Gente del Fud 4° episodio: Pasta che scalda, consola, gratifica

 

 

Non so come arrivare alla fine di questo post senza provare malinconia mista a fame incontrollabile. Lo spunto nasce dall’episodio N°4 della web-serie Gente del Fud — un piccolo cult (eddai!) per i prodotti tipici italiani — realizzata insieme al sito omonimo. L’argomento è opulento: i primi piatti della tradizione.

Nel video, la foodblogger Chiara Maci di Sorelle in Pentola, volto noto del programma Cuochi e Fiamme su La7, si confronta con Gaia Pedrolli di La Gaia Celiaca, regina del famoso detto: di necessità, virtù.

Chiara racconta di come i celebri Tortellini di Valeggio, fatti con sfoglia sottilissima tirata a mano e ripieni di carne, siano stati il leitmotiv della sua vita. Gaia invece, in esplorazione costante delle pietanze prive di glutine (è celiaca, appunto), si è appassionata alla densa Polenta Gialla, fatta con la farina di Storo (Tn).

Guardando le due foodblogger evocare ricordi legati alla pasta, ho ripensato ai piatti fondamentali della mia infanzia. Ce ne sono almeno tre:

CAPPELLETTI. Ricordo l’odore degli arrosti. Si spostava dalla cucina raggiungendo ogni angolo della casa 24 ore prima dell’adunanza familiare che ne ufficializzava la “fabbricazione”. Ognuno aveva un ruolo: mio padre, l’autore del ripieno, si occupava della sfoglia, mia madre del brodo e di ritagliare i cerchi con un bicchiere rovesciato e io, che ci crediate o no, era l’addetta alla chiusura. Non farò parola delle controversie familiari su quale parente li facesse meglio.

MILLE INFRANTI o PIZZICHETTI IN BRODO DI CARNE. In Puglia si preparano come buon auspicio per il pranzo di Capodanno, e così, per anni, abbiamo fatto noi. Tanti piccoli pezzi letteralmente pizzicati via dall’impasto, fatto con semolino, uova, pecorino e prezzemolo. Rito semplice, risultato eccezionale.

VINCISGRASSI. Simili alle lasagne ma non ditelo ai marchigiani. La differenza è nel condimento: ragù, besciamella, rigaglie di pollo e se si può, tartufo. Non c’è traccia di pranzi autunnali con i parenti senza vincisgrassi protagonisti.

Raccontate con dovizia di particolari quale pasta della tradizione ha viziato la vostra infanzia, a quale primo piatto, più degli altri, dovete la trasformazione nei gastrofanatici di oggi. Fate rivivere emozioni, infanzia, terre natie, io prendo appunti.