C’è ormai poco da fare: che ci piaccia o no, Halloween è entrato senza bussare nelle nostre vite, con tutto il carrozzone annesso e connesso di travestimenti, dolcetto o scherzetto e perfino di zucche da intagliare.
I genitori se ne sono da tempo fatti una ragione: Halloween è il nuovo Natale, a giudicare dall’entusiasmo con cui i bambini della nuova generazione aspettano ogni anno il 31 ottobre. Effetto della globalizzazione, bellezza, e non è nemmeno un effetto nuovo, a pensarci bene: ogni generazione, in un modo o nell’altro, è cascata a piedi uniti nella tentazione di imitare i cugini americani per essere più cool.
Inutile quindi fare i boomer nel tentativo di boicottare Halloween o di sostenere che i giovani d’oggi sono troppo facilmente influenzabili. Halloween è un fatto con cui dobbiamo fare i conti.
Caramelle dagli sconosciuti?
La domanda è se siamo davvero pronti a farlo. Non tanto per i travestimenti in stile horror e per le decorazioni con le ragnatele, che sono pure simpatiche, quanto per la pratica del “dolcetto o scherzetto”. Negli Stati Uniti, i bambini mascherati girano casa per casa suonando il campanello e chiedendo qualche caramella, minacciando di lasciare uno “scherzetto” per chi non gliela concede.
Una tradizione pure divertente, che sembra incredibile portare in Italia, proprio per il diverso approccio culturale alla famiglia. Qui l’indipendenza dei bambini non è così scontata come lo è altrove: i nostri figli vengono generalmente accompagnati a scuola dai genitori fino alle medie e magari anche oltre, figurarsi se possono essere lasciati liberi di girare per la città elemosinando dolcetti, fatto salvo per le piccole realtà di paese. Senza che nessuno si senta offeso, la verità è che l’educazione italiana – nel bene o nel male – non è di certo una di quelle che rende i nostri figli precocemente indipendenti.
Senza contare la diffidenza verso il prossimo, che fa sembrare incredibile, a pensarci bene, che negli Stati Uniti tutto questo sia possibile: chi si fiderebbe di far mangiare ai propri figli i dolcetti raccolti nelle case di sconosciuti, nella Nazione che ha fatto di uno degli insegnamenti fondamentali della vita il “non accettare caramelle dagli sconosciuti”?
Insomma, il problema da affrontare con Halloween non è tanto se è una festa che culturalmente e storicamente ci appartiene o no. Il problema è capire se sia davvero una festa che si può inserire in un contesto sociale come il nostro, totalmente diverso da quello degli Stati Uniti. Perché se così non fosse, abbiamo un problema in più da affrontare con i nostri figli.