Da qualche tempo, nel panorama dei forni dedicati al mercato domestico è apparsa una nuova ed ambiziosa schiera di prodotti, la linea Evolution di Effeuno, che si compone di tre modelli distinti:
- Il P134H 509E Extra Power, specializzato nella pizza napoletana;
- Il P134A 399E, specializzato in pane e grandi lievitati;
- Il P134HA 509E Extra Power, un compromesso per tutti i tipi di pizza e pane, che abbiamo avuto l’occasione di provare e di cui parleremo oggi.
Effeuno è un’azienda italiana specializzata nella produzione di forni statici ed elettici per pizza, nata parecchi anni fa e divenuta subito celebre nel mercato domestico di appassionati grazie al suo primo best seller, il forno Easy Pizza Classic, che proponeva di portare in casa (ed in poco spazio) la tanto desiderata pizza napoletana grazie al raggiungimento dei 509 °C.
Con gli anni, non solo la linea Easy Pizza Classic si è espansa con modelli più alti (134HA) e a doppia camera (234H), ma nuove linee sono state inserite per coprire maggiormente il mercato e la richiesta:
- La linea Gara, dedicata a chi ricercava performance ancor più professionali, la prima a raggiungere i 550 °C;
- La neo-nata linea N da 500 °C, forni compatti pensati per massimizzare il rendimento della pizza napoletana;
- La linea Evolution, che cerca di rivoluzionare la storica Easy montando dei PID digitali sui forni più venduti.
Proprio di quest’ultima famiglia fa parte il P134HA 509E Extra Power (1.659 euro di listino), che abbiamo provato per voi e di cui segue la recensione dettagliata.
Caratteristiche estetiche e materiale
Il P134H 509E è un forno che riprende in tutto e per tutto l’estetica consolidata dei suoi predecessori a controllo meccanico: rivestimento e interni in acciaio inox, sportello con maniglione isolato e triplo vetro rinforzato, piedini per rialzare il forno dal supporto, una scocca in inox posta nella parte superiore che raffigura il logo e devia in piccola parte l’aria calda in uscita, e una bocca d’areazione nera posta a lato del forno in prossimità della ventola.
Le dimensioni sono quanto di più contenuto si poteva promettere con tutta la carrozzeria prevista, fatta di supporti, materiali isolanti, vetro e hardware interno: 53x50x36 le esterne, 35x40x18 le interne, ed un peso complessivo di 30 kg.
La linea Evolution viene recapitata con pirometro laser, chiavetta USB ed il nuovo Biscotto Effeuno da 3 cm, ibrido tra un biscotto e una pietra reefrattaria, pensato per offrire versatilità con tutte le tipologie di pizza, allo scopo di evitare la gestione di due supporti diversi per cuocere prima teglie (con la refrattaria classica da 1 cm) e poi napoletane (con i biscotti porosi da 3 cm).
Le resistenze sono due, poste sotto la pietra (la platea) e nella parte superiore (il cielo), entrambe con un disegno ormai rodato negli anni ed in grado di coprire uniformemente tutta la superficie, al fine da consentire una cottura il più possibile uniforme sia per le pizze tonde che per le teglie rettangolari.
Tra il vetro e la camera permane la classica, spessa guarnizione, utile a mantenere la temperatura costante a forno chiuso e limitare al massimo le dispersioni.
Sul lato estetico, il forno rispetta gli alti standard dell’azienda madre: solido, elegante, pulito, con forse l’unica eccezione della bocca di areazione in plastica dura, un piccolo scivolone rispetto alla qualità complessiva del forno.
Specifiche tecniche
Il vero cuore di un forno, ciò che muove la curiosità degli appassionati, è ovviamente composto dalla sua potenzialità tecnica.
Il P134HA promette di arrivare a 500 °C in 30 minuti (toccando poi i 509 °C di massima) e di offrire un parco di oltre 20 ricette pre-impostate nel fiore all’occhiello della linea: il controllo elettronico di ultima generazione con modalità di lavoro PID nativa avanzata.
