L’aragosta andrebbe assaggiata almeno due volte nella vita: una cucinata come si deve in un ristorante, e l’altra provando a cucinarla da sé a casa. E a questo proposito, ecco 5 errori da non fare per non rovinare la regina dei crostacei: consigli utili, metodi e… avvertimenti per non essere infinocchiati!
1. Acquistare aragoste fresche non vive
Regola assoluta che va rispettata a prescindere da metodo di cottura o qualsiasi altra condizione: rassegnatevi, perché l’aragosta al momento della cottura deve essere viva. Quindi, dovete ucciderla voi o prima della cottura tramite un’incisione netta a metà del cranio, oppure cuocendola direttamente da viva. Se volete saltare questa parte, allora optate per le aragoste congelate.
2. Non saper affrontare la cottura in court-bouillon
L’aragosta può essere cotta fondamentalmente in tre modi: in umido, alla griglia e bollita in un brodo aromatico (ovvero il court-bouillon). Quest’ultimo è il metodo sul quale ci si incarta di più, ecco quindi come fare. Innanzitutto, l’aragosta, se bollita, si arriccia e ciò renderà più difficile l’estrazione della carne dal corpo, quindi si può procedere in due maniere:
- legate l’aragosta ad un’assicella o tagliere di legno e immergetela così;
- prima di immergerla, infilzate uno stecchino di legno nel foro sotto la coda dell’animale
Entrambi i metodi impediranno l’arricciamento. Parliamo poi delle aragoste che urlano immergendole: le aragoste del Mediterraneo non urlano. Non hanno corde vocali né sistema nervoso centralizzato, non hanno cervello ma solo gangli: quello che sembra un urlo di dolore è il vapore che fuoriesce dal carapace al momento dell’immersione in acqua bollente.
3. Scolarla subito appena cotta
La cottura in court-bouillon dell’aragosta ha una durata breve, circa 15 minuti per le aragoste di 600 g. Passato questo tempo, l’errore sarebbe scolarlo subito. Come per il polpo, invece, anche l’aragosta andrebbe poi lasciata nel court-bouillon e lasciare che si raffreddi nel liquido: questo garantirà una carne molto tenera e succosa.
4. Non mangiare il fegato dell’aragosta
Ebbene, l’aragosta ha il fegato. Questo è spesso scartato perché considerato parte delle viscere, il che non è errato ma sarebbe un peccato non assaggiarlo: è delizioso e contribuisce a conferire sapore durante la cottura, soprattutto quella in umido. Riconoscerete il fegato perché è di colore verde.
5. Farsela spacciare per astice
Attenzione al momento dell’acquisto, ripassatevi subito prima un buon manuale e tenete gli occhi aperti. Ecco come non confondere astice e aragosta:
- l’aragosta NON HA LE CHELE, l’astice sì e anche belle grosse ed evidenti;
- l’aragosta ha solo due antenne lunghissime ripiegate verso il corpo, l’astice ne ha due paia;
Un’ultima cosa… attenti anche al termine LOBSTER, inglese e tradotto come aragosta, ma che in realtà si riferisce il più delle volte all’astice.