Giallo, acido e profumato: l’identikit è quello inconfondibile del limone, agrume che incornicia le riviere e le terrazze più belle d’Italia. Grazie a lui ne approfittiamo per portarvi in viaggio attraverso le sue varietà da conoscere, da Sorrento ad Amalfi, Siracusa, Messina, Procida e altri lidi incantevoli.
La pianta di limone (Citrus limon) appartiene alla famiglia delle Rutaceae e deriva da un incrocio tra cedro e arancio amaro. Il frutto, di forma ellittica e allungata ai poli, è diviso in tre strati: buccia, liscia o rugosa e ricca di olii essenziali, albedo, la membrana bianca spugnosa e piuttosto spessa, e polpa aspra e molto succosa divisa in otto o dieci spicchi.
Il succo di limone ha un pH estremamente basso (2,3 – 2,5) e proprietà altamente antiossidanti, caratteristiche che lo rendono ideale non solo in cucina, ma anche in cosmesi, farmacia e pulizia. È ricco di vitamina C, potassio e flavonoidi e vanta benefici anti-praticamente in tutti i campi (anticolesterolo, antibatterico, antinfiammatorio, antisettico, antianemico …), mentre è sconsigliato a chi soffre di gastrite e irritazione delle mucose (duh) . Tutto bellissimo, ci sono però almeno un paio di miti da sfatare: bere acqua e limone a digiuno non serve a disintossicarsi (l’organismo possiede già i meccanismi per farlo da solo) e, se proprio dovete, almeno non bevetela calda visto che la vitamina C è inattivata dal calore.
Forse avrete notato che i limoni sono sempre disponibili, e il merito non è solo della Gdo. I frutti infatti giungono a maturazione in diversi periodi dell’anno a seconda delle fioriture. La prima, tra marzo e giugno, dà origine ai primofiore e ai limoni invernali, che maturano rispettivamente a settembre-ottobre e tra dicembre e aprile.
La seconda fioritura (maggio-luglio) produce i bianchetti, i meno pregiati sul mercato che maturano tra marzo e maggio. Infine, la terza fioritura (agosto-ottobre) dà origine ai verdelli, frutti di giugno e luglio tra i più usati per la produzione di limoncello.
Oggi vi raccontiamo quali sono le 11 varietà di limoni italiani da conoscere, a partire dalle cultivar più diffuse fino ai marchi Igp e Arca del Gusto Slow Food.
Limone Femminello comune
Il femminello è la cultivar italiana di limone in assoluto più diffusa. Il nome fa riferimento alla notevole fertilità con ben cinque fioriture annuali che danno origine, da settembre in poi, a primofiore, bianchetti, marzani, verdelli e bastardi. Il femminello viene coltivato soprattutto in Sicilia orientale e Calabria meridionale e vanta numerose selezioni clonali.
Tra le più pregiate troviamo Zagara bianca dalla fruttificazione costante e produttiva, Siracusano o masculuni caratterizzato da vigoria e alta qualità dei frutti, Apireno Continella senza semi, Santa Teresa apprezzato per i verdelli, Dosaco a basso contenuto di semi e alta concentrazione di succo, Sfusato amalfitano ricco in olii essenziali. Ulteriori cloni sono Incappucciato, Lunario, Sfusato di Favazzina, Quattrocchi e Scandurra. Ce n’è per tutti i gusti, sia che vogliate utilizzare la buccia per profumare la casa o una ciambella, sia per il succo da spremere copioso sull’insalata e nell’impasto di una torta semplice – semplicemente deliziosa.
Limone Interdonato
Questo ibrido è diffuso quasi esclusivamente sul versante ionico messinese e a quanto pare è reduce di una storia avventurosa. Le sue origini si fanno risalire al veterano di guerra Giovanni Interdonato, già colonnello garibaldino il quale, ritiratosi a vita privata, pensò bene di darsi all’agrumicoltura. Da un incrocio “fortuito” tra cedro e il limone locale ariddaru spuntò questo ibrido di forma allungata e carattere decisamente poco agguerrito. Il succo infatti è delicato e poco acidulo e anche la buccia è più dolce che amara: utilizzatela per insaporire i già briosi spaghetti con la bottarga e, se ancora non vi basta, annaffiate il tutto con un bel bicchiere di Grillo o Catarratto.
Limone Monachello
Terminiamo la triade delle cultivar italiane “di base” con il monachello, limone utilizzato specialmente per la produzione di verdelli. Si distingue per la sua resistenza alle malattie, prima fra tutti il mal secco di origine fungina; tuttavia la pianta è poco produttiva e fruttifica piuttosto lentamente. I frutti hanno forma allungata e buccia liscia, hanno poco succo e sono generalmente meno acidi dei femminello. Usateli, con parsimonia, per aromatizzare piatti salati come rana pescatrice e pollo al limone.
