Di erbe spontanee usate per cucinare ce ne sono tantissime, ma una, in particolare, ha una versatilità che la contraddistingue da tutte le altre. Come cucinare con le ortiche, però, ancor più se fresche? Oggi vogliamo darvi tre ricette con le ortiche, rigorosamente testate da noi, nonché alcuni consigli per cucinare con la pianta urticante più aromatica che c’è.
Che siate a fare una passeggiata tra i boschi o dal vostro verduriere di fiducia, le troverete. Sono quelle erbette a foglie seghettate di un verde scuro che se toccate provocano eritemi spiacevoli ma se mangiate provocano grandi soddisfazioni alle papille gustative.
E fidatevi che un mazzetto di ortiche può cambiare una frittata in men che non si dica.
Cari impavidi del foraging, attenzione: armatevi di guanti e di buste per raccogliere le foglie di queste piante estremante urticanti; basta un piccolo strusciamento tra la la superficie della foglia e la vostra pelle e boom: bruciore istantaneo. Un altro consiglio è quello di prediligere le piantine più piccole, perché più tenere: in presenza solamente di esemplari molto alti consigliamo di cogliere solo la punta con le prime foglie.
Un trucchetto per eliminare l’azione dell’odiosissima peluria causa di bruciori è quello di immergere le foglie in acqua e ghiaccio per una ventina di minuti: lo shock termico eliminerà il loro potere malefico e vi permetterà di lavorare a mani nude.
Salve mani e caviglie, procediamo: ecco tre ricette con le ortiche fresche che svolteranno la vostra estate.
Tagliatelle alle ortiche
Per questa ricetta la lista degli ingredienti è molto minimalista: semola di grano duro e ortiche, tutto qua. C’è solo un piccolo accorgimento, le ortiche vanno sbollentate per tre minuti in acqua bollente e abbondantemente salata. Una volta scolate, ricordandovi di non strizzarle, vanno frullate con un po’ dell’acqua di cottura. A questo punto impastate la poltiglia ottenuta con la stessa quantità in peso di semola di grano duro: se é necessario aggiungete una o due cucchiate dell’acqua di cottura, senza esagerare per non andare a salare eccessivamente il tutto.
Una volta che avrete ottenuto un panetto liscio e di un verde quasi smeraldo, avvolgetelo nella carta pellicola e dimenticatevelo in frigo per almeno un’ora. Se siete dei puristi della pasta sapete cosa fare e armatevi di matterello senza giudicare i consigli che daremo a breve. Per chi non si scandalizza alla vista della macchina per la pasta consigliamo di usarla (perlomeno per stendere l’impasto) senza vergogna. Vi ricordiamo di infarinare bene le tagliatelle per non farle appicciare tra di loro, prima di nidificarle in piccole porzioni. Acqua bollente e salata, pochi minuti e avrete davanti a voi un piatto dal colore spettacolare e dal sapore non da meno.
Frittata alle ortiche
Con questa ricetta vi riconfermiamo che le cose semplici sono sempre le più buone. Il necessario è davvero reperibile in qualsiasi cucina: uova, sale, pepe, cipolle e ortiche. In questo caso le ortiche non vanno sbollentate ma vanno tritate a crudo con una mezzaluna o con il robot da cucina e successivamente vanno incorporate alla frittata. Le cipolle vano rigorosamente soffritte (ne va del risultato finale, non scendete a compromessi) e vi suggeriamo caldamente di cuocere la frittata in forno, statico a 170 gradi, perché oltre che buona dev’essere bella. Quando ne taglierete una fetta vi consigliamo di tagliarne subito un’altra perché una tira l’altra, è scientificamente provato.
Pasta ripiena alle ortiche
In questo caso doppia razione di ortiche, sia nell’impasto che nel ripieno. Il procedimento è simile a quello del composto per le tagliatelle, con la differenza che in questo caso vengono aggiunte le uova. Tra i suggerimenti dei ripieni non può mancare il classico ricotta e ortiche, che non delude mai. Noi però vi suggeriamo anche di osare e di provare a tritare le ortiche a crudo con i fondi dei vostri arrosti facendo così una rivisitazione degli agnolotti in chiave selvatica. Accompagnate la pasta ripiena con un sugo di pomodorini freschi et voilà: un primo a regola d’arte.