Non c’è molto da fare per preservare la frutta che ha breve stagionalità: metterla sotto spirito, sciropparla oppure farne una conserva. La confettura di pesche ne è un esempio: già da fine agosto la pesca inizia a scarseggiare, portiamoci quindi avanti ora che sono disponibili tante varietà e la qualità è al massimo! Attenzione però a non sprecare materia prima e sforzi: ecco 6 errori da evitare, dal peggiore.
1. Morire avvelenati per aver maneggiato male i noccioli
Buona la frutta eh, buonissima, un tesoro prezioso… ma attenzione perché moltissimi noccioli e semi di frutta contengono sostanze tossiche più o meno pericolose. Le ciliegie ad esempio, i semi delle mele (motivo per cui non andrebbero ingeriti né dati nemmeno al proprio animale domestico), e i noccioli di pesca sono quelli forse da temere di più: ogni nocciolo, infatti, contiene circa 0,5 mg di cianuro. Cercate di non romperli, lavate polpa, coltello e mani se entrano in contatto con la parte interna del nocciolo, non fateli cuocere.
2. Non conoscere le varietà di pesche e le caratteristiche di ciascuna
Se abbiamo in casa una grande quantità di pesche che stanno per andare a male, allora valutarne varietà e caratteristiche passa in secondo piano… MA se si intende acquistare delle pesche appositamente per farle in confettura, allora dovreste consultare questo articolo e scegliere la varietà più adatta (magari la più vicina alla vostra zona d’origine).
3. Scegliere pesche troppo acerbe
Scegliere pesche troppo acerbe per paura di sceglierle eccessivamente mature è un errore comune. La frutta raccolta, staccata dal ramo, a casa può maturare ma non nella maniera che speriamo: diventa solamente più morbida e acquosa, non più saporita. Se siete in dubbio davanti a una distesa di pesche, chiedete al fruttivendolo un consiglio.
4. Soffocare la pesca nello zucchero
Purtroppo, è difficile ridurre più di tanto lo zucchero in una confettura o marmellata casalinga – lo scopo dello zucchero è quello di conservare e conferire consistenza – ma metterne troppo è peggio che metterne troppo poco. Provate quindi con la minima proporzione plausibile: nel caso delle pesche, che sono sia zuccherine sia acidule, 700 g ogni kg di frutta.
5. Non usare il termometro da cucina come riferimento
Questo è un errore comune a tutte le confetture o marmellate: andare a occhio non sempre è una buona idea, e non sempre serve. Certo, la “prova del piattino congelato” (far colare un cucchiaino di confettura su un piattino congelato, inclinarlo e vedere se questa arresta la sua corsa o gocciola giù) è una buona indicatrice, ma se non volete sbagliare né correre rischi allora affidatevi al termometro da cucina. Quando questo indicherà la temperatura di 105-108°C, la confettura sarà pronta.
6. Non setacciare la confettura
Le pesche sono frutti molto fibrosi e filamentosi, sarebbe un peccato – soprattutto se non esperti di questa preparazione – non frullarla con un frullatore a immersione e non setacciarla in un colino a maglie strette. Potete certamente lasciare qualche pezzo intero e più consistente, ma setacciate la rimanente per una consistenza cremosa e spalmabile.
Concludo con un consiglio, che non fa parte degli errori da evitare visto che alla base c’è sempre il gusto personale: aromatizzate la confettura di pesche! Mandorle caramellate, cannella, rosmarino, vaniglia, amaretti, fiori di sambuco…