Nulla conta qui cosa pensate delle mode imposte senza considerare le ragioni che in Italia prevedono la cottura del cibo. Non è questo il posto né il momento di chiedersi cosa c’entriamo noi col sushi. Oggi parliamo di quella volta che vi hanno invitati in un sushi bar e avete fatto una figuraccia. Per essere chiari: esistono regole da conoscere per non sfigurare in un risto giapponese, e voi non potete perdere la lezione di galateo nipponico impartita dalla rivista Vanity Fair.
Allora:
“Così come in Italia non si leccano i coltelli, non si beve il brodo dalla tazza e non ci si serve infilzando i bocconi con la forchetta direttamente dal piatto di portata, allo stesso modo al ristorante giapponese non si appoggiano le bacchette sul tavolo o non si condisce il sushi con lo zenzero”.
Ma più in dettaglio, prima di pigolare davanti a un trancio di tonno come tonna l’ha fatto, impariamo cosa ordinare, come servirsi e come mangiare.
IN UN SOL BOCCONE. Non separi la forchetta ciò che lo chef ha unito con tanta maestria. Lasciate stare le separazioni da food freak (prima vado col pesce poi passo al resto), il sushi si mangia in un sol boccone. Altrimenti il cuoco si offende, cinguetta Vanity Fair, lui “ha studiato la sua creazione come un unicum di presentazione e sapore”.
LE SALSE E IL WASABI. Crudisti sì, ma perennemente in imbarazzo con la salsa di soia? Versatene un po’ nella vostra ciotola e diluiteci una punta di wasabi. Stilisti, modelle e altri fruitori assortiti vi farebbero notare che il sashimi si intinge nella salsa prima di essere mangiato. Inutile precisare che per sashimi s’intendono le fette di solo pesce. Inutile?
ALTRI INTINGIMENTI. Allo chef spetta il diritto di intingere il sushi nella salsa di soia. Se lo fa lui non dovete farlo voi. Viceversa, se arriva al tavolo non ancora condito inclinatelo e provate a intingere il pesce nella salsa. Solo il pesce e possibilmente senza inzupparlo. Avete tutto, l’auto grossa, l’iPad e l’orologione, diciamolo: sarebbe imbarazzante ammollare il pesce come un cafone qualuque.
ZENZERO CANDITO. Non vi venga in mente di condire alcunché con lo zenzero che il cameriere ha diligentemente depositato sulla vostra tavola. I giapponesi lo usano soltanto per pulire la bocca fra una portata e l’altra. Stop.
BEVANDE. Non versatevi da bere. Se moda dev’essere almeno seguitela fino in fondo. Servite i vostri commensali, penseranno loro a fare altrettanto con voi.
BACCHETTE 1. Nemmeno ai più stressati è concesso di gesticolare con le bacchette, magari indicando lo zoticone che le ha appena appoggiate sul tavolo vicino (cartellino rosso). Non avvicinatele alla bocca vuote, chi vuole offrire un boccone al commesale dal piatto da portata usi l’estremità opposta e pulita. Tassativamente vietato infilzarci le pietanze.
BACCHETTE 2. Come liberarsi dall’incubo delle bacchette? Mangiando il sushi, cioè i rotolini di alghe e pesce. Per quelli, come in un cruciverba facilitato, le bacchette non si usano. Nemmeno altre posate a dir la verità, meglio le mani, il desiderio del vero crudista. Sfogatelo in un sushi bar però, farlo nel ristorante di pregio è il Male Assoluto.
Letto tutto? Bene, ora siete pronti, potete correre a inghiottire. Massù via quella fronte bassa e perennemente corrucciata nello sforzo di capire.
[Crediti | Link e immagini: Vanity Fair]