I gourmet si dividono in 2 categorie: quelli che mangiano il Risotto con la Foglia d’Oro di Marchesi e quelli che leggono resoconti di chi ha mangiato il Risotto con la Foglia d’Oro di Marchesi ingozzandosi di cibo spazzatura sul divano. Io appartengo alla seconda. Ma così come “le persone di gusto sanno vestirsi bene anche comprando al mercato” — ©Giorgio Armani — gli scaffali dei supermercati sono ricolmi di delizie sottovalutate, autentiche nella loro sofisticazione alimentare. “Comprato e Mangiato” proverà a dimostrare che sono Troppo Buone per Essere Finte.
Avevo 5 anni ed ero a una festa dell’asilo, una di quelle feste a cui ogni madre contribuiva con una torta. Bei tempi quelli, in cui le donne stavano a casa e facevano le torte. O lavoravano tutto il santo giorno, ma NON SI CONSIDERAVANO ESENTATE dal fare delle torte! Altra tempra.
In ogni caso, stavo mangiando con avidità una deliziosa fetta di torta al cioccolato, fatta dalla mamma del mio amico Filippo. Non ero che a metà quando mia mamma si avvicinò e mi disse che la torta della mamma di Filippo era finita subito, e Filippo era molto triste perché non era riuscito a mangiarne nemmeno una fetta, e che lei pensava che sarebbe stato bello se gli avessi lasciato la parte restante della mia. Madri, macchine perfette per generare sensi di colpa! Sapevo che si trattava di una scelta obbligata e quindi abbandonai il mio avanzo di torta, non senza una tremenda pena interiore – come è evidenziato dal fatto che a distanza di 23 anni io ricordi in toni perfettamente vividi tutto l’accaduto.
Bene, oggi ho comprato la Torta Tenerina al cioccolato Rizzati e, BAM! con venti anni di ritardo quella metà di torta al cioccolato mi è stata restituita dalla vita. Per inciso, credo che questa vicenda esemplifichi molto bene il concetto di Karma, un’idea che amplierò nel mio testo “Lo Zen e l’arte di aspettare la torta al cioccolato”.
La Torta Tenerina Rizzati – il nome non l’ho inventato io. È così ridicolo che non riesco nemmeno a trovare spunti per ironizzarci sopra – mi ha destato echi così remoti perché, a differenza delle torte al cioccolato che ho mangiato negli ultimi tempi (dove per “negli ultimi tempi” intendo “negli ultimi decenni”) è una vera torta, non uno di quei dessert decadenti e sfrontatamente cioccolatosi che vanno per il nome di torta. Nella tassonomia linneana delle torte che sto faticosamente e caloricamente componendo, questa appartiene alla specie torta, sottospecie torta.
Sul nome: il sito dice, nel merito, che: “I buongustai ferraresi, con una espressione colorita ed efficace del dialetto, presero a chiamarla “Torta Tacolenta” per esaltarne l’interno un poco appiccicoso che si scioglieva in bocca, deliziando dolcemente il palato. Oggi, con il nome più gentile [sic! N.d.R] di “Torta Tenerina”, viene (…) da noi prodotta artigianalmente, nel rispetto più rigoroso dell’antica ricetta.”
Ingredienti: cioccolato puro al 70%, uova, burro, zucchero, emulsionante di monodigliceride, aroma naturale. Da Eataly la monoporzione (60 gr) costa poco meno di 3 Euro.