“L’ho sempre detto che la cucina non è roba da donne”. Questa frase sibillina scritta ieri dall’editor Stefano Caffarri—parlando d’altro—ha innescato la reazione indignata delle lettrici di Dissapore. Domanda per chi legge. Ma dobbiamo crederci a ‘sto trip vagamente misogino? Siete convinti che solo gli uomini fradici di sentimento come i babà di rum possono sostenere di aver mangiato cose perfette cucinate dalle proprie madri, sorelle, mogli, amanti? [Inserire qui altri gradi di parentela]. Se restiamo nel campo delle leggende, c’è anche il risvolto della medaglia. Dicono che siccome le femmine sono realistiche, quindi immuni dal delirio megalomane che fa il grande cuoco, non esistono ristoranti pilotati da donne chiusi per fallimento, fuga a Cuba o arresto dei titolari per spaccio di cocaina. Tutta roba che nella ristorazione maschile è all’ordine del giorno.
Un momento. Non rispondete prima di sapere che pochi giorni fa a Milano, una squadra di foodblogger maschi reclutati da Voiello, ha superato la controparte femminile alla prova del cuoco. Sapete da chi era composta la maschia squadra? Andrea Bezzecchi, Jacopo Cossater, collaboratore di Intravino, Stefano Caffarri, di cui sopra. E qui il cerchio si chiude.
[Immagine: L’Espresso Food&Wine]