Potenza massima da 3.6 kW (da qui la nomina Extra Power), raggiunta in fase di riscaldamento per le temperature più alte impostabili, alimentazione 230/50 Volt – 60Hz. Parametri che portano al limite l’utilizzo in casa con impianti da 3.0 kW (grazie al margine di tolleranza), con
cui viene dichiarato di essere testato, e che per sicurezza richiederebbe almeno i 6.
In prossimità di entrambe le resistenze è posta una sonda molto precisa, che misura le temperature di cielo e platea e le riporta sul PID, utile ovviamente anche al software nativo per le varie configurazione. La precisione è garantita: l’abbiamo testata sulla pietra con un ottimo pirometro laser, e la sua infallibilità ne rende praticamente inutile l’utilizzo.
Funzionalità
Tutto ciò che vorreste impostare sul forno, è gestito dal suo sistema digitale.
Rispetto a ciò che era fattibile sul primo modello Gara (temperatura camera, tempo di attivazione delle due resistenze, modalità eco, timer, luce e 9 programmi pre-impostabili), il ventaglio di possibilità si è aperto in modo smisurato; oggi il nuovo PID (presente ormai anche sui Gara di ultima generazione) ha un sistema operativo vero e proprio con Firmware dedicati.
Il cuore di tutto è ovviamente costituito dalla schermata dedicata alla cottura, con in alto gli eventuali cicli di cottura, al centro il valore di temperatura rilevato dalla sonda superiore (identificabile come quello della camera), a destra la temperatura misurata della pietra, a sinistra i valori impostabili di cielo e platea, mentre al di sotto (espressi in percentuale) i tempi di attivazione delle due resistenze.
Come funzionano? È molto semplice: i due parametri lavorano sulla base di cicli pre-impostati (40 secondi), attivando le resistenze in base al valore immesso.
Ad esempio, con il 50% la resistenza sarà accesa per 20 secondi e spenta per i restanti 20, indicando il funzionamento con i due simboli a destra, che divengono rossi durante il lavoro effettivo.
Ciò permette non solo di gestire al meglio le varie cotture e le varie tipologie di prodotto, ma anche di correggere in corsa ed in maniera rapida certe situazioni, in caso in cui ad esempio si necessiti di avere una colorazione più spinta sotto o sopra la pizza, o se al contrario vogliamo attenuare la cottura su un lato per concentrarci sull’altro.
Gli altri controlli si riferiscono all’avvio delle impostazioni o del programma, al suo stop o alla pausa e al riavvio; sono presenti un timer, una funzione del salvataggio, la luce interna del forno, modalità eco, il boost di una o dell’altra resistenza, il programma pre-riscaldamento e il programma mantenimento, l’accesso alle impostazioni e ovviamente alla pagina dei programmi (P).
Tale sezione è stata resa molto più intuitiva grazie ad una tabella di parametri impostabili.
Oltre al codice identificativo è presente la descrizione, il numero di fasi previste, temperature, potenze e tempo delle varie fasi, così come le variabili di pre-riscaldamento e mantenimento o boost da applicare al prodotto.
Il funzionamento e la sua applicazione, gestita totalmente in touch, è molto semplice: dopo il pre-riscaldamento ai parametri indicati, all’avvio del programma il forno entra nel primo ciclo di cottura (fase 1) per il tempo prefissato e a determinate condizioni, passa alle fasi successive (se previste), e al termine dei cicli entra in mantenimento.
Una versatilità davvero poco paragonabile con il resto dell’offerta concorrente, con cui sicuramente gli appassionati possono divertirsi a dovere.
Tuttavia, permane qualche dubbio circa la standardizzazione dei programmi e le tante impostazioni possibili, come vedremo in fase finale dopo lo stress test.
Lo stress test
Per provare il forno con mano abbiamo deciso di realizzare due prodotti, diametralmente opposti nella gestione:
- Una classica pizza napoletana, la nostra “prova del 9”, utile a determinare la qualità della pietra, la distribuzione del calore e la dispersione termica, che a temperature più elevate deve essere oggetto di importante valutazione.
- Una pizza in teglia lievitata, con impasto multicereali (perché sì, ci piaceva l’idea) che ci ha permesso di verificare al meglio il funzionamento del bilanciamento e la cottura in teglia.
