Chi nasce in Italia tende a ritenere che il tartufo sia un prodotto locale, esclusivamente locale. Tuttavia il tartufo, con la sua lunghissima storia, è presente in tantissimi altri territori fino a coprire un numero molto alto di nazioni e continenti. Il legame di questo tuber con il suolo e con le condizioni climatiche è così stretto che in ogni paese può assumere forme e aromi diversi.
Il tartufo in Italia
Partiamo dunque dall’Italia, dove le specie commercializzabili sono in tutto 9, comprese le tipologie più note, Tuber Magnatum Pico (o tartufo bianco) e Tuber Melanosporum (tartufo nero pregiato). La regione italiana più nota per il tartufo, sia per ragioni commerciali che storiche che culturali, è il Piemonte, dove si svolge anche la Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba. Tuttavia, il tartufo è presente in moltissime altre regioni d’Italia. Il tartufo bianco è diffuso in Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Molise, Abruzzo, Basilicata e Campania. Il tartufo nero pregiato anche in Liguria, Lombardia, Trentino. Senza contare che in Italia si trovano molte altre tipologie non commercializzabili, per un totale di quasi 30 varietà.
Il tartufo nel mondo
Nonostante la fama del Piemonte, il tartufo bianco non cresce solo in Italia. Si trova anche in Croazia, nello specifico in Istria, in Bulgaria e Romania. Inoltre se i tentativi di coltivazione del tartufo bianco condotte in Francia e in Inghilterra andassero effettivamente a segno come sembra, si dovrebbe scrivere una nuova mappa della presenza del prodotto in Europa e forse anche nel mondo. Per quanto riguarda il tartufo nero pregiato invece, la presenza è da rintracciare in molte nazioni europee, tra cui Francia in primis, dove prende il nome di truffe noire du Périgord, in Spagna, Bulgaria e Portogallo. Infine il tartufo estivo scorzone è presente, oltre che in Italia, anche in Turchia, Corea del Nord, Corea del Sud e Marocco.
Le ragioni censite per la presenza di tartufi dal Centro Nazionale Studi sul Tartufo sono 29. Tra esse troviamo, oltre l’Italia: Algeria, Austria, Belgio, Bulgaria, Canada, Cina, Corea del Nord e Corea del Sud, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Grecia, Irlanda, Israele, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Marocco, Messico, Norvegia, Olanda, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca. Tra tutti i paesi, si contende il primato per numero di varietà con l’Italia la Francia con 24 varietà registrate. Tipologie di tartufi sono menzionate anche in altri paesi del mondo, come Albania, Russia, Stati Uniti (si parla spesso del tartufo nero dell’Oregon), Svezia, Svizzera, Turchia, Spagna, Australia.
Italia e Francia per il tartufo
Tra tutti i paesi citati, la raccolta del tartufo in Francia è storica e sentita almeno quanto quella italiana (che tuttavia ha ricevuto un importante riconoscimento dall’Unesco come patrimonio dell’umanità). Non a caso alcuni tartufi sono stati classificati proprio da botanici francesi, come il Tuber Uncinatum, catalogato da Gaspar Adolphe Chatin e il Tuber brumale moscatum, studiato da René Joseph Justin Ferry. Non di rado infatti, questi tartufi vengono identificati anche tramite il cognome degli studiosi. Altri due esempi (uno già citato poche righe sopra) sono quelli del Tartufo nero du Périgord, il tartufo nero pregiato, e il truffe de Bourgogne o de Champagne, il tartufo uncinato. Entrambe le indicazioni fanno riferimento alla zona di diffusione come avviene anche in Italia con il tartufo di Alba, di Norcia o di Acqualagna.
Un gusto universale per il tartufo
Insomma in tantissimi paesi diversi, il tartufo è considerato un ingrediente pregiato da aggiungere alla propria tavola. Sebbene non sia semplice distinguere un tartufo di qualità da uno che non lo è (noi ci abbiamo provato, con i consigli di un esperto) i tartufi sono apprezzatissimi per profumo e sapore in tantissime culture e cucine diverse. Un vero e proprio “gusto per il tartufo” che unisce i buongustai da un lato all’altro del mondo.
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