Vi salvano la vita e le tasche dal cibo spazzatura e, come contropartita, chiedono solo un vago senso di disorientamento peraltro piacevole alle vostre papille. Se non si è signorine della tavola, schifiltosi cronici o integralisti della dispensa tradizionale, i cibi etnici sono – quasi sempre – una garanzia in fatto di soddisfazione a poco prezzo. Attenzione, però. Non si sta disquisendo del solito kebap – dalla lettera finale sempre misteriosamente traballante fra p e b.
Stavolta viriamo sull’India, continente ricco di cibo a buon prezzo spesso ancora insondato dai palati italici. Prendete il dahl. Il dahl, a dispetto della sonorità scandinava del nome, è un piatto indiano a base di legumi. Speziatissimo, spesso morbidamente untuoso e piccante quanto basta, è il trionfo della lenticchia – che pure sembra sia in testa alle classifiche dei legumi che stanno più qui ai ggiovani d’oggi.
Ma la vera ancora di salvezza, sdoganata da Bollywood e arrivata persino sulla pizza di certi fast food (fuori dai lidi italici, se non altro) resta la carnazza sobria del pollo tandoori. Provate a darlo in pasto anche alla zia più smanettona ai fornelli, dovrà almeno ammettere che è meglio di un cinese.
E fin qui.
Ma avete mai provato gli snack? Dimenticatevi, ovvio, le barrette nocciolatose di casa nostra, qui i mangiarini da piluccare usciti dall’ufficio sono palline dagli incredibili colori fluo a base di miele e cocco, samosa ripieni di verdure al curry, e gli imperdibili papadam.
Il papad o papadam è un take-away futuristico. Rotondo come un disco volante, friabile come un wafer, di sicuro la prima volta che lo maneggiate vi cadrà in frantumi come lo specchio della disgrazia. E il bruno commesso incappucciato adeguerà la sua espressione alla sventura di mille briciole da raccogliere. Oltre ad avere un’estetica dignitosa (a differenza delle altre orribili delizie indiane) questa chip di finissima pasta speziata è perfetta da mangiare come spuntino del pomeriggio. Messo da parte, certo, quel sovrappiù di sofisticazione che ci avrà anche emancipati, ma nel frattempo ci ha resi avvezzi a cose incommestibili come gli aperitivi a base di pasta alla colla.
Il papadam è comodo, si mangia bene persino a passo svelto, come ogni cibo di strada che si rispetti. Peccato che le succitate signorine non apprezzino. Queste delicate ostie-to-go all’orientale sono sicuramente snack più sani dei famosi concorrenti in croccantezza, tipo Tronky o Kinder bueno. E destano – giuro – una certa occhiuta curiosità nei signorini passanti.
[Crediti | Immagine: Flickr/Sharko333]