Lo dico? Lo dico: adoro mangiare con le mani.
Magari non gli spaghetti come Totò, di certo non la pasta e fagioli, sicuramente non i tortellini in brodo, ma diamine: quando è fisicamente possibile, è fantastico.
Penso sinceramente che il successo di tanti cult dell’alimentazione sia intimamente legato al fatto che si mangiano con le mani:
— i panini, naturalmente;
— i cuoppi di acciughe o totani fritti;
— le piadine;
— il gelato –IL GELATO!!!–;
— il formaggio;
— il salame;
— i contemporanei bao e la focaccia;
— le torte e i biscotti;
— le merendine e le olive ascolane;
— il kebab e la pizza –LA PIZZA!!!– nella sua versione al portafoglio.
[Mangiare con le mani: cosa, come e dove]
Mangiare con le mani è bello per tante ragioni.
La prima è il movimento di portare le mani alla bocca che è proprio una cosa ancestrale. Siamo stati progettati così, cavolo, come tanti altri mammiferi. È una tale fortuna non essere un serpente o un’oca, che devono mangiare direttamente con il muso.
La seconda è il tatto: affondare le dita nel pane, sentire la fragranza di un fritto, far ruotare con destrezza il cono di un gelato sono sensazioni adorabili.
La terza è l’efficacia: non c’è tecnologia contemporanea che possa farti pulire l’osso di una fiorentina come le dita che lo brandiscono stile 2001 Odissea nello spazio.
Una cosa che adoro su tutte?
In Piemonte gli agnolotti si mangiano anche “al tovagliolo”, cioè sconditi, serviti, semplicemente, su un tovagliolo (al limite con un’idea di burro per non farli aderire).
[Galateo a tavola: come mangiare il cibo difficile]
Beh: mangiare gli agnolotti con le mani –come fossero caramelle– è tutta un’altra cosa. Ve lo assicuro.
Provateci e poi fatemi sapere.
[Crediti | Immagine: Il Guardiano del Faro]