Per entrambe le situazioni non abbiamo utilizzato programmi, ma ci siamo divertiti a spostarci sui vari parametri per verificarne l’efficacia e il loro funzionamento.
Prima prova: la pizza napoletana
Inizialmente abbiamo portato il forno in pre-riscaldamento con i seguenti parametri:
- Platea: 420 °C e 100% della potenza;
- Cielo: 480 °C e 100% della potenza.
A parametri raggiunti, verificando che la platea non andasse oltre i 430 °C, abbiamo spostato i valori di potenza al 30% sotto e 85% sopra, con l’obiettivo di gestire la cottura intorno ai 110-120 secondi, da pratica il tempo migliore per asciugare bene il tipo di impasto scelto per la prova: farina 0 da 330 W, 68% di idratazione e gestione da 24 ore. Anche la potenza della platea inferiore rispetto ai parametri consigliati nel programma P1 si rifà all’esperienza maturata con il modello Gara; generalmente è lecito pensare alla cottura di una napoletana con la maggior parte del carico spostato sul cielo e quindi sull’irraggiamento superiore, mentre alla platea viene riservata una percentuale più bassa in quanto si sfrutta il rilascio graduale del refrattario per cuocere la base.
In ultimo, il cielo è sempre consigliabile portarlo a valori alti ma non eccessivi, in quanto una prematura cristallizzazione della crosta potrebbe limitarne il potenziale di espansione.
Tuttavia, il biscotto ibrido Effeuno si è dimostrato subito avere molte proprietà della pietra classica: in nemmeno 50 secondi aveva portato la prima pizza a cottura della base quasi ultimata, costringendoci a terminare per il restante tempo la cottura sul palino.
Nelle prove successive abbiamo abbassato prima al 10%, poi allo 0%, mentre la temperatura è passata dall’essere a 420°C in platea a 330-350 circa, per evitare che l’inerzia termica della pietra continuasse a rendere difficile il lavoro.
Resta da chiedersi da dove arrivi l’impostazione così alta della platea nel programma P1, ma a parte tali equivoci iniziali potete ammirare il risultato finale in foto: una pizza gonfia in modo uniforme, ben colorata, con i classici spot bruni sintomo della cottura aggressiva, il pomodoro scaldato e ancora succoso, la mozzarella filante.
Trovo che l’utilizzo del boost sia superfluo per gestioni già così potenti, e che il forno lavori in maniera eccelsa anche senza, una volta trovata la quadra; importante è invece il mantenimento, al fine di massimizzare la gestione tra una pizza e l’altra, ma anche in questo caso state molto blandi con le potenze, abbassando di un 5-10% quelle indicate per il ciclo in modo che si accendano in cottura.
I 3 minuti dichiarati tra una pizza e l’altra sono forse eccessivi; se siete rapidi nella stesura/farcitura e gestite bene la cottura, evitando dispersione, è possibile infornare le pizze molto prima di tale tempistica.
In definitiva un risultato davvero ottimo, soprattutto considerando che non parliamo del modello specifico per napoletana (il P134H 509E) che non può che confermare la grande uniformità di cottura e l’indovinatissimo disegno delle resistenze; nessuna delle 6 pizze cotte nel nostro test aveva difetti di sorta, ogni loro parte era cotta in maniera molto omogenea e precisa.
In totale onestà, consiglio sempre una rotazione del disco dopo il primo minuto per accertarsi che ogni parte si colori allo stesso modo, ma nei casi migliori potrebbe anche non essere necessario. Permane l’unico neo nella difficoltà di impostazione iniziale, ma una volta compresi i parametri migliori la strada è in discesa (e si risparmia pure corrente, che male non fa).
Last but not least, la superficie del forno era calda ma non ustionante, un grosso passo avanti rispetto al passato.
Seconda prova: il trancio multicereali
La seconda tipologia di pizza è stata scelta per far lavorare il forno all’opposto dei parametri.
Abbiamo preparato un impasto 100% multicereali (grano tenero bianco e integrale, segale integrale, grano saraceno, semi di lino, miglio, girasole e sesamo), 75% di idratazione e gestione da 24 ore, più le ultime 2 in teglia a lievitare.
