E mi volete dire che una dieta veloce non è il momento migliore della vita? Dài, non è difficile. Basta innamorarsi sopra le proprie possibilità. Anzi, se non dico che faccio la dieta proprio per innamorarmi è solo per non sembrarvi blasfema. Il risvolto positivo di tutte ‘ste diete è che posso permettermi la crema catalana. A pensarci, mi viene da piangere già adesso.
Il vantaggio dell’Erasmus (o dei libri)
Mi do arie da intellettuale sfogliando “Il surrealismo in cucina”. Aiutatemi a dire qualcosa di carino e paraculo sul libro, alla seconda pagina sfogliata mi mancava Diva & Donna. Però le dosi ci sono, il procedimento pure, solo che mi sembrano, come si dice, approssimativi. Recupero la ricetta della coinquilina spagnola dell’Erasmus: latte, vaniglia, buccia d’arancio, un sacco di tuorli e zucchero bianco. Era un tipo cafonissimo ma la caramellatura con lo zucchero bruno, come lei nessuno. Peccato che nelle istruzioni manchi del tutto il procedimento, ci sono solo le dosi.
Il dilemma dell’amido (o dei foodblog)
Nessuno può non avere tutti gli ingredienti e fare comunque una buona crema catalana. Ho provveduto con apposita spesa. Ma scopro possibili variazioni a base di panna, amido di mais, liquore, noce moscata e così via. Varietà anche nelle procedure: far bollire a fuoco vivace la crema no però, suvvia. Dilemma amletico: unisco l’amido 1) ai tuorli con lo zucchero 2) al latte? A voi la dibattuta sentenza.
Come preparare una crema catalana perfetta
- 500 ml di latte
- 6 tuorli
- 200 gr di zucchero
- una stecca di cannella
- un arancio, semi di vaniglia (o estratto in loro assenza)
- 40 gr di amido di mais
- zucchero di canna o bruno per caramellare
Per prima cosa, in un pentolino verso il latte e aggiungo la stecca di cannella, incorporo anche buccia d’arancio e vaniglia. Porto tutto a ebollizione, spengo il fornello e lascio raffreddare.
Nel frattempo, in una ciotola a parte faccio montare leggermente i tuorli con lo zucchero, unisco l’amido e infine verso il latte, filtrandolo attraverso un colino per eliminare arancio e cannella. In tutto questo, mi sono assicurata che la temperatura del latte non fosse troppo alta, perché far coagulare i tuorli adesso sarebbe un peccato. Per evitare di sporcare un altro pentolino, verso il composto in quello che conteneva il latte.
Ora riaccendo il fornello a fiamma media e porto a ebollizione mescolando con un cucchiaio di legno. Vi state annoiando? Leggete “Chi” con la mano libera, ma se bruciate la crema come capitato a me, sono cavoli vostri. Perciò aspettate il bollore con pazienza, abbassate la fiamma e fate cuocere per dieci minuti.
E’ il momento di versare la crema negli stampini, farla raffreddare fino alla temperatura ambiente, e poi trasferirla in frigo. Ecco, ora potete concedervi “Gente”. Quando volete fare pausa, tirate fuori una piccola cocottina dal frigo, cospargete di zucchero di canna e arroventate l’apposito cannello lanciafiamme. Se per caso non l’avete procedete con il ferro da poggiare sopra la crema. Estrema ratio: il grill del forno quando è bello caldo. Quando si è formata la crosticina croccante, rompetela in mille pezzetti e gioite.
Alcuni consigli
Per non sprecare gli albumi avanzati azzardate una frittata light, oppure delle simpatiche lingue di gatto. Suggerirei anche delle meringhe, se amate Waterloo e le sconfitte in genere.
[Crediti | Alterkitchen, Cuochella, Cuochi di carta]