Dopo attenta valutazione, l’ultima volta che ho sfogliato le foto sul telefonino, mi sono messo davanti al fatto compiuto: ossessione da cibo? Su circa 700 fotografie in archivio, almeno 400 riguardavano cose da mangiare. Qualche mia ricetta, crostate di frutta più o meno riuscite, pecan pie, delle bistecche, perfino basi di pasta briseée prima della cottura. Immancabili le immagini scattate nei ristoranti, riconosco la cacio e pepe di Flavio a Testaccio, vari curry, e una pizza di cui non ricordo la manufattura.
Con la determinazione che portò gli inglesi a conquistare un impero, ma senza renderme conto, prendo il telefono ogni volta che ho qualcosa di commestibile a tiro, e… scatto. A stimolare i clic non sono solo i piatti che mi accingo a divorare, anche quelli dei miei commensali. Alcuni, educatamente, non me lo fanno notare, altri invece fanno lo stesso, in un vorticoso incrocio di dita, posate e tovaglioli. Mi capita addirittura di escogitare trucchetti da food stylist (un’allungatina alla colata del fondant, la spruzzata d’acqua sulla scultura di carota…), poi smetto, penso di essere malato e inizio a farmi delle domande.
Il punto è che in questa ossessione sono tutto tranne che solo. Pensate che non abbia sfogliato gli archivi fotografici negli smartphone degli amici? Oltre metà delle foto riguardano il cibo.
E devo confessarlo, non mi limito all’iPhone.
Nella pur sporadica frequentazione dell’immane galleria di Flickr ho sottoscritto almeno 4 gruppi di fotografi altrettanto in fissa.
1. I Ate This, uno dei più celebri in assoluto.
2. I love food group, simile al precedente anche per numero di iscritti (circa 25000).
3. Professionally Looking Food Photography, per i momenti da fotografo professionale wannabe.
4. Food Porn, già che siamo in vena di confessioni (sarà per il nome ma gli iscritti al gruppo sono 35000 con 700.000 foto!).
E non voglio annoiarvi elencando tutte le app che ho scaricato per condividere la foto-ossessione. Mi limito alle preferite:
1. Instagram,un classico del genere.
2. Foursquare, anche e soprattuto per segnalare ristoranti.
3. Foodspotting, utile per non affidarsi al famigerato Tripadvisor se ci si trova in qualche sperduta parte del pianeta.
Oltre alle emergenti fiddme e Snapdish, da provare e riprovare.
Dal quotidiano britannico Guardian, vengo a sapere di uno studio che appaga la mia fame di statistiche. Lo studio spiega i motivi per cui condividiamo le foto.
Il 25% delle foto scambiate su internet documentano ciò che mangiamo ogni giorno, senza una ragione precisa. Diciamo una specie di diario gastronomico. Il 22% certifica le nostre imprese culinarie (dalle ricette alle scorpacciate fuori casa). Il 16% serve a condividere un’occasione speciale. Il 12% sono tentativi di fare “food art”. Il 10% celebra un’occasione familiare, mentre appena l’8% delle foto viene scattata con l’obiettivo di raccontare un ristorante.
Sempre il Guardian scrive che i ristoratori hanno ormai metabolizzato i tormentati dello scatto. Tranne poche eccezioni. Mi risulta sia così anche in Italia.
Ditemi di voi adesso, degli scattti di improbabile “food art” che custodite gelosamente nei vostri smartphone, di come cercate, senza riuscirci, di tenere sotto controllo l’istinto per il clic. Condividete foto nei social media? Usate qualche app? Cosa ritrae la figurina numero 1 che mostrate orgogliosi agli amici?
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