Se il governo Monti non avesse aumentato la benzina chissà se avrei mangiato di nuovo le bistecche slovene. Che con la tipica precisione mitteleuropea potrei definire “migliori”. Migliori perché nelle macellerie italiane tagli del genere non esistono (quasi) più, queste sono bistecche che la cottura non riduce della metà consegnandole direttamente alla mitologia della carne. E’ una delle fortune di chi abita vicino al confine con la Slovenia.
Una breve gita mi permette di comprare gasolio a 1,308 euro al litro (20 euro in meno su 50l di serbatoio), stecche di sigarette risparmiando 15 euro l’una, tartufi venduti di nascosto a prezzi vantaggiosi, e un procace pezzo di filetto a 24 euro/Kg nelle bottegucce vicine ai cippi confinari, dove ancora oggi si legge distintamente “Regno d’Italia”.
Poi, allungando di poco, mi si aprono distese di centri commerciali con supermercati immensi e parcheggi traboccanti di auto italiane.
Buoni i vini sloveni, da quelli del Collio (Brda) alle zone della costa (Primorska), tutti a prezzi da cartonati italiani.
Eppure negli ultimi anni il costo della vita (e… ehm, scusate l’egoismo, della benzina) era salito, riducendo di molto la convenienza economica della gita.
Una volta era diverso. Si andava nell’allora Yugoslavia per mangiare enormi lubjanske (fettine impanata ripiene di formaggio e prosciutto) nelle umili gostilne (trattorie a buon mercato), oppure per il gusto proibitissimo di ordinare i datteri di mare, allora come oggi vietati in Italia (anche se, con l’oste compiacente…). Si compravano zucchero, carne e altre cose buone che il fatto di essere un paese socialista ma non allineato, consentiva di trovare nei negozi di stato.
Qualcuno ricoderà i succhi della Fructal, le caramelle Pez con la testa di Topolino e gli integratori ricavati dal propoli (introvabili da noi). Le birre Union e Lasko o le cioccolate Kinder e Milka che arrivavano dalla Germania passando per l’Austria.
Tornando alla Slovenia, negli ultimi anni due sono state le attrazioni turistiche amate dagli italiani. Casinò e slot-machines, che hanno attirato i torpedoni dei pensionati emiliani e veneti come le mosche sul miele. Buffet “eat all you can” a 10/20 euro, fiches omaggio comprese. E le belle ragazze slovene spesso costrette a prostituirsi per necessità in improbabili hotel del sesso.
E chissà se ora, con l’infilata di manovre che le tasche degli italiani hanno subito, si tornerà anche per benzina, sigarette e l’OTTIMA carne.