Due isole, entrambe nel Mediterraneo, ma posizionate ai due opposti dello specchio d’acqua che circonda l’Italia. Eppure, Creta e la Sardegna – lontane millecinquecento chilometri in linea d’aria, ma vicinissime nelle tradizioni – si scoprono molto più simili di quanto pensassero. Un legame storico, che affonda le radici nelle civiltà antiche (nel santuario nuragico di Serri sono stati ritrovati alcuni reperti di origine cretese, a testimonianza di connessioni antichissime), e che oggi viene riscoperto e rinnovato, soprattutto in chiave enogastronomica, grazie all’inedito gemellaggio celebrato tra i due territori in occasione di Saboris Antigus 2024.
Nei due giorni precedenti al grande calendario di eventi che celebra le tradizioni, i prodotti e le specialità della Trexenta e il Sarcidano, regioni storiche della Sardegna centro meridionale, i piccoli comuni di Nurri e Selegas sono stati teatro di un racconto speciale, un incontro tra popoli che hanno portato in dote ognuno le sue ricette più tipiche, scoprendo un sorprendente legame attraverso i cibi, e le mani sapienti di chi da secoli li prepara.
Creta – che è stata anche eletta Regione Europea della Gastronomia per il 2026 – condivide infatti con la Sardegna una spiccata vocazione agricola e cerealicola d’eccellenza che ha permesso nel tempo di costruire una tradizione culinaria che ha moltissimi punti in comune con quella sarda. Ed è stato incredibile vedere quanti punti di connessione ci siano, quanti elementi pressoché identici, quante radicate usanze che si traducono a tavola in piatti familiari, che arrivano in modi del tutto simili in Sardegna come in Grecia.
Le lumache, ma anche la fregula e il chodro
Nell’entroterra del Sud della Sardegna (e non solo), le lumache sono un ingrediente immancabile nei piatti familiari delle feste. Qui, sull’isola, si trova un’enorme varietà di lumache, la più grande di tutta Italia, e le tradizioni legate al loro utilizzo sono moltissime.
Una preparazione molto tipica è quella con la fregula, uno dei tantissimi formati di pasta che legano la Sardegna all’utilizzo del grano. La fregula è una pasta che gioca a fare il cous cous, con i suoi granelli piccolissimi ricavati (rigorosamente a mano) lavorando la semola in un caratteristico recipiente di terracotta, sa scifedda. Pomodoro e lumache sono uno dei tanti condimenti tradizionali di queste terre, che fanno assomigliare questo piatto in maniera stupefacente al Chodro cretese (in greco, χόνδρο), una mistura di grano macinato grosso che si condisce esattamente allo stesso modo, con pomodoro, lumache ed erbe aromatiche varie.
Il pane delle feste
La Sardegna, con la sua grande tradizione del grano, ha un legame stretto con il pane, che è un dono prezioso per le feste religiose e non solo. Pani meravigliosi, decorati come fossero piccole opere d’arte dalle donne del Paese, che in occasione delle celebrazioni più importanti (dai matrimoni alle feste patronali) si riunivano per realizzare queste sculture beneauguranti.
La scoperta incredibile è che anche a Creta succedeva e succede ancora oggi esattamente la stessa cosa: distinguere i pani cerimoniali sardi da quelli greci è praticamente impossibile.
I dolci
Miele, formaggio, mandorle: gli ingredienti dei dolci tradizionali sardi e cretesi sono esattamente gli stessi. E il risultato, spesso, è identico.
Dolci poveri, della tradizione contadina, in cui i prodotti preziosi della terra venivano trasformati in qualcosa di buono, qualcosa da regalare ai bambini nei giorni di festa. Nascono così tanti dolci ripieni di formaggio, fritti nell’olio (altro ingrediente abbondante in entrambe le isole), come le celebri Seadas sarde, che hanno anche in questo caso dei cugini cretesi davvero molto simili nella preparazione e nell’ideazione.
Il miele, frutto del lavoro delle api e produzione d’eccellenza sia a Creta che in Sardegna, è quasi sempre il protagonista assoluto. I kalitsounia cretesi, ad esempio, sono fagottini di pasta fillo ripieni di formaggio dolce di capra e fritti, da mangiare intinti nel miele locale: il ricordo vola subito in Sardegna, ed è davvero sorprendente.