Si danno per scontate un sacco di cose su Starbucks, soprattutto qui in Italia dove non è mai stato accolto con un 100% di benevolenza. Da quel 2016 che aprì il primo store, lo scetticismo non è ancora svanito del tutto. Se i gusti personali non si discutono, riesce difficile non combattere le polemiche sterili e a priori: qui a Dissapore lo facciamo sempre, soprattutto quando le oggettività sono ignorate se non affossate. Eccomi quindi a raccontare un’iniziativa positiva che riguarda la Reserve Roastery a Milano in Piazza Cordusio, dove regalano i fondi di caffè così da permettere a chiunque di riciclarli in giardino o nelle piantine in vaso.
Nell’azienda non è tutto rose e fiori (ci sono inchieste in corso sul lavoro minorile nelle piantagioni, e spesso il lavoro si blocca causa scioperi), ma oggi mi concentro su qualcosa di bello. Ho chiesto agli store manager e a quanto sembra questa del riciclo è un’idea nata e circoscritta li nelle ex Poste centrali, dove la filosofia Starbucks è rappresentata con una passione e una professionalità incredibili. Piccola parentesi: a differenza dei singoli store qua e là nelle città (Milano, Firenze, Bologna, Bari), nella Roastery ogni chicco arriva “crudo”, è tostato e confezionato in loco nelle diverse sfumature e da tutto il mondo, è estratto con ogni metodo dall’espresso al pour over. Parte di questa attenzione è dedicata appunto al ridurre gli sprechi il più possibile: ecco quindi i fondi di caffè da riutilizzare e, pian piano, la diffusione dei bicchieri riutilizzabili.
Il caffè non è buono solo quando è in tazza
The goodness of coffee goes beyond the cup, ecco cosa si legge sul pacchettino in alluminio che contiene i fondi di caffè di un fine-giornata da Starbucks Reserve Roastery a Milano. Non ti lanciano solamente l’idea ma ti spiegano anche come procedere: “il materiale di scarto alla fine dell’estrazione del caffè può essere una risorsa preziosa per la crescita delle piante. Puoi spargere i fondi direttamente sul terriccio o aggiungerli al compostaggio degli altri rifiuti organici“. Sulle confezioni è segnalata anche una data di scadenza, che per i fondi di caffè equivale a due giorni: insomma, da prendere se si intende riutilizzarli subito.
L’iniziativa è gratuita e non è vincolata all’acquisto né al consumo: potete quindi entrare da Starbucks Reserve, prendere un pacchettino e andare via. Per fortuna, lo spirito di riciclo che ruota intorno ai fondi di caffè è davvero intenso: Lidl per esempio ha creato una linea di abbigliamento partendo proprio dagli scarti dell’oro nero, a Firenze c’è una fattoria che produce partendo dai fondi di caffè anziché dalla terra, in Finlandia li usano per fabbricare scarpe da ginnastica.
I fondi di caffè per il giardino, e altri usi
Il coffee roasting è una vera e propria arte al pari della mescita di vino e del fine dining: un universo affascinante tutto da scoprire. E non ho paura a scriverlo: dovremmo prestargli attenzione soprattutto noi italiani, che insistiamo per candidare l’espresso come patrimonio Unesco ma poi manco lo sappiamo fare né lo conosciamo a fondo. Polemiche a parte, qualsiasi sia il vostro modo preferito di fare il caffè, ricordatevi d’ora in poi di non buttarne via i fondi perché la loro vita non è finita: possono servire a tantissime cose, dal profumare armadi al riflessare i capelli, dal creare saponi e candele ad aiutare il giardino.
Quando usarli e quando non usarli nel giardino o nell’orto
Usare il caffè avanzato per aiutare le nostre piantine ornamentali o dell’orto è semplicissimo, ma attenzione che non tutte le piante e i fiori apprezzerebbero questo gesto etico ricco di potassio, azoto e fosforo.
Per esempio, evitiamo di usarli se nella terra abbiamo piantato pomodori e broccoli; al contrario li raccomandano per frutti di bosco, mele e meloni, prezzemolo e aglio. Sul come usarli, ho letto che i fondi di caffè possono servire da fertilizzanti giusto una volta al mese, e che un leggero strato di caffè posto intorno alla piantina dovrebbe comunque essere coperto dalla terra. Non sono un’esperta in materia, consiglio infatti di rivolgervi a qualche professionista del settore.