Lo scaffale dei preparati per dolci si arricchisce sempre con novità bizzarre, e c’è di tutto: buste per fare budini, crepes, torte, muffin e chi più ne ha più ne metta. Mi sono incuriosita e ne ho scelti tre – di tre marche diverse e tipologia diversa – li ho testati, analizzati e li ho infine confrontati con la versione fatta in casa della medesima ricetta usando stessi ingredienti e procedimento. Ho preso in esame prezzo del preparato (e degli extra da aggiungere) e prezzo dei singoli ingredienti per fare lo stesso dessert da zero, ho paragonato la lista ingredienti, ho cronometrato tempistiche di realizzazione, difficoltà. Ovviamente, c’è stato anche un assaggio finale di tutto.
Prima che i lettori si scatenino, premetto che la sottoscritta ha una passione tanto per la pasticceria teorica quanto per i preparati: da bambina facevo la ciobar per ogni occasione importante (una volta la misi persino sul pandoro a Natale) e tra le torte preferite da mio fratello c’erano la millefoglie e la torta allo yogurt Cameo. I preparati mi faranno sempre gola, mi divertiranno sempre, mi ricorderanno sempre mio fratello. Se fino a qualche tempo fa, tuttavia, li reputavo semplicemente una scorciatoia comoda per ottenere una cosa buona da mangiare, ora che lavoro da oltre dieci anni nel settore non sono più sicura che convengano. Ma ho voluto capire il perché con esattezza.
Tipologia di preparati
Mi sono concentrata sui preparati per dolci che prevedono acquisti extra di ingredienti, e ho quindi escluso quelli da banco frigorifero al supermercato (quelli che contengono l’impasto pronto da versare direttamente nello stampo). Ho scelto, invece, tre marche e tre tipologie di dessert per avere un paragone concreto sui dolci fatti in casa più gettonati: dolci al cucchiaio, torte cremose, torte classiche. E, contemporaneamente, ho preso l’occorrente per fare gli stessi dolci senza aiuto dei preparati ma in una ricetta simile per contenuto, dosi, mezzi e procedimento. Quindi, per intenderci, non ho fatto la cheesecake Cameo confrontandola poi con una cheesecake fatta in casa qualsiasi: ho rifatto in casa proprio la cheesecake Cameo rispettando il metodo.
Gli acquisti sono stati fatti presso un’Esselunga della mia zona (Varese), non ho approfittato di particolari offerte dichiarate.
Test 1: Budino al gusto di cioccolato, S. Martino
Eccomi con un classico preparato per dolce, perché i budini sembrano sempre una ricetta complicatissima e difficile – non lo è, ma andiamo avanti. Si indica correttamente e come pretende la legislazione “gusto cioccolato” perché di fatto contiene cacao e non cioccolato fondente.
- Costo: 1,99 € + 2 € circa di ingredienti extra. Quindi, circa 4 € per 1 litro di budino
- Ingredienti extra: 500 g di latte per ogni busta (quindi 1 l di latte, io ho usato il mio solito delattosato marca Zymil), 3 cucchiai di zucchero a busta (quindi 6 cucchiai, per circa 100-120 g in tutto). Si specifica che si può usare anche una bevanda vegetale a piacere.
- Ingredienti preparato: amido di mais, cacao, destrosio, sale, aroma naturale
- Procedimento: mettere in casseruola il preparato e lo zucchero, stemperare con il latte, far bollire per 3 minuti e versare in un contenitore per lasciare raffreddare tutto in frigorifero
Procedimento semplicissimo e composto che si addensa davvero nei tempi descritti. No intoppi, sapore piacevole e “casalingo” già quando ancora è caldo. Risultato da freddo, dopo 4 ore in frigorifero: meno elastico del previsto, liscio, lucido, sapore delicato. Nell’immagine, è quello a destra.
La versione fatta in casa
Anche io mi sono orientata di conseguenza su un budino al cacao (e non al cioccolato) usando proprio il metodo più banale che esiste. Ho pesato il contenuto del preparato e ho applicato la ricetta ipotizzando le proporzioni. Quindi:
- Ingredienti: 1 l di latte Zymil, 70 g di cacao, 70 g di amido di mais, zucchero come sopra
- Costo: circa 2,90 € per 1 litro di budino fatto in casa
- Procedimento: pesare, mettere tutto in casseruola e mescolare a fiamma bassa con una frusta fino a far addensare. Versare in contenitore e lasciare raffreddare.
Preparato in 5 minuti compreso il dosaggio degli ingredienti. No difficoltà no stranezze. Risultato da freddo, dopo 4 ore in frigorifero: molto compatto, liscio, sapore molto intenso, cremoso. Meno “budino” e più “crema”.
Test 2: Cheesecake “Le irresistibili”, Cameo
Ho scelto la cheesecake perché è un dolce amatissimo e che chiunque può preparare. Sulla confezione c’è l’immagine di una cheesecake con topping di confettura (che non è compreso). Interessante il fatto che il dolce possa sia essere servito senza cottura sia previa cottura in forno. Io ho scelto la versione cotta in forno perché – per me – l’unica cheesecake degna è la New York cheesecake.
