San Valentino è come Sanremo: a parole, tutto lo snobbano, ma alla fine in molti cedono.
Va da sé che il primo e più grande errore da non commettere per la cena di San Valentino sarebbe prenotare al ristorante, per evitare di ritrovarsi in due confusi fra tavoli da due, tutti alle prese con piattini (ovvero, sformatini, risottini, filettini, tortini a cuore e leziosità varie) e, in maniera inversamente proporzionale, conti più che ragguardevoli.
Il tête-à-tête casalingo è opzione assai preferibile. Che potrebbe persino piacervi, soprattutto se fate parte di una di quelle vecchie coppie che negli anni hanno perso per strada romanticismo e intimità.
La dottoressa FRM, specializzata in terapia gastronomica di coppia, è qui per darvi una mano a organizzare la cenetta dell’anno. Senza incappare nei tranelli, sempre in agguato, che trasformerebbero la serata da epic win in epic fail.
1. Non credere alla cucina afrodisiaca
Alcuni nutrienti e alcune categorie di alimenti agiscono positivamente sull’organismo e la psiche. Anche quando si tratta della sfera sessuale.
Fanno parte del primo gruppo i molluschi, ricchi di zinco (“benzina” per i maschietti): soprattutto le ostriche, di cui si favoleggia persino Casanova facesse scorpacciate prima dei suoi rendez-vous.
Preziosi gli alimenti che stimolano la vasodilatazione, aumentando la circolazione sanguigna, come il peperoncino o il vino (ma attenzione: vedi punto 4), fornendo anche una piacevole sensazione di calore che, chissà, può far slacciare una camicetta o sollevare l’orlo di una gonna 😉
Note le proprietà del cioccolato che stimola la produzione di serotonina, l’ormone del buon umore, e contiene sostanze psicoattive (caffeina, teobromina) che aumentano concentrazione ed energia.
Ci sono poi cibi che contengono feromoni, ormoni vegetali che possono fungere da richiamo sessuale a livello subliminale. Come i tartufi (che, non a caso, attirano le scrofe, un tempo molto usate nella cerca), ma anche il più umile sedano: sempre pescando nel mondo del “sembra”, pare che i romani più libertini andassero ghiotti di certe zuppe di sedano capaci di scatenare gli istinti.
Parlando di suggestioni, tutto ciò che è fallico (dagli asparagi ai porri) o richiama l’anatomia femminile (ancora, i frutti di mare) è sempre stato ben accetto sulle tavole dell’amore.
E concludo con il più concreto degli afrodisiaci: il cibo lussuoso. Che siano i già citati ostriche e tartufo, oppure caviale e aragoste, l’uomo che li offre alla sua donna appare immediatamente appetibile – in tutti i sensi.
Perché sì, noi ragazze a volte ci facciamo ancora infinocchiare dalle apparenze – o, almeno, dalla gola.
2. Usare i piatti di tutti i giorni, in cucina
Apparecchiare sul tavolo di formica con le tovagliette plastificate, i cocci multicolor un po’ sbeccati e i bicchieri di vetro spesso non è esattamente costruire la giusta atmosfera.
Se avete un tavolo da pranzo, apparecchiate quello, a L. Altrimenti accomodatevi intorno al tavolino basso del salotto, sui cuscinoni del divano.
Scegliete una tovaglia o un runner in lino, le stoviglie del servizio buono, le posate d’argento, i calici di cristallo.
Insomma, il meglio del meglio che avete. E lumi di candele a volontà.
E musica in sottofondo con televisione spenta – che partita c’è domenica sera?
3. Allestire un menu in punta di forchetta
Per come la vedo io, cena romantica nell’intimità della vostra casa non significa starvene tutti impettiti a mangiare un menu chiccoso.
Posto che dovete cucinare esclusivamente i vostri piatti preferiti (nel senso di preferiti da entrambi), privilegiate cibi goduriosi, meglio ancora se si mangiano con le mani.
Quanto è sexy sgusciare e addentare gamberi, intingere cose in salse, passarsi questo e quello o, perché no, piluccare entrambi dallo stesso piatto centrale?
Certo, un piccolo ragionamento va fatto: se il vostro dio d’amore è pasta e fagioli, o zuppa di cipolle, o bagna cauda… beh, che ve lo dico a fare?
Vi auguro solo di amarvi abbastanza.
4. Bere troppo
Un po’ d’alcol disinibisce, troppo spegne. E non devo certo spiegarvelo io. La soluzione è scegliere un’ottima bottiglia e stappare solo quella.
Studiando l’abbinamento con il menu, se siete capaci da voi, altrimenti con il consiglio di un buon enotecaro. Nell’indecisione, Franciacorta o Champagne e andate sul sicuro.
In tutti i casi, un’etichetta di pregio rientrerà nelle scelte “di lusso” di cui al punto 1 e con il suo prezioso contenuto contribuirà a scaldare l’atmosfera.
Del resto, se siete stati bravi a organizzare le cose, potreste alzarvi da tavola molto prima di averla finita.
5. Non pensare al dopo
No, non parlo dell’immediato dopocena, che quelli sono esclusivamente affari vostri. Ma il dopo-dopo, ovvero il risveglio la mattina.
Triste sarebbe alzarsi alla solita ora, infagottarsi nella solita vestaglia e sciabattare in cucina, mettere su la solita moka, scaldare il solito latte, aprire il solito pacchetto di biscotti.
Per concludere degnamente la serata (e iniziare alla grande la settimana, visto che quest’anno sarà lunedì) molto meglio pensare a una colazione da consumare insieme, a letto, su un bel vassoio ricolmo e traballante.
Basta che sia il vostro miglior breakfast: crêpes o pancake, uova col bacon o focaccine, burro e marmellata, spremute fresche e affini. Accompagnati da un bacio e un sorriso.
A proposito, vi avevo detto di mandare i bambini dai nonni? Perché i bambini adorano i pancake con la marmellata!