Avete presente quei buffi elenchi sugli animali più pericolosi del mondo, che puntano a stupire con dati assolutamente controinituitivi? Di solito partono con temutissimi predatori come squali e leoni, che però si scopre stanno in fondo alla classifica perché le loro vittime si contano ormai sulle dita di una mano, proseguono poi con i pupazzosi elefanti e ippopotami che si rivelano ben più killer, vanno in escalation con cimici mosche lombrichi e lumache, ti danno un colpo al cuore con i cani, e si concludono a sorpresa con le zanzare – in maniera un po’ disonesta in verità, dato che vengono considerate come veicolo di malattie e non come causa diretta della morte. In suddette classifiche, dovrebbero trovare posto anche i tacchini: ogni anno questi volatili uccidono decine di esseri umani, ne feriscono centinaia, e provocano danni per milioni e milioni di dollari. Quel che è peggio, lo fanno da morti. Succede negli Stati Uniti d’America, in occasione del Thanksgiving Day, il giorno del Ringraziamento che è sentitissima festa nazionale (che cade l’ultimo giovedì di novembre, quest’anno il 25) e il cui piatto tipico è appunto il tacchino.
Non pensate però che si tratti di casi di intossicazione alimentare dovuta alla cattiva conservazione o alla scarsa qualità dei prodotti: i tacchini killer ammazzano in maniera ben più spettacolare ed esplosiva, da fritti.
Ora, si perdoni qui la facile nonché macabra ironia: gli incidenti domestici sono una cosa serissima e purtroppo assai diffusa, e la cucina è una delle stanze della casa dove ci sono più probabilità che si verifichino ustioni e tagli. Nessuno si senta fuori pericolo. Chi non ha mai rischiato di caricare una moka senza metterci l’acqua, cosa che trasforma la caffettiera in una bomba? Chi non si è dimenticato almeno una volta il pentolino sul fuoco, con probabile fuoriuscita di gas? Chi scrive qui, ha di recente messo a bollire la pentola per la pasta, solo che la pentola era vuota, e se n’è accorto solo quando il calore ha fuso il coperchio.
Certo il caso del tacchino è particolare, e per capirlo noi italiani dobbiamo fare uno sforzo. Per noi il tacchino è la fettina di petto da panare o grigliare, un’alternativa al petto di pollo, o al massimo un insaccato magro. Per gli americani no: loro il tacchino lo mangiano intero, portano a tavola questi bestioni più grossi di un maialetto, ripieni dell’impossibile, e cotti in forno. Oppure, appunto, fritti. Il sito dei pompieri della città di New York ha una pagina che spiega nel dettaglio tutti i pericoli insiti nella frittura del tacchino, e come evitarli: i rischi sono una temperatura troppo alta dell’olio, una pentola troppo piena con conseguente fuoriuscita del liquido quando viene introdotto il tacchino, il mancato scongelamento della carne.
In particolare su quest’ultimo aspetto, il prestigioso magazine The Conversation si produce in un’accurata spiegazione del perché l’acqua (e il ghiaccio) nell’olio bollente produce pericolosi schizzi che possono produrre fiammate ed esplosioni: la cosa ha a che fare con la differenza di densità dei due liquidi, ed è molto affascinante. Il tutto è corredato da immagini di dimostrazioni pubbliche in cui si vedono i deleteri effetti di certi esperimenti: la raccomandazione è sempre quella di far scongelare completamente la carne, anche all’interno, e asciugarla bene.
Tutto molto interessante. Ma un momento: stiamo dicendo che decine di americani muoiono e centinaia danno fuoco alla casa o al garage ogni anno, perché prendono un tacchino da dieci chili dal freezer e lo ficcano direttamente in una pentola d’olio bollente piena fino all’orlo? Ok, com’era quella cosa della selezione naturale?