Posto che nella (forzatissima) giornata ufficiale dedicata all’ammooore le persone possono anzi debbono fare esattamente ciò che vogliono, chi saremmo noi se non affrontassimo i cliché food per la cena di San Valentino? Per affrontare intendiamo un po’ smontare, è vero, ma con l’unico scopo – giuriamo – di aprirvi gli occhi o per offrirvi spunti più creativi. Non per cinismo.
Per le idee regalo deliziose ci siamo già esposti, così come sui ristoranti migliori tra Roma, Torino e altre città; sappiamo anche che il 52% di voi punterà spontaneamente su cioccolato e bollicine… insomma, l’argomento ci stuzzica e ci fa venire gli occhi a cuore. Che decidiate di credere o no ai cliché da evitare a San Valentino, troverete comunque interessante la lettura.
1. Monoporzioni: da quando “mini e mono” è sinonimo di passione?
Sarò fatta male io eh, sicuramente, ma non riesco a capire come possa essere più romantica una piccola e individuale porzione di qualsiasi cosa rispetto a una portata delle giuste dimensioni e tutta da condividere. Una tortina cilindrica e piccina al posto di una bella torta da tagliare insieme e con cui fare bis e tris… perché mai dovrei farmi glacialmente gli affari miei, con una monoporzione, in un gioco “solitario” (non vedeteci lascivia in questa espressione, grazie)? Se vi piace questa cosa dei dolci tiny e cute, allora optate piuttosto per un cabaret stracolmo di pasticcini!
2. Ostriche e Champagne? Meglio ostriche e birra!
Uno dei cliché che significano romanticismo, opulenza, benessere vede ostriche fresche servite con lo Champagne. Ecco, se c’è un abbinamento che proprio funziona male è l’ostrica con uno Champagne minerale: hanno pochissime note gustative in comune, che quasi stridono. Sono ben altri gli abbinamenti che esaltano questi frutti di mare: la birra stout (un abbinamento storico, se pensate che esistono pure le oyster stout, che prevedono le ostriche come ingrediente) il gin, il cognac, vini come Moscato di Asti, Muscat d’Alsace e Verdicchio.
3. Il trionfo di fragole, noto frutto invernale…
Chili di fragole lucidissime a decorare torte e dolci al cucchiaio, pile di cassette di fragole che invadono gli ingressi di molti supermercati strategicamente piazzate accanto a bombolette di panna spray. Fragole, sicuramente un frutto che ispira amore e passionalità, così rosso e succoso, dolce ma non troppo. L’ideale per San Valentino… se cadesse a maggio. Da quel che mi risulta, invece, San Valentino è il 14 febbraio e mi chiedo perché si debba infierire su un frutto molto fuori stagione che arriverebbe bombato, acquoso e innaturale nei vostri stomaci. Sono diversi i frutti/ortaggi “rossi” su cui puntare in inverno: pompelmo, melagrana, barbabietola (sì, col cioccolato è buonissima).
4. Cibi a forma di cuore, che fatica
Una torta a forma di cuore è proprio una cosa vista e stravista, nemmeno difficile ormai da ottenere grazie ai magnifici stampi di silicone a disposizione per tutti. Le vedete ovunque: tutti gli ecommerce dolciari, tutti i grandi nomi della cucina – da Massari a Cannavacciuolo a Marchesi – tutti i food blog. Cuori dolci ovunque. Ultimamente si vedono anche uova al tegamino a forma di cuore, lievitati a forma di cuore, pancakes a forma di cuore, ravioli a forma di cuore. Certo, forse meglio un cuore stilizzato alle esplicite forme vulvari che vanno tanto di moda adesso nelle pasticcerie… ma non vi siete stufati di questo cliché?
5. Cioccolato e peperoncino: per infiammare… nulla
Cioccolato fondente e peperoncino rappresenta un abbinamento strepitoso, buonissimo, sorprendente e sicuramente declinabile tra salse, farciture, mousse e quant’altro. Di per sé, più che un cliché è un abbinamento rappresentativo ma per i motivi sbagliati: non è afrodisiaco, non stimola l’eccitamento. O meglio, non nelle quantità che potrebbero essere tollerate in un boccone o una fetta di dolce. Questo dovete saperlo: biologicamente parlando non infiammerà proprio niente. Certo, se puntate sull’effetto psicologico allora è tutto un altro discorso.