I gourmet si dividono in 2 categorie: quelli che mangiano il Risotto con la Foglia d’Oro di Marchesi e quelli che leggono resoconti di chi ha mangiato il Risotto con la Foglia d’Oro di Marchesi ingozzandosi di cibo spazzatura sul divano. Io appartengo alla seconda. Ma così come “le persone di gusto sanno vestirsi bene anche comprando al mercato” — ©Giorgio Armani — gli scaffali dei supermercati sono ricolmi di delizie sottovalutate, autentiche nella loro sofisticazione alimentare. “Comprato e Mangiato” proverà a dimostrare che sono Troppo Buone per Essere Finte.La scorsa notte mi rigiravo nel letto insonne, in preda ai sensi di colpa* per il fatto che scrivo questa rubrica. Non sono meglio di Paula Deen, la famosa cuoca TV specializzata in cucina ipercalorica e iperglicemica del Sud degli Stati Uniti, che dopo aver fatto carriera grazie ad abominii come bere burro fuso da una brocca ha sviluppato il Diabete di Tipo 2 e invece di dire qualcosa sulla linea di: “Non fate come me, mangiate sedani” è diventata la pagatissima testimonial di una casa farmaceutica che produce un farmaco per il controllo del diabete alimentare. Quindi immaginate in questo punto un disclaimer che – parafrasando South Park – dice così: “per i suoi contenuti, questa rubrica non dovrebbe essere letta da nessuno”.
Di certo sapete già che, di tutti i modi per assumere delle calorie a vanvera, le bevande gassate sono uno dei peggiori: non nutrono, non sedano la fame, eppure sono molto caloriche per via del quantitativo di zucchero aggiunto. Placata la mia coscienza, il post di oggi è volto a magnificare la Lemonsoda, nota bibita gassata piacevolmente retrò.
La Lemonsoda, dice la scarna paginetta di Wikipedia, è stata creata negli anni ’40 dall’azienda Saga, di Milano. Ora intervengo a modificare la voce aggiungendo: “sebbene io non l’abbia assaggiata allora, tendo a pensare che non abbia subito alcuna modifica negli ultimi settant’anni” (non c’è di che, Jimmy Wales!). La Lemonsoda ha tenuto duro per lunghi anni in cui tutto di lei sapeva di vecchio, fino ad approdare serenamente al vintage.
Nonostante le dosi piuttosto omeopatiche del succo di limone che contiene (12%, ma del resto la Fanta ha il 4% di succo d’arancia, ma del resto la Fanta non piace a nessuno), la Lemonsoda mi ricorda una mia madeleine, cioè una merenda che ero solita fare da bambina: tagliavo un limone a metà, ci versavo sopra dello zucchero, aspettavo che il succo lo imbevesse strizzando leggermente il frutto e via di cucchiaino (se vi chiedevate in che modo io fossi diventata dipendente dallo zucchero, eccovi la risposta).
Visto che le bevande gassate sono caloricissime e la Coca Light è quasi altrettanto buona di quella normale, aveva del tutto senso da parte dei signori Lemonsodi tentare il lancio di una versione zero, che mi pare però imperfetta – ma del resto sono settant’anni che bevo l’originale e il mio gusto si è un po’ fossilizzato. Più surreale la scelta contemporanea di lanciare il Mojito Soda, “cocktail analcolico a base di succo di limone e aroma di menta” un’altra di quelle invenzioni alla cui creazione avrei voluto essere presente, e che immagino così:
Signori Campari (che nel 1999 hanno comprato la Lemonsoda, ma che io immagino comunque anziani, in coerenza con il brand):
— “Insomma è giunto il momento di svecchiare la linea dei nostri soft drinks. Chi ha delle proposte?”
Dirigente Lemonsodo:
— “Io volevo suggerire un rebranding per rendere più sexy la nostra bevanda al Pompelmo, la Pelmosoda. Chiamiamola Pompesoda”. [N.B. Sono certa che l’umorismo degli anziani signori Campari non è deteriore come il mio. Non mi fate causa per favore]
Secondo dirigente Lemonsodo:
— “Io ho un’altra idea. Ho sentito che i giovani bevono tutti questo cocktail, si chiama mogito”.
Giovane stagista (trentacinquenne per coerenza al brand):
— “Scusi, si scrive mojito ma si pronuncia mo-aspirazione-ito”.
Così è nata questa dubbia bevanda, di cui non so stimare il successo, ma il solo pensiero che qualcuno possa fare dei soldi togliendo l’alcol da un cocktail perfetto è un segnale allarmante per le sorti della nostra civiltà. [Fine dell’OT sul MojitoSoda]
Ricapitolando, ingredienti: acqua, succo di limone (12%), zucchero, sciroppo di glucosio-fruttosio, anidride carbonica, aromi naturali, conservanti. Per 24 lattine al super, circa 9 Euro.
*ricostruzione dei fatti romanzata.