L’essere umano è pieno di contraddizioni assurde, soprattutto quando fa caldo: beve birra il 15 di agosto, predilige friggere nei pomeriggi con 35°C, e sceglie di mangiare gelato in estate. Ecco, quest’ultima è proprio una pessima trovata. Sarei scontata se mi limitassi a sostenere che il gelato debba a mio parere essere mangiato tutto l’anno (che è la verità): voglio proprio enfatizzare un concetto diverso, ovvero che il periodo peggiore per mangiarlo è durante la stagione estiva.
Giugno, luglio e agosto sono i mesi che dovrebbero farci detestare il gelato e invece la maggior parte funziona al contrario, e aspetta ogni anno in trepidante languore la nuova linea estiva di Cornetto e altro. La prova è che nonostante i rincari le vendite dei gelati confezionati continuano a crescere. Ed è proprio ai gelati confezionati che faccio riferimento, e al gelato di gelateria di scarsa qualità (ovvero a base di polverine, preparati, coloranti, troppi grassi).
Mangiare il gelato in estate mette sete
Qualsiasi gelato confezionato industriale, o sbilanciato, vi lascerà non solo un’arsura incredibile (a causa dell’eccesso di zucchero, che alza la glicemia immediatamente, o di grasso che allappa) ma anche una patina amara su lingua e palato. La sete provocata da un gelato sbagliato è sempre poco piacevole, ma in estate con 35°C diventa davvero insostenibile. Se quindi volete prendere un gelato confezionato a causa della sete per il caldo, cambiate idea: non vi servirebbe nemmeno compensare con un bicchierone di acqua subito dopo, perché potrebbe causarvi malessere da shock termico. Nel calderone di questo punto metto anche le granitacce a base di cristalloni di ghiaccio e sciroppi melensi.
NOTA BENE: Garantisco invece che un gelato di gelateria fatto con tutti i crismi (artigianale, che è un concetto interessante da approfondire: saper riconoscere quello autentico non è cosa scontata, soprattutto quando in giro è pieno di gelaterie che dicono bugie) soddisfa senza nauseare né mettere sete, mai e in nessuna stagione.
Solo perché è freddo, non è detto che rinfreschi
Mi potete dire che alla sete ci pensereste dopo, ma che al momento mettere il gelato in bocca regala una sensazione di frescura. Si tratta di un effetto placebo, perché non funziona come la minestrina calda che ristora dopo una giornata di gelo: il gelato è sì freddo, ma nel momento in cui lo deglutite svanisce tutto inesorabilmente. Oppure, nel peggiore dei casi, affronterete il già citato shock termico.
Sono spesso una bomba calorica complicata da reggere
Pensiamo un attimo a quali gelati amiamo mangiare in estate: biscottoni, farciture di cioccolato/caramello/confetture, frutta secca a go go, cioccolato anche in superficie, persino i gusti alla frutta sono da diabete anche laddove sono privi di lattosio (e, quindi, ci si illude siano più “light” e digeribili).
Un gelatino può arrivare anche a 250-300 kcal: come può essere piacevole (notiate che non ho parlato di scelta saggia, bensì di scelta che porti piacere), in estate, col sole che picchia fino alle otto di sera? Vedo questa cosa al pari di chi opta per le lasagne a mezzogiorno in spiaggia. Davvero, vorrei amare il caldo quanto voi.
Dura meno con il caldo
Sembra una motivazione stupida ma non lo è, anzi per me è la più importante di tutte. Tralasciando la sete che può provocare una scelta sbagliata, tralasciando l’eccesso di calorie e il fatto che potremmo rimanere molto appesantiti, il calore estivo scioglie il gelato in tempo zero. Che gusto c’è a mangiarselo, se siamo costretti a ingurgitarlo repentinamente prima che perda consistenza? Il freddo invernale o comunque una temperatura più ragionevole (fossero anche 20°C – che per me è estate, ma io ho dei problemi) garantirebbe un gelato perfetto a lungo.