Ripresa l’Autostrada del Brennero verso Nord, si tratta di affrontare la strada che porta in quota, fino ai 1036 metri di Fiè allo Sciliar. In Piazza del Duomo, tenuta in modo maniacale come consono a queste altitudini, c’è il torrione tozzo del castello, sede oggi di un Romantik Hotel in effetti romanticissimo. Vanto della Casa, il ristorante Turmwirt, condotto da generazioni dalla famiglia di Stefan Pramstahler. Prendere posto nella sala da pranzo o nelle Stuben non cambia il tocco del personale, unico nel farti sentire amato semplicemente per il fatto di essere ospite. Gli assaggi proposti dalla cucina sono tanti e tutti di livello. Dal semplice riso alle erbe dell’orto con filetto di cervo al foie gras con le ciliege tiepide. 51 eurini per la Degustazione di 5 piatti, pre e post d’ordinanza. Imbarazzo della scelta per i vini trentini, felicità torrenziale.
Mi porto fino ai 1431 metri del Passo Pinei e varco la soglia del mondo ladino, e della Val Gardena. Mozzafiato. Lo scrivono tutti, finalmente tocca a me: lo spettacolo è mozzafiato. Esperienze di vertice anche all’Anna Stuben, ristorante del lussuoso Hotel Gardena di Ortisei. Armin Mairhofer in cucina maestro d’alchimie e Franz Lageder in sala, offrono un servizio con entrambi i piedi al di là della soglia della perfezione, guanti bianchi e trattamento a tavola d’altri tempi.
Nella carta di vasto orizzonte spicca il percorso del menù Zacan Y Ncuei (Ieri e Oggi), fatto di 8 piatti della tradizione ladina riscritti dalle fondamenta: uovo, patate e speck, un canederlo e goulash inaspettatamente lieve, e la formidabile tazza di polenta e gelato al gorgonzola, con semi di faggio tostati. Carta dei vini sterminata, 72 euri. Ho scritto: settanta-due.
Salire ancora? Certo, con la Funivia fino all’Alpe di Siusi, a 1844 metri. Posti da malghe, polenta-e-salsicce e tagliere-del-contadino. Invece qui, sul mitico sentiero di Paula e Hans, si inciampa nella Grosten Schwaige, una baita per gourmet dai piatti semplici e perfetti, su tutti il minestrone con le verdure dell’orto e il canederlo al formaggio. Aperto solo a pranzo, la sera accetta prenotazioni solo se c’è il numero sufficiente per aprire.
Considerazioni sparse: la cucina d’alta quota è alta anche nella resa. Interessante perfino nei piatti ipercalorici per sciatori e boscaioli, rivela una buona creatività. Il livello dell’ospitalità è introvabile altrove, i prezzi di strepitosa convenienza. Ancora in agguato il tipico, e a tratti il temibile pittoresco.
Segnalazioni sparse fin che se ne vuole: El Filò a Pozza di Fassa, cucina valligiana alleggerita; Malga Panna a Moena, ottima tavola della tradizione; Tilia a Vandoies, un tocco d’internazionalità nel ventre della montagna. Altre spiate, gradite assai.
Conquistata l’Alpe di Siusi (1844. mslm) da Castelrotto.
La prima parte è qui.