Non so se la birra scaccerà il vino come insinuava stamattina Intravino, l’altro blog di famiglia. Ma dopo non so più quante volte che vai a Cheese, la cempions lig dei formaggi artigianali, l’indifferenza è, come si può immaginare, inimmaginabile. Invece Slow Food, organizzatore dell’evento settimana scorsa a Bra, in Piemonte, ha colpito di nuovo nel segno. Sapete come? Mettendo il timbro sul combo del futuro: formaggio e birra artigianale italiana.
Non sono l’unico a pensarlo, perfino il Wall Street Journal scrive che la combinazione, da tempo un classico della cucina belga, sta accreditandosi anche nell’Italia ossessionata dal vino. Una legittimazione che passa per il meraviglioso lavoro fatto dai birrifici artigianali italiani che hanno prese le distanze dall’equazione birra-bevanda per ragazzotti, riuscendo a togliere spazio al vino. Al punto che per un grande ristorante, oggi, è considerato un segno di distinzione proporre accanto a quella dei vini, una carta delle birre artigianali italiane. E credetemi, dall’aperitivo con porchetta e pane caldo ai piatti di foie gras, gli abbinamenti sono formidabili.
Niente sudditanza psicologica in questa edizione di Cheese, la birra ha preso il posto del vino anche in alcuni “laboratori” di degustazione. Gli abbinamenti più riusciti: parmigiano reggiano di lunga stagionatura e birra artigianale italiana, splendidamente accoppiata con i formaggi erborinati inglesi come lo Stilton.
E io che a Cheese 2009 volevo fare l’indifferente. Cheese (inteso come: sorridete).
Immagini: Wall Street Journal