Cos’è un conservatore? In fin dei conti è un abitudinario: è uno che vuole che le cose rimangano come ai vecchi tempi.
Che cos’è un progressista? E’ uno aperto al nuovo, un curioso.
Ma come si distinguono i primi dai secondi?
Beh, oggi io ho scoperto un metodo. Che chiamerò il “Metodo della pasta”.
[Classifica della pasta artigianale: 12 pastifici senza rivali]
Domenica in famiglia volevamo farci un piatto di pasta (con gamberi e moscardini) e ho aperto la dispensa: c’erano spaghetti, spaghetti integrali (abbiamo deciso di provarli), farfalle, conchiglie, penne rigate, cannelloni, lasagne all’uovo, fusilli. Di solito abbiamo anche le trenette o le linguine, ma evidentemente le avevamo finite.
Quindi: otto tipi di pasta secca. Dai, non è poco. Sono quelli che usiamo sempre.
E allora m’è venuta la curiosità: quanti formati di pasta secca esistono? Prima ho gugolato e ho trovato “circa duecento”. Poi, per avere un risultato empirico, sono andato sul sito di un’azienda grande e grossa. E zigoviaggiando nel sito ho trovato:
— 51 formati nella categoria “I Classici”
— 12 nella sezione “Specialità”
— 6 sei “Piccolini”
— 12 ne “Le Emiliane”
— 8 ne “Gli integrali”
— 3 ne “I cinque cereali”
— 7 ne “I senza glutine”
— 3 ne “I Bio”
Ora, anche senza andare nelle robe strane, scorro i 51 formati “Classici” pensando: sono un italiano di mezz’età, si chiamano “classici”, li avrò ben assaggiati tutti, no?
Invece no.
[Spaghetti di Gragnano: Giudizio Universale]
Quando mai ho mangiato delle “Tempestine”? Gli “Spaghetti tagliati”? Le “Penne mezzane”? Le “Penne a candela”? I “Mezzi canneroni”?
MEZZI CANNERONI? Cosa diamine sono i MEZZI CANNERONI?
Così, scorrendo tutte queste referenze, ho scoperto due cose: che noi italiani siamo malati per la pasta, che se anche in commercio ce ne fossero mille tipi diversi ne vorremmo uno un po’ più lungo o un po’ più corto o un po’ più liscio o un po’ più ruvido.
La seconda è che sono saldamente conservatore, e che per tutte la vita ho mangiato sempre gli stessi dieci, quindici tipi di pasta.
E io che pensavo di essere progressista. Che delusione. Mi consolerò con una trenetta al pesto.