Sapete tutti, vero, del mega-scherzo fatto nel lontano 1938, ovvero del “trolling definitivo”, come si direbbe oggi su web? Sapete, insomma, di quando l’attore Orson Wells annunciò via radio un’imminente invasione aliena sul suolo americano? Fregò proprio tutti, e in breve tempo si assistette a vere e proprie scene di panico e isteria collettiva.
Eppure anche noi beviamo ignari, giornalmente, la nostra bella dose di bufale, le fake news di cui tanto si parla oggi, in genere di tenore allarmistico e spesso riguardanti il mondo del cibo.
Ci crediamo, ingenuamente e supinamente, finché non interviene la consueta smentita da parte del sito specializzato in debunking, oppure del solito scienziato di specchiata fama.
Qualche esempio di notizia tarocca? La spremuta di limone bevuta la mattina che curerebbe il cancro, le bacche di goji che allungano la vita, il “fallimento” del pastificio Agnesi –che in realtà chiudeva solamente lo stabilimento di Imperia–, l’estrema tossicità del famigerato E330, additivo noto come acido citrico, contenuto proprio nel succo di limone a cui prima tributavamo infiniti poteri taumaturgici.
Abbiamo quindi radunato alcuni singolari esempi di “post (falsa) verità” (non a caso la parola dell’anno), di panzane tra le più diffuse, con la certezza che, tra le tante, troveremo di sicuro quella a cui abbiamo creduto anche noi.
L’ananas che brucia i grassi
Ci sono cascati otto italiani su dieci. E in effetti è vero che nel gambo dell’ananas è contenuta la bromelina, sostanza che agevola la digestione delle proteine. Peccato però che tale sostanza non abbia assolutamente alcun effetto sullo smaltimento dei grassi e, soprattutto, che il gambo dell’ananas non si mangi.
Nemmeno per dimagrire.
La bufala deriva da un vecchio studio in cui in alcuni topi, a cui era stato somministrato estratto di ananas, si registrò una leggera diminuzione del tasso di lipidi. Tali studi furono poi abbandonati, in quanto non replicabili sull’uomo.
Gli agrumi fanno passare il raffreddore
Ci crede ben il 61% degli italiani. E certo, gli agrumi fan bene, anche a causa del loro contenuto di vitamina C.
Non certo sufficiente, però, nell’ottica di una normale assunzione giornaliera, a bloccare veramente raffreddori o influenze di stagione.
Acqua e limone disintossicano l’organismo, lo “alcalinizzano”, curano il cancro
Una delle bufale più diffuse e più condivise in rete, la madre di tutte le prese per i fondelli.
La meraviglia starebbe nel bersi ogni mattina a digiuno un bel bicchiere di acqua e limone, che costituirebbe un rimedio efficacissimo nel “disintossicare” l’organismo, mentre invece il “potere alcalinizzante” dell’acido citrico costituirebbe un validissimo alleato nella lotta contro il cancro.
Niente di più falso: il PH del nostro sangue non ha bisogno di alcuna “alcalinizzazione”, regolandosi da sé senza bisogno di sostanze esterne.
La notizia non solo è priva di qualsiasi fondamento scientifico –così come anche dettagliatamente spiegato dal noto chimico Dario Bressanini— ma comporta un elevato rischio di procurarsi una bella gastrite, assieme a una erosione dello smalto dei denti, sempre a causa dell’acido citrico.
E come se non bastassero le bufale sui presunti poteri di determinati alimenti, bisogna poi aggiungere le vere e proprie burle, gli scherzi dei buontemponi, che riguardano un’altra categoria di notizie ma comunque sempre attinenti al mondo del cibo, così come riportato da Il Sole 24Ore.
Un’attività, quella delle burle alimentari, che non è certo nata oggi con l’avvento dei social, ma che risale al 1957: la BBC comunicò la singolare notizia che la “raccolta degli spaghetti” in Svizzera era stata particolarmente abbondante.
L’annuncio era corredato di regolare immagine, dove alacri raccoglitori svizzeri erano ripresi sulle scale nell’atto di raccogliere gli spaghetti belli maturi dall’albero.
Le bufale e i fast food
Torniamo ai giorni nostri, al 2016 appena finito: Coon Rapids, Minnesota, una telefonata al direttore di Burger King annuncia un’imminente esplosione nel locale, struttura interamente in vetro, e provocata da una fuoriuscita di gas. Nella telefonata si invitava la clientela ed il personale a rompere coscienziosamente tutti le vetrate del ristorante.