Il forno è stato impostato per la cottura come segue:
- Platea: 330 °C e 85% della potenza;
- Cielo: 280 °C e 25% della potenza.
A parametri raggiunti (soprattutto per la platea), abbiamo farcito la teglia con del pomodoro giallo, infornato e avviato il programma per 10 minuti.
Dopodiché, abbiamo verificato la colorazione della base, che risultava ben brunita, ragion per cui abbiamo abbassato la potenza della platea al 50% per evitare di portarla troppo oltre.
Dopo aver posizionato la mozzarella di bufala a fette, abbiamo re-inserito la teglia per ulteriori 2-3 minuti, alzando il cielo al 35% per asciugare il latticello e far colorare la crosta.
Nelle impostazioni di un ipotetico programma, potete gestire tali parametri come due cicli separati: 10 minuti 85%/25% e 3 minuti, 1-2 minuti di mantenimento 50%/20% mentre farcite, 3 minuti 50%/35%.
Nulla da dire, la gestione in teglia rimane sempre una gran sicurezza con la quale, con le giuste impostazioni, è davvero difficile sbagliare.
Si tratta ovviamente di una cottura più permissiva, perché più lunga e meno aggressiva, e vi permette anche di correggere in corsa sbavature o semplicemente comportamenti diversi degli impasti o delle farciture più o meno umide, alzando o abbassando temperature e potenze a seconda del caso; pizze bianche con ingredienti asciutti richiederanno temperature e potenze inferiori rispetto a pizze rosse e/o con ingredienti umidi.
Conclusioni
Il forno Effeuno P134HA 509E Extra Power porta i prodotti dell’azienda ad un livello successivo, rispondendo in maniera chiara a tutte le richieste o alle personalizzazioni fatte dai consumatori sui modelli meccanici, inserendo un controllo digitale di ultima generazione. Quando si prova la comodità e l’efficacia del digitale, è impossibile tornare indietro senza rimpianti. Consumi nella media di settore, gestioni millimetriche, uniformità di cottura, coibentazione e versatilità sono sicuramente i suoi punti di forza più marcati e distintivi.
La teglia sorprende sempre per comodità ed efficacia, ma parliamoci chiaro, è nella realizzazione di una napoletana perfetta in spazi comodi che i forni Effeuno portano da sempre una soddisfazione immensa. Certo, stiamo ovviamente parlando di macchine mono-pizza, che perdono di efficacia sui grandi quantitativi, ma sarebbe illogico paragonarli a modelli pensati per la produzione in massa.
Le uniche perplessità rimangono sulla forse eccessiva quantità di personalizzazioni e impostazioni di un prodotto che sì è denominato “professionale”, ma la cui fascia di mercato nasce e si rivolge a utenti domestici appassionati, non a professionisti.
In sostanza, la linea Evolution è stata creata come naturale evoluzione della Easy Pizza Classic, diventata celebre per quello specifico target, mentre la linea Gara è sempre stata rivolta a chi cercava un approccio ancor più tecnico, di studio professionistico.
Il dubbio è quindi sul posizionamento molto incerto di questo prodotto, espresso nelle due domande seguenti.
Ha quindi riportare tutti questi parametri (resistenze e potenze, boost, fasi di cottura) a questo tipo di pubblico, o era sufficiente una temperatura unica della camera e le potenze (come nei vecchi modelli digitali Gara) al fine da semplificare l’utilizzo ai meno esperti?
E se la risposta è “sì, ha senso”, quali sono le differenze che giustifichino l’acquisto dell’odierno Gara (2.399 euro)? Il nuovo Effeuno P134HA 509E Extra Power è dotato del medesimo PID, di una coibentazione migliorata, di 40 °C massimi in più, ventola frontale e due biscotti forniti, per un prezzo complessivo di 1.659 euro a listino, ovvero quasi 800 euro in meno. Se al netto dei miglioramenti strutturali le funzionalità offerte sono le medesime, non si rischia di cannibalizzare eccessivamente un prodotto valido?