchiaio di salsa a ogni piatto e guarnite con le foglie di basilico.

Sistemate le melanzane fritte all’interno di un piatto da portata: ciascun ospite, tutto ringalluzzito per l’insperata opportunità, ne prenderà a piacimento. E tornerà sul piatto da portata, nell’eventualità non fosse ancora soddisfatto, dopo le prime forchettate. Per la ricotta invece potete evitare il piatto. Molto più scenico metterla in tavola a pezzi, accompagnata dalla grattugia.