Cercasi disperatamente trattatino per noi uonnabi dell’immagine (traduzione: aspiranti fotografi). Un asso nella manica da tirar fuori prima di accomodarsi nel risto risolutivo o in caso al nostro blog difetti una botta di foodporn. Mi chiamo Dissapore, risolvo problemi [cit.]. Ecco raccolte in una sola lista paginate di consigli dispensati dal fichissimo Andrew Scrivani sul New York Times. Per saperne di più di fotografia digitale, still life, fotofood, la vita l’universo e tutto quanto [cit.] (Alla prossima citazione vi autorizzo a spararmi).
1 – Luce naturale. Fotografate nella luce naturale ogni volta che si può. Usate le finestre, andate fuori. Fotografare con il flash è possibile ma non raccomandabile, bisogna avere dimestichezza e seguire le regole. Anzi, parlando di cibo, il flash di molte fotocamere digitali compatte è il vostro nemico numero uno. Avrete fotografie piatte e monocordi, spegnetelo. La luce ideale per fotografare il cibo arriva da dietro o da un lato.
2 – Al ristorante.
Per prima cosa disattivate il flash, quindi alzate l’iso (la sensibilità alla luce) fino al massimo consentito dalla fotocamera. Usate una velocità dell’otturatore bassa, e diminuite la profondità di campo, vale a dire la distanza dal soggetto (la maggior parte delle compatte consente di scattare a 3,5 o 2,8 metri). Investite in un treppiede da tavolo. Volete una luce più calda e romantica? Provate con delle candele, tra l’altro eviterete di disturbare i vostri commensali.
3 – Riempite l’inquadratura con il cibo. Non dovreste stare così lontani dal piatto se volete mostrare al mondo cosa c’è dentro. A chi serve tutto quello spazio vuoto?
4 – La cura del piatto. Se avete un appuntamento importante vi preparate con attenzione, giusto? Ecco, siccome l’obiettivo ingigantisce ogni imperfezione, fatelo anche con il piatto da fotografare. E sceglietelo piccolo che è meglio, inquadrare pentole, scodelle e piatti grandi è complicato.
5 – L’aiuto del foglio bianco. Nei giorni soleggiati e molto luminosi la luce diretta crea ombre forti e decise. La soluzione è coprirla con un foglio di carta bianca. Mettetelo tra la fonte luminosa e il cibo da fotografare in modo che faccia da schermo. Avrete ottimi risultati.
6 – Fotografate mentre si cucina.
Pensate che il fuoco e il fumo siano un problema, eh? Beh, le chiamerei opportunità. Fotografare il cibo mentre si cucina è fondamentale, un ventilatore per esempio vi aiuterà a orientare il fumo. Se siete ancora in tempo, un buon modo per allenarsi è fotografare un barbecue.
7 – Al chiuso di sera. Amatoriale o professionista non fa differenza, manipolare la luce rimane la cosa più difficile per un fotografo. Se le luci di un ristorante non permettono di vedere a occhio nudo cosa c’è nel piatto, lasciate stare, serve una lampada. I problemi di illuminazione dei ristoranti non si risolvono con la baccheta magica, spesso la soluzione è portare il piatto in cucina e fotografarlo lì. Detto questo, valgono i consigli del punto 2. Per chi fotografa in casa il consiglio è di investire in attrezzature. Niente di eccessivo, una lampada da tavolo come la Lowel Ego, che non arriva a 100 euro, riesce benissimo a illuminare il singolo piatto. Provare anche con un rettangolo di plexiglas fluorescente color bianco latte. Scattate una foto con il flash dopo aver messo il cibo su un tavolo davanti al rettangolo di plexiglas. Il risultato sarà una luce morbida e chiara, che evoca quella del giorno. Serve un po’ di pratica per imparare questa tecnica, ma una volta fatto, aiuta a risolvere il problema delle foto al chiuso e di sera.
8 – Attrezzi utili che non prosciugano il conto in banca. Gli sfondi ideali per il cibo non costano una fortuna. Carta, stoffa, legno e plastica sono ideali. Possono servire dei piccoli diffusori, e se ve li potete permettere, un set di pali snodabili (auto poles) per creare sfondi artificiali (come un finta parete bianca) o illuminare il cibo dall’alto.
9 – Le migliori compatte digitali (e le migliori lenti). Ho avuto buone esperienze sia con Canon che Panasonic. I modelli migliori sono la Canon G10 e la Panasonic Lumix DMC-ZF7. Adesso le lenti. Prima di tutto, per il cibo vanno meglio le ottiche fisse, perché tendono ad avere f-stops più bassi (sono gli intervalli di regolazione del diaframma). Preferisco le 50 e 100 MM Macro della Canon, serie L.
10 – Per chi inizia adesso.
Per fotografare il cibo in modo naturale qualcuno dev’essere disposto a mangiarlo. Certo, non vogliamo vedere bocche e denti, ma una mano che impugna un cuccchiaio colmo di salsa è un bello spettacolo. Fate vedere il cibo mentre viene preparato, le persone con i piatti in mano, e le mani che lavorano (impastano, per sempio). Fotografate il cibo sul fuoco, cospargetelo di formaggio o di erbe. Questi sono spesso gli scatti più belli e naturali nel portfolio di un fotografo.
[Fonti: New York Times, Andrew Scrivani,Manfrotto, Lowel, Plexi Shop, Futex, Canon, Panasonic, Wikipedia, Digital Pictures, immagini: Andrew Scrivani]