Il Mio San Marzano: come funziona la filiera limpida di un pomodoro

Alla scoperta de Il Mio San Marzano, importante progetto di Solania volto a far conoscere questo pomodoro nel rispetto di una filiera limpida e all'avanguardia.

Il Mio San Marzano: come funziona la filiera limpida di un pomodoro

In collaborazione con Solania.

Progetto ambizioso e ammirevole, quello de Il Mio San Marzano: un percorso cominciato diversi anni fa che ha lo scopo di promuovere questo particolare pomodoro italiano. O meglio, promuoverlo a livello internazionale ma sicuramente anche farlo (ri)scoprire ai suoi stessi connazionali: in un periodo storico in cui fretta e superficialità fanno dimenticare valori antichi e offuscare la lungimiranza su sostenibilità e salubrità, è sempre una benedizione che qualcuno si immoli a tali cause. Si parla per fortuna di vertical farming, di agricoltura idroponica, dell’importanza della stagionalità… e, come in questo caso, di Solania che si mette in prima linea per dar valore a uno dei frutti della nostra terra: il pomodoro San Marzano, iconico e verace, dell’Agro Sarnese-Nocerino.

Era il 23 febbraio del 2017 quando Il Mio San Marzano è presentato alla Camera di commercio di Napoli, sotto l’egida della Coldiretti Campania e del Consorzio San Marzano Dop. Non poteva che prendere presa, anche grazie alle realtà coinvolte come ad esempio l’Istituto zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno e la maggior parte della comunità di pizzaioli e ristoratori.

Perché il San Marzano

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Ci affidiamo non solo alle parole di Giuseppe Napoletano – amministratore unico della Solania S.r.l., che definisce questa varietà di pomodoro “un gioiello che contiene delle sostanze uniche al mondo” (antiossidante, digestivo, diuretico, detossinante, ricco di sali minerali) – ma anche alla nostra stessa esperienza: il San Marzano è di fatto una delle varianti italiane migliori e versatili in cucina, ideale sulla pizza, ideale per fare le conserve, confermato da generazioni e tra i più usati anche dagli italiani all’estero. Cresce alle pendici del Vesuvio, a circa 10 km da Pompei: una terra ricca e piena, con tanta acqua a disposizione grazie a una falda acquifera molto alta che consente un’irrigazione al risparmio e una polpa eccezionalmente saporita.

Il San Marzano è allungato, con buccia sottile e una polpa molto soda del tutto priva di semi: difficile non apprezzarlo, sia a crudo sia trasformato in salsa. Ed è antico e autoctono: sembra che la prima pianta di pomodoro San Marzano fu selezionata agli inizi del Novecento presso la masseria Crescenzi, nell’Agro Sarnese-Nocerino. E, qui, è rimasta e ha messo radici fortissime, sociali e all’avanguardia quanto a qualità e tracciabilità.

Un pomodoro di tutti, ma soprattutto Mio

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Di tutti perché orgoglio Dop e marchio di fabbrica italico anche all’estero, ma Mio perché il progetto di Solania è letteralmente adottabile da qualunque imprenditore in ambito cibo e ristorazione. Pizzaioli e ristoratori (e non solo) hanno, grazie a questa iniziativa ormai seienne, l’opportunità di selezionare una specifica particella di terreno nel campo di produzione dell’Agro Sarnese-Nocerino. I pomodori San Marzano Dop cresciuti e colti in quella particella sono destinati a loro, e i “genitori” possono così personalizzare l’etichetta della confezione di latta finale: possono affiggere il logo del locale, la propria immagine o altri segni identificativi come loghi e motti. Lo scopo? Non solo la promozione del frutto ma anche l’esigenza della comunità di pizzaioli e ristoratori di identificarsi in un prodotto vero e sano in tutti i sensi: sano perché buono, sano perché controllato. Infatti, Il Mio San Marzano garantisce il controllo di tutta la filiera dalla semina alla coltivazione, dalla trasformazione fino alla distribuzione.

Filiera tracciata in blockchain

Le etichette sulle confezioni de Il Mio San Marzano saranno come anticipato ricchissime di informazioni utili e destinate a chiunque voglia fruirne: non un semplice QR Code generico – rilasciato dall’Istituto zooprofilattico – ma un QR Code che racconterà direttamente i dati dei singoli soci che hanno richiesto di aderire alla rete d’impresa della cooperativa di agricoltori. Nel settore, Solania con Il Mio San Marzano è stata la prima azienda italiana a decidere di tracciare la filiera del pomodoro San Marzano in blockchain: una tecnologia che serve a certificare in modo indipendente un passaggio di informazioni, senza l’intervento intermedio da parte di un ente terzo certificatore. Sono i singoli “attori” della filiera a fare da garanti: questo meccanismo ha caratteristiche tecniche intrinseche di incorruttibilità e immodificabilità del dato, e la blockchain diventa infatti per il consumatore garanzia della trasparenza nella filiera alimentare.

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Se un anello della catena si rompe, tra la certificazione della semina e quella della prodotto confezionato, il sistema decade e la filiera non è più trasparente. Ecco perché “blockchain” ovvero “catena di blocchi”: se si arriva ad un QR identificativo e condiviso, significa che tutti i passaggi antecedenti sono stati svolti correttamente, approvati, e avvenuti nel rispetto di ogni esigenza di trasparenza e veridicità. Ognuno certifica il proprio operato e fa da garante per se stesso, infine tutti concordano su tutti: ecco l’innovazione (messa in atto grazie alla tecnologia di Authentico, e voluta in primis da Agroqualità), il massimo della qualità nel proprio interesse e nell’interesse del consumatore. Ecco come “semplici” pomodori come quelli protagonisti de Il Mio San Marzano di Solania possono cambiare e migliorare l’etica di un intero settore.