In fin dei conti, penso che affumicata mi mangerei anche una ciabatta.
Il gusto di fumo piace o non piace, ma se piace funziona sempre, a prescindere dall’oggetto dell’affumicatura.
— E’ buona la scamorza affumicata.
— Sono buone le costine affumicate.
— È buona la mozzarella affumicata.
— È buono il salmone affumicato.
— È buona la trota affumicata.
— Sono buone le salsicce affumicate.
— Sono buoni gli insaccati affumicati.
— Sono buone le aringhe affumicate.
— Sono buoni persino i cocktail affumicati.
Prendete una qualsiasi cosa, affumicatela (anche in casa ma seguendo i nostri consigli) e sarà buona.
Me lo sono ricordato ieri sera in un birrificio urbano che fa delle meravigliose costine e della fantastica carne affumicata. Una squisitezza. Certo è un gusto che magari stanca presto, però in quel piccolo intervallo: che goduria.
Ricordo anche l’enorme delusione una volta che presi una scamorza affumicata industriale e scoprii che invece che essere stata su della paglia in combustione aveva “l’aroma affumicato” che un po’ ci somiglia ma, sul serio, non è la stessa cosa.
L’affumicatura sa di inverno, di legno, di neve, di un caminetto caldo in mezzo a una tempesta, di Grande Nord, di affetti, di focolare. E ha il potere magico di rendere squisite anche materie prime molto povere.
Il fumo è sottovalutato, bistrattato. Molto spesso rende un piatto speciale.
Anche se l’arrosto non è di primissima scelta.