Montblanc in Valle d’Aosta, Monte Bianco in Lombardia e Piemonte, Mont Blanc in Francia e altrove: parliamo di uno dei dessert più evocativi e romantici (nel senso letterario e culturale del termine, non la nostra traduzione melensa), a base di castagne – o meglio, marroni – in pasta spremuta a montagnola, sormontata o circondata da panna montata o meringhette. Come ho fatto per la panna cotta, anche in questo caso mi sono persa a vagare nel tempo per scoprire origini e storia di questo dolce.
Le domande sul chi, sul quando e sul come non avranno purtroppo una risposta precisa… ma sul perché un’idea precisa ce la siamo fatta: il Mont Blanc è probabilmente frutto del movimento sette-ottocentesco che vede scienza e biologia avanzare, e al contempo sentimenti smarriti e insoddisfatti. Si viaggia “errando” sulle nuvole, in cerca di pienezza, su mari impetuosi e su vette inesplorate. Vette, per l’appunto: non è un caso che il Mont Blanc nasca più o meno nello stesso periodo in cui ha inizio l’alpinismo, proprio a fine Settecento, e proprio con la scalata del Monte Bianco.
Il Diciassettesimo secolo
Siamo nel diciassettesimo secolo, un periodo nuovo per l’umanità sia da un punto di vista culturale sia da un punto di vista alimentare. Se oggi vantiamo primati indiscussi sul grano, sulla pasta, sul pane, dobbiamo accettare il fatto che prima del diciassettesimo secolo non avessimo a disposizione chissà quali ingredienti per farli: grano, riso, mais non erano comunissimi, così come zucche e patate arrivarono dalle Americhe non prima di questo momento (gli gnocchi, invero, nascono senza patate… fatelo notare, a chi vi aggredisce con la supremazia dei tuberi in questa pietanza). Cosa si usava per panificati e simili? Si usavano alimenti alternativi come le castagne, frutti considerati utili e funzionali (non a caso, il castagno, era chiamato anche Albero del pane) e che cominciano timidamente a entrare da ora nel meraviglioso e privilegiato mondo della pasticceria.
Tra Francia e Italia Sabauda
Il Mont Blanc è di fatto uno dei primi dolci nordici attestati, senza tuttavia un genitore con nome e cognome, ed era a base di castagne (varietà marroni, adesso) e zucchero di barbabietola. Le sue radici sono legate a Francia e Italia, nella fattispecie al Piemonte, ed è per questo motivo che si crede ci sia il peso dei Savoia. Alcune leggende narrano di come questo dolce sia nato proprio nelle cucine reali sabaude, dove zucchero e castagne non mancavano mai. Tuttavia, non v’è certezza. Non si può dire, inoltre, che il Mont Blanc sia celebre solo in Piemonte: è amato anche in altre regioni come Lombardia e Valle d’Aosta, anche se è sempre più raro vederlo nelle pasticcerie o nei menu dei ristoranti.
Famoso anche in Giappone
Non si sa bene se il Mont Blanc abbia ispirato altre versioni o se si tratti di una coincidenza, ma sta di fatto che in Giappone sia piuttosto comune e apprezzato un dessert molto simile, per fattezze soprattutto: una pasta estrusa a “spaghetto”, con panna montata. In Giappone le castagne sono sostituite perlopiù da zucca oppure patate viola, mentre in altre zone orientali si usano frutti completamente diversi come fragole, pesche e mango.
L’Artusi e il “dolce di marroni con panna montata“
Ho l’Artusi ben posizionato sulla mensola dei libri di cucina, in cucina: è sempre li che mi guarda, ribadendo -nonostante le sue dimensioni ridottissime – i suoi “fenomenali poteri cosmici in un minuscolo spazio vitale” (cit.). La sua Scienza in Cucina e L’Arte di Mangiar Bene del 1891 riporta una ricetta che non si chiama Mont Blanc bensì Dolce di marroni con panna montata. Non siamo dunque certi che sia proprio il Mont Blanc, ma di fatto la ricetta è proprio quella:
Marroni sani e grossi una trentina circa, grammi 500
Zucchero a velo, grammi 130
Cioccolata, grammi 60
*Rosolio di cedro, cucchiaiate N. 3
Cuocete i marroni nell’acqua come fareste per le ballotte, sbucciateli e passateli caldi. La cioccolata riducetela in polvere e poi con tutti gl’ingredienti formate un impasto. Prendete un piatto grande, tondo e decente, collocateci in mezzo un piattino da caffè rovesciato e con lo staccio di crine sopra passate tutto il composto girando via via il piatto onde venga distribuito egualmente. Compita l’operazione, levate in bel, modo, nettandolo, il piattino da caffè ed il vuoto che resta in mezzo riempitelo con grammi 300 di panna montata. È tanto da poter bastare ad otto persone.
*Il rosolio di cedro è un liquore ottenuto dalle scorze di cedro, con aggiunta di succo di limone
Ricetta numero 653, a pag. 354 dell’edizione Giunti, ristampa integrale dell’originale – prima della ricetta dei Biscottini puerperali e dopo lo Sformato di farina dolce.