Fuoco! Food Festival: cosa vi siete persi se non siete venuti

Vi raccontiamo cos'è Fuoco! Food Festival, l'evento che porta chef blasonati nel Bosco della Contessa, a Buccheri in provincia di Siracusa, per cucinare sulle braci ardenti senza l'ausilio di minipimer, roner e piastre a induzione

Fuoco! Food Festival: cosa vi siete persi se non siete venuti

Stranezze settimanali dalla Gran Bretagna: non sopportava più la moglie, scappa e vive per 10 anni in un bosco.

Ma non si scappa solo dalla moglie. Prendi noialtri qui: abituati a gente che applaude e si ammassa, annunci, passarelle, caldo, frastuono, polemiche precedenti e successive, ci capita di scappare dagli eventi enogastronomici.

Potete immaginare con che gioia abbiamo accolto questo invito:

— preparate un fagotto (truscia per i siciliani);
— vestitevi in modo consono;
— inoltratevi tra gli alberi;
— sdraiatevi a terra e chiudete gli occhi dopo aver visto gli chef lontani da fornelli e microfoni, senza nessuno intorno che chieda spiegazioni sulla loro cucina.

Bosco della Contessa

Gli stessi chef che, in un’atmosfera da sabba, avrebbero cucinato fin dall’alba del 30 settembre scorso animali interi o interiora bollite sulle braci ardenti o dentro rudi pentoloni.

Aggiungete un tocco di fumo acre tanto da farvi lacrimare, e inizierete a farvi un’idea di Fuoco! Food Festival, evento paracadutato dal nulla (in realtà è alla seconda edizione, ma la prima era stato un affare per pochi) nel Bosco della Contessa, in provincia di Siracusa, tra Buccheri, Palazzolo Acreide e Sortino.

Vi spiego perché Fuoco! Food Festival è diverso da tutti gli altri festival di cucina.

Zona dalla triangolazione culinaria in forte ascesa: è terra di carrube, vi si produce il miele migliore d’Italia oltre, soprattutto, ad alcuni tra i più imperdibili olii siciliani.

I residenti sono noti per tre motivi:

1. L’ospitalità siciliana incredibile ma senza pietà, che può condurre all’arresto cardiocircolatorio per il troppo mangiare;
2. Il modo anomalo di pronunciare la erre;
3. Le grandi bevute di “spiritu re fasciddari”, potente distillato ricavato dal miele e dalla cera rimasti nelle arnie, “cunsatu”, cioè condito, con miele e poi cotto a fuoco lento.

Fuoco Festival

Fuoco Festival

Arrivi a Fuoco e pensi subito alle telefonate che non hai fatto, agli amici che non hai informato. Passata la botta di buonismo pensi con sottile piacere che dovrai sobbarcarti da solo il compito di assaggiare la salsiccia palazzolese, tagliata al coltello, bagnata col vino, cotta sotto la cenere e avvolta nella carta paglia.

La carne cotta nei “canali” e le cervella di pecora, i cui odori si mischiano al sapore grasso del suino nero e alla ventresca del tonno.

Fuoco Festival

Fuoco Festival

Fuoco Festival

Alzi la mano quel siciliano che non ha pensato: potevo farla io una cosa del genere.

Invece l’ha inventata e organizzata Daniele Miccione –caporedattore centrale de La Gazzetta dello Sport– alla bell’e meglio nel 2016, in modo meno confuso quest’anno, anche se bisogna fare meglio.

Aveva inventato insieme al collega Pier Bergonzi anche Gazza Golosa, braccio buongustaio della Gazzetta dello Sport, tanto per esaurire le presentazioni.

L’idea era e continua a essere questa: caro viziatissimo chef, ci vieni a cucinare in mezzo a un bosco senza minipimer, roner e piastre a induzione? E no, non è per un reality di cucina en plein air di cui sono stato incaricato di curare le selezioni.

Questa volta hanno accettato la sfida: Diego Rossi (Trippa, Milano), Cesare Battisti (Ratanà, Milano), Giuseppe Zen (Mangiari di strada, Milano), Tony LoCoco (I pupi di Bagheria), Franco Pepe (Pepe in Grani, Caserta), Renato Bosco (Saporè, Verona) e altri.

fuoco food festival

Fuoco Festival

E considerate che la Sicilia delle tintarelle di ferragosto non potrebbe essere più distante. No, non pagate due euro per la doccia come sulle spiagge di San Vito, però ci si deve adattare.

L’abbeveratoio del bosco diventa un congelatore e l’anguria scavata la botte da cui mescere il vino.

Fuoco Festival

Fuoco Festival

Fuoco Festival

E ora, se vi è venuta voglia, la rubrica dei consigli per Fuoco 2018.

Fuoco Festival

Fuoco Festival

Mettete da parte i tacchi, lasciate perdere le panche, portatevi due plaid, uno per sedersi sulla terra e pranzare, l’altro per avvolgervi quando puntuale, nel pomeriggio, scenderà la nebbia.

Sbirciate senza soffermarvi troppo i piatti che non contemplano la carne. Carne e fuoco sono la vera attrazione della festa.

Amate il vino? Non fatevi ridere dietro, Fuoco non è un percorso di degustazione per esprimere le proprie interessantissime idee su sentori, nuance e mineralità, lasciatevi andare alla prima bottiglia che capita.

vino fuoco food festival

Fuoco Festival

E soprattutto, sfidatevi, perbacco!

Per una volta mangiate senza badare troppo alle apparenze, ‘ché di fumo ce n’è già troppo, e solo Fuoco può smaltirlo.

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MAcro Pane

Fuoco Festival

[CREDIT: FOTO ALFIO BONINA PER DISSAPORE]