Ora non dite che parlare di cacca fa brutto. Certo che qui di solito parliamo di cibo, ma anche se facciamo finta di niente e assumiamo l’espressione un po’ schifata, cibo e intestino sono come Stanlio e Ollio, inseparabili, oltre a occupare un sacco del nostro tempo.
Dopo essere diventato a sorpresa un bestseller in Germania, qualche mese fa è sbarcato anche da noi per Sonzogno “Intestino Felice“, il libro a firma di Giulia Engels, venticinquenne dottoranda in biologia medica. E, diciamocelo, arriva giusto per colmare una terribile lacuna: ora possiamo dare un tono alle questioni più basse, che poi chiamale basse… D’altra parte, appartenendo alla categoria femminile, conosco bene quanta attenzione si possa focalizzare sui problemi e i successi da water.
Dispiace, ma non troppo, ammettere che ho passato serate intere con le amiche a scambiare consigli sulla stitichezza e, in altri periodi, sulle coliti assassine: durante queste parentesi a tema si tessono le lodi della tal pasticca al carbone attivo, ci si scambiano bustine di tisane alle erbe con nomi inequivocabili (do you know Puntuale?), il tutto senza entrare troppo nei dettagli, che siamo pur sempre delle signorine.
La Engels ci voleva, diciamolo: scoprire che l’intestino può influenzare l’umore, farci svegliare felici o tristi, e che là dentro c’è molto di più della flora batterica che la pubblicità ci ha presentato come una banda di bulli allo sbando, è molto confortante.
La questione prende tutta un’altra piega: non è più la serata dell’anonima stipsi, ma finalmente ci si può dare un tono parlando di intestino, visto che ne tratta un bestseller.
E soprattutto, cari tutti, per chi ha il vizietto del cibo potrebbe essere una buona occasione per scoprire i meandri di un mondo finora relegato a confidenze di condominio ed entrare di diritto tra i temi caldi di chi ama mangiare, bene, tanto, schifezze comprese.
Inutile minimizzare: avere un intestino sorridente (che non è quello dello smile dell’Activia, ma ci assomiglia molto) è fondamentale per affrontare al meglio aperitivi, cene, pranzi, matrimoni, riunioni di famiglia, merende e caldarroste.
Dobbiamo essere più coscienti di quello che succede dopo aver ingerito la nostra dose quotidiana di cibo gourmet, se no resteremo gourmet a metà. E, a volte, ne pagheremo care le conseguenze.
Con questo libro, mi pare sia caduto un tabù: ora mi sento pronta ad affrontare questioni spinose. Anzi, spinosissime: tipo, ma a voi con il dopo-topinambur va tutto liscio?
No, perché io…
[Crediti | Link: Sonzogno, Guardian]