Limone Costa d’Amalfi Igp
Il limone da cartolina è proprio lui, affacciato sulle terrazze a picco sul mare della Costiera più famosa. Il limone Costa d’Amalfi Igp appartiene alla varietà Sfusato amalfitano, caratterizzato da forma ellittica e affusolata, polpa priva di semi e un profumo molto intenso, ricchissimo di olii essenziali. Recenti studi scientifici hanno addirittura dimostrato che il Costa d’Amalfi contiene almeno il doppio di composti aromatici rispetto a qualsiasi altro limone. Non sorprende dunque che pochi pezzettini di buccia uniti a ghiaccio tritato diventino un dessert fenomenale: cercate questa “grattachecca” artigianale nei chioschetti ambulanti a Positano, Ravello, Tramonti e tutti gli altri comuni di questo splendido pezzettino d’Italia.
Limone di Sorrento Igp
Aggrappato ai classici pergolati, il limone di Sorrento Igp è il tesoro giallo oro e profumatissimo della Penisola Sorrentina. L’ecotipo Ovale di Sorrento ha forma ellittica e dimensioni medio-grandi, ha succo abbondante e scorza intensamente aromatica. Il suo utilizzo più famoso è sicuramente nel limoncello, ma è da provare anche la marmellata e tutti i sottoprodotti della buccia, dai canditi al sorbetto.
Limone di Siracusa Igp
Il limone di Siracusa Igp è un femminello portentoso: le sue fioriture consentono una produzione costante durante tutto l’anno e ogni frutto presenta caratteristiche ben precise. I primofiore di ottobre sono medio-grandi, ellittici e succosi; i bianchetti o maiolini di aprile sono grandi, gialli e di forma ovale; i verdelli di giugno sono sferici e caratterizzati dalla buccia verde chiaro. Oltre ai piatti tipici come ricotta infornata e arancini (da questo lato della Sicilia sono maschili), il Siracusa Igp è ideale per i dolci: rimaniamo in tema ricotta con sbriciolata e tiramisù, variazioni freschissime di due classici del dessert.
Limone dell’Etna Igp
Non solo vite e vino: la fertilità del vulcano più alto d’Europa dà vita anche al limone dell’Etna Igp nelle varietà femminello e monachello. Entrambi producono frutti primofiore, bianchetto e verdello caratterizzati da colore giallo-verde, forma ellittica e succo aspro e abbondante. Per gustare appieno la “sostanza” del limone Etna non potete esimervi dal rituale dei chioschi di Catania, ovvero il seltz sale e limone per placare la sete estiva.
Limone Interdonato Messina Igp
L’Interdonato di Messina Igp è una specie sui generis, lo abbiamo già detto. Questo ibrido locale giovane e vigoroso (classe 1875, non ha ancora duecento anni di vita) si distingue per la buccia sottile, la forma ellittica dalle estremità verdoline e il basso contenuto in acido citrico che lo rende particolarmente dolce. Definito “il migliore da accompagnare al tè” per gli amanti del genere, noi lo abbiniamo più volentieri agli eterei soufflé e fluffosa, un pieno di effe morbidissime da trattare con i guanti e con il limone più delicato di tutti.
Limone di Rocca Imperiale Igp
Ci spostiamo in Calabria nella provincia di Cosenza per questa cultivar di femminello davvero speciale. Il limone di Rocca Imperiale Igp ha forma allungata, buccia dai colori tenui e polpa quasi priva di semi. Il suo sapore delicato, né acido né amaro, lo rende ideale per aromatizzare dolci e creme: provatelo nella lemon tart con base di pasta frolla o nella cheesecake al limone impreziosita dal cioccolato bianco.
Limone Femminello del Gargano Igp
Grazie a lui anche i pasticciotti acquistano (incredibilmente) una marcia in più. Il limone Femminello del Gargano Igp è una specialità pugliese della provincia di Foggia derivata dall’ecotipo di femminello comune detto Limone nostrale. La sua forza sta nell’intensità del profumo: la buccia è infatti particolarmente ricca di olii essenziali. La varietà si presenta con forme diverse (ellittica, ovoidale, globosa) a seconda della fioritura, ha polpa succosa e sapore citrino poco amaro. Da usare per aromatizzare biscotti e pasta frolla, ad esempio (oltre alle specialità regionali) la crostata al limone semplice e fragrante.
Limone di Procida
L’Arca del Gusto Slow Food recupera questa varietà isolana di femminello ovale. Il limone di Procida sarà presto sulla (e si spera nella) bocca di tutti vista l’elezione della città a Capitale italiana della Cultura 2022. Grosso, spesso e tutto da mangiare, il limone di Procida è anche detto “limone di pane” per via dell’albedo che in questo caso si rivela poco amaro e decisamente appetitoso. Gustatelo nature oppure, per rimanere in tema di specialità isolane, nella caprese al limone, delizia estiva con mandorle e cioccolato bianco.