Ogni volta che faccio la spesa vorrei essere qualcun altro. Intendiamoci, col tempo ho imparato a cavarmela, ma smaliziato come una nonna, una mamma [inserire gradi di parentela femminile a scelta] non lo sono mai stato. Per cui, scoprire in un’indagine che gli italiani pensano di esserlo, mi sorprende. Tutt’al più leggiamo meglio le etichette, questo sì. Ammetto anche di cucinare peggio dei miei genitori, fosse per me la cucina italiana sarebbe a rischio estinzione. La mamma mi ha insegnato tutto e i libri sono al secondo posto. La tivù? Sai quanti avvocati avrei pagato se avessi imparato dalla tivù. Matrimonialisti, si capisce.
Chi fa la spesa in casa vostra? La media italiana dice soprattutto donna, con gli uomini in ripresa al sud. Comprando, la prima cosa che guardiamo è il prezzo, poi la “marca” e gli ingredienti. Terrorizzante: pensiamo di mangiare cose meno sicure e meno buone di una volta. E’ così?
Sappiamo comprare il pesce (sarà, a me qualche dubbio rimane), ma di riconoscere le uova fresche dalle altre non se ne parla. Aiuto! Solo la metà di noi sa che la farina 00 è quella di grano tenero.
La domenica continua a essere il giorno della festa, pasti leggeri e brunch ci rimbalzano, gli italiani mangiano di più e possibilmente meglio degli altri giorni. Levatevi dalla testa la cucina molecolare, va forte quella locale.
Mio Dio! Per colpa della crisi quasi la metà degli italiani non mangiano più al ristorante o in pizzeria. Non so come commentare. Se scrivo che certe indagini non vanno prese sul serio, qualcuno salta su e mi ricorda le cifre della crisi. Se mi preoccupo, qualcuno salta su e mi ricorda che certe indagini non andrebbero prese sul serio. Mettiamola così: non è questo il momento migliore per avere un ristorante.
Ora, vista la faticaccia per riassumere i risultati, un segno tangibile della vostra riconoscenza sarebbero due righe di commento. Vi riconoscete nel rapporto tra gli italiani e il cibo ricostruito da questa indagine? Siamo proprio così o sono le solite banalità?
Imamgine: Ciaffi