Suonano alla porta, apri. Il tuo più caro amico sfoggiante sorriso a 32 denti porge una misteriosa cassetta di legno. No, non sono sigari.
Indossa un sorrisetto che la dice lunga, tu osservi meglio e realizzi… OSTRICHE!
Dopo baci e abbracci di rito, arriva la domanda fatidica. Con tono misto tra timore e speranza lui chiede: ma TU le sai aprire?
Ed è a questo punto, caro il mio piccolo lettore, che entra in gioco Dissapore.
Per farvi sapere come si fa, e impararlo anch’io che non guasta, ho chiesto consiglio a degli amici che hanno una pescheria a Roma. Ho scoperto che esistono diversi modi per rapinare il guscio perlato, in Francia per esempio, preferiscono un’apertura complessa, riservata a chi ha più esperienza, si chiama ehm, apertura da dietro. I ragazzi della pescheria, come vedete nel video, mi hanno spiegato un modo semplice ma soprattutto sicuro per mani inesperte: l’apertura laterale.
Ho scoperto anche che il momento opportuno per nutrirsi di ostriche, ovvero quando sono meno grasse e lattiginose, corrisponde ai mesi con la R: da settembre ad Aprile (incluso Gennaio, in francese JanvieR), quindi diamoci sotto.
So che tra di voi si nascondono dei taumaturgi dell’apertura delle ostriche e noi siamo pronti ad ascoltare anche altri consigli.
Ma una volta aperte queste benedette conchiglie, cosa ne facciamo?
In Francia, ancora una volta, le servono con pane caldo imburrato e una salsa di scalogno e aceto di mele. C’è chi mette pepe e limone, chi una goccia di Tabasco e i più coraggiosi un po’ di salsa Worcester. Tutti suggeriscono di ingoiare il mollusco intero, senza masticazione. Per accompagnarle, mi dicono, il massimo è portare in tavola Champagne extra brut, Muscadet e mi permetto di suggerire vodka ghiacciata servita in bicchieri da shot.
Bene, ora diteci il vostro modo di gustare le ostriche.
[Crediti | Riprese e montaggio : Lorenza Fumelli, telecamera: iPhone4]