Come testimoniato da numerosi video, clienti e staff, iniziano a fracassare furiosamente le pareti, finché non interviene la polizia locale a riportare l’ordine.
E non si è trattato dell’unico episodio: all’oscuro della precedente bufala, un altro direttore di Burger King in Oklaoma, messo in allarme da annunci radio e via mail, ha pensato bene di fracassare le vetrate del locale entrandoci dentro con tutta l’automobile.
“Per fare prima”, ha dichiarato alla stampa.
Ma non di sole esplosioni vivono i fast food: pochi anni fa, su Facebook, girò la foto di un gustoso “topo” ricoperto da regolare impanatura. Peccato che il roditore fritto si rivelò poi essere una consueta coscia di pollo. Nel frattempo, però, orde di navigatori adirati avevano provveduto a subissare la catena in questione di improperi e insulti.
Per non parlare poi del “dito nel chili”, trovato da un cliente in un piatto della catena Wendy’s.
I responsabili esaminarono con attenzione le dita dei dipedenti per concludere che erano tutti in regolare possesso di dieci dita, ma intanto la notizia aveva già fatto il giro del web: un disastro.
Ma una delle bufale più incredibili fu quella dell’hamburger per mancini.
Era il 1998, la catena Burger King, annunciò tramite la pubblicazione di una campagna pubblicitaria sui quotidiani locali, di aver messo a punto un innovativo hamburger per i 32 milioni di americani mancini, con ingredienti opportunamente rotati di 180 gradi.
Si formarono code chilometriche davanti ai locali, tutti curiosi di assaggiare i panini risolutivi, perfettamente identici agli ordinari hamburger.
Dopo il successo della campagna, anche le catene concorrenti si adoperarono con iniziative particolari, come la diffusione di un’immagine di toast di Burger King impacchettati in un sacchetto di plastica, e ricoperti da una generosa coltre di muffa. Ovviamente falsa, e dipinta sugli stessi sacchetti.
Come ti umilio il food blogger
Sempre Nel 2014 fu la volta dei food blogger olandesi, in compagnia di vegani, nazi del bio e improvvisati esperti di cibo, invitati da un gruppo di burloni a gustare un nuovo tipo di fast food di incomparabile qualità.
Doti prontamente accertate dal gruppo di gastro-fissati, che lodarono pubblicamente il nuovo concept, salvo poi scoprire che il pasto era stato preparato dal detestato McDonald’s.
Champagne in pillole
Una delle balle più diffuse riguarda sicuramente la celebre maison di Champagne Veuve Clicquot.
Nel 2014 circolò in rete che si era finalmente riusciti a condensare il vino francese in pillole, destinate in maggior parte al mercato russo. Naturalmente, per proteggere degnamente le preziose bollicine, era anche stato studiato un apposito imballaggio, il “Naturally Clicquot”, isotermico e biodegradabile al 100 per cento.
Dovettero intervenire i portavoce dell’azianda per smentire le due colossali bufale, che nel frattempo avevano intasato il web.
Bufale varie
E dall’Inghilterra veniva invece la bufala del milionario russo ucciso da un tappo di champagne saltato con potenza inaudita.
Ovviamente una fesseria, così come quella dell’italiano che avrebbe deciso di elargire la paghetta settimanale alla figlia in … pizze, o come quella delle patatine di Burger King elegantemente confezionate una a una.
Le calamite da frigo e i campi elettrici
Tutti noi abbiamo almeno una calamita attaccate al frigo, di quelle per tenere in bella vista promemoria e disegni dei bimbi.
Ebbene, un fantomatico gruppo di “esperti” dell’università di Princeton e di quella spagnola di Almeira annunciò che tali magneti sono pericolosissimi per la salute, addirittura mortali, in quanto aumenterebbero il campo elettrico del frigorifero. Campo elettrico, ovviamente, del tutto inesistente, così come i relativi danni alla salute.
Il Tir che ha perso il miele
Dulcis in fundo, la bufala del miele.
Allertati via mail, social e chat varie, gli automobilisti che percorrevano un’ autostrada negli Stati Uniti imboccarono il primo svincolo autostradale per ridere di un ipotetico Tir caricato a miele, e riversato tra centinaia di macchine invischiate dall’appiccicume.
Risultato: decine e decine di veicoli intrappolati in un ingorgo letale, per uno spettacolo dal finale decisamente amaro.
Lo stesso amaro che avvertiamo noi quando ci rendiamo conto di avere abboccato all’ennesima, diffusissima bufala.
[Crediti | Link: informacibo.it, butac.it, il Sole24Ore, Dario Bressanini]