- Costo: 3,60 € + 5,70 € circa di ingredienti extra. Quindi, circa 9 € per 1 cheesecake da 18 cm di diametro stampo incluso
- Ingredienti extra: 500 g di formaggio spalmabile, 200 g di panna fresca, 75 g di burro
- Ingredienti preparato: 150 g di preparato a base di biscotto (biscotto tritato, zucchero caramellato) e 130 g di preparato per la crema (zucchero, amidi modificati, sciroppo di glucosio, gelatina alimentare, bacche di vaniglia estratte e macinate, aroma naturale). Nella confezione è incluso lo stampo di cartoncino
- Procedimento: assemblare lo stampo e, sul fondo, compattare il preparato per la base miscelato al burro fuso. A mano o con le fruste lavorare panna e formaggio, aggiungere il preparato, versarlo sopra la base (che nel frattempo è stata al freddo). Cuocere in forno statico preriscaldato a 160°C per 60 minuti
Procedimento semplicissimo anche in questo caso e fedele alla descrizione. No intoppi, niente imprevisti se non la debolezza dello stampo di cartone, troppo sottile (consiglio infatti di appoggiarlo su un tagliere per poterlo maneggiare e trasportare quando è pieno). Il sapore della crema prima della cottura (che è la stessa se lasciata senza cottura) non è buonissimo: un po’ chimico, sembra uno strano yogurt, vaniglia assolutamente non pervenuta. Anche la consistenza molto elastica mi disgusta un pochino. Risultato da cotta: bellissima alla vista, fedele a quanto si dichiara sulla confezione. Peccato che poi ci sia l’assaggio: consistenza cremosa e bella al taglio ma gusto chimico e nauseante, che nulla ha a che fare con la cheesecake. Migliora da molto fredda, ma solo al primo boccone. Nell’immagine, è quella a destra.
La versione fatta in casa
Ho una mia New York cheesecake che faccio ormai da anni, ma ho seguito invece ingredienti e proporzioni indicati sul preparato. Avevo in casa uno stampo a cerniera da 18 cm di diametro circa, ma garantisco che per lo stampo di una cheesecake ci si può arrangiare tagliando un cartoncino liscio e facendo le pareti con pellicola di alluminio. Quindi:
- Ingredienti: 500 g di formaggio spalmabile, 200 g di panna fresca, 75 g di burro, 2 uova medie categoria A o zero, 150 g di biscotti tipo Digestive, 150 g di zucchero, no vaniglia ma fondo di caffè riciclato per aromatizzare. Quindi, rispetto al preparato, ho dovuto aggiungere uova e lo zucchero ma ho rinunciato alla vaniglia (che, tanto, non si sentiva)
- Costo: circa 8,50 € per 1 cheesecake di 18 cm di diametro + crema extra
- Procedimento: ho sbriciolato a mano i biscotti, li ho impastati col burro fuso e un po’ di caffè e li ho compattati nella base dello stampo. Ho lavorato con frusta manuale panna, zucchero e formaggio. Ho aggiunto l’uovo e ho infine versato tutto sulla base che nel frattempo è rimasta al freddo. Ho cotto in forno statico preriscaldato a 160°C per un’ora. Insieme alla cheesecake da preparato.
Preparato nello stesso tempo dedicato alla cheesecake precedente, compreso il minuto necessario per sbriciolare i biscotti – passaggio eseguito mentre il burro si scioglieva. No difficoltà no stranezze, a parte più farcitura del necessario nelle dosi indicate da me: ho versato quella che potevo nello stampo, e in un vasetto di vetro temperato quella in eccesso. Farcitura molto più liquida rispetto a quella da preparato, ma si è compattata meravigliosamente in forno sia per la cheesecake sia quella nel vasetto di vetro che ho comunque messo in cottura, e che si è rivelato un ottimo dessert. Anche in questo caso: bella alla vista, bella al taglio, cremosa. E il sapore? Non è come la vera cheesecake ma il gioco era confrontare la stessa identica ricetta del preparato, ed è molto buona e corposa.
Test 3: Torte degli angeli gusto vaniglia, Paneangeli
Questa mi è sembrata la classica torta semplice casalinga da domenica, quella da fare in un batter d’occhio e senza molte pretese se non qualcosa di buono da inzuppare nel caffè. Quindi, proviamola.
- Costo: 2,92 € + 3 € circa di ingredienti extra. Quindi, circa 6 € per 1 torta da 24 cm di diametro stampo non incluso
- Ingredienti extra: 3 uova medie, 200 g di panna fresca
- Ingredienti per 400 g di preparato: zucchero, farina di grano tenero, amido di frumento, amido di mais, sciroppo di glucosio, agenti lievitanti, emulsionanti, latte scremato in polvere, addensante, aroma, zucchero a velo imbustato a parte contenente amido di mais
- Procedimento: unire tutti gli ingredienti (preparato, uova intere e panna fredda) in una ciotola e sbattere con le fruste per 3 minuti. Versare nello stampo imburrato o foderato solo sul fondo. Cospargere la superficie con lo zucchero a velo e cuocere in forno statico preriscaldato a 150°C per 50 minuti, sul ripiano più basso
Si prepara velocemente e con semplicità, anche procedendo con le fruste manuali se una persona fosse sprovvista di quelle elettriche. In cottura odora un po’ di uovo. Da cotta e raffreddata è molto chiara e soffice, piacevole di gusto anche se a mio parere davvero troppo dolce e si sente tanto l’uovo. Anche in questo caso, vaniglia debole. Il suo punto forte è la consistenza leggerissima, ma dopo averla mangiata serve avere a portata di mano un litro di acqua fresca. Nell’immagine è quella a destra.
La versione fatta in casa
Per la versione fatta in casa ho scelto una torta davvero basica mantenendo la proporzione di 3 uova e 400 g circa di ingredienti secchi. Come aroma includo il costo della vaniglia, ma io ho usato anche in questo caso il mio caffè riciclato. Purtroppo avevo letto male gli ingredienti sulla confezione del preparato e non ho acquistato l’amido di frumento: userò solamente quello di mais.
- Ingredienti: 3 uova medie categoria A o zero, 200 g di panna fresca, 200 g di farina 00, amido di mais 60 g, 120 g di zucchero, olio di semi 60 g (o burro fuso), lievito per dolci 16 g, aroma, 1 pizzico di sale, zucchero a velo.
- Costo: circa 6 € per una torta da 24 cm di diametro (+ 2 € se si usa anche la bacca di vaniglia o l’estratto naturale)
- Procedimento: ho sbattuto tutto insieme come si fa nel procedimento del preparato. Ho versato nello stampo imburrato come precedentemente indicato, ho cosparso lo zucchero a velo in superficie e ho cotto anche questa torta nella parte bassa del forno statico, preriscaldato a 150°C per 50 minuti.
Ne esce una torta che nulla ha a che fare con il preparato: è compatta, alta, peso specifico più importante, superficie croccante e fragrante ma non soffice all’interno – forse addirittura crudina in mezzo. Ha un sapore meno elegante ma più vero, piacevolmente meno dolce, necessita di 10 minuti in più di cottura. Quindi, dopo procedimento e dosi quasi identici, il risultato non regge il confronto con il preparato per dolci ma con giusto due accortezze in più (montare le chiare, la panna, e cuocere per più tempo) la versione casalinga e basica sarebbe la vincitrice. Di questa si potrebbe fa il bis, e della prima invece no.
Conclusioni
Ho considerato e assaggiato tutto quanto con oggettività – ricordo non solo di non essere prevenuta nei confronti dei preparati per dolce, ma anche che addirittura vi sono affezionata – ed ecco le mie conclusioni.
Quanto conviene, tirando le somme
Ricordo che lo scopo non è assolutamente provare che i dolci fatti in casa sono migliori di quelli ottenuti con il preparato: lo scopo è far ragionare sul fatto che, usando la stessa tipologia di ingredienti e lo stesso procedimento, le versioni fatte in casa sono ugualmente buone e hanno lo stesso costo se non inferiore. Quindi, almeno per le tipologie di preparato scelte, conviene di più la versione casalinga sotto ogni punto di vista: economico, salutare, pratico/tecnico, di mezzi, estetico, tempistico e di sapore.
- Gusto: il budino fatto in casa era quasi identico al preparato, ok, ma più intenso e con meno ingredienti e più semplici. La cheesecake Cameo non è piaciuta per nulla, gusto strano e consistenza sgradevolmente elastica: nemmeno la versione casalinga, come anticipato, è paragonabile a una “vera” New York cheesecake fatta con i crismi ma per lo scopo che mi ero preposta è venuta molto bene. Per quanto riguarda la torta il discorso è più complicato: il preparato è buono e piacevole anche se stranamente elastico da crudo, ma non può (a mio parere almeno) passare davvero per un dolce artigianale. La torta fatta in casa è invece rustica e pesante, ma sa appunto di casa soprattutto considerato budget e tipologia di ingredienti e procedimento molto grezzo
- Praticità: ho analizzato i costi equivalenti alla quantità di ingredienti usata. Va da sé che, facendo un dolce in casa da zero, in alcuni casi si acquista più ingrediente del necessario (ad esempio la farina e lo zucchero, o le uova in confezioni da 4 o da 6), ma sono tutti alimenti di normale amministrazione e che poi sono comunque consumati facilmente. Non ho usato alcun utensile da cucina ad eccezione della mia teglia a cerniera e delle fruste manuali. Il caso più eclatante è il budino: non vedo ragioni per non farlo in casa, se non la pigrizia di pesare il cacao
- Costo e qualità: entrambe le voci parlano da sole, caso per caso. I costi si equivalgono ma, a parità di budget, acquistando i preparati paghiamo anche il packaging e ingredienti industriali
Ho provato che anche chi non ha idea di come si prepari nessun dolce può, prendendo da zero gli ingredienti e sbattendo tutto in una ciotola seguendo la linea di principio del preparato, ottenere dolci ottimi o più che degni (ad eccezione della torta, che va regolata un attimo come scritto sopra). Quindi, poco tempo e capacità o voglia sono scuse che non reggono